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WSOP: i pro criticano i payout più “piatti”.
Se arrivate a premio alle WSOP del 2009 c’è una buona probabilità che veniate pagati un po’ più degli scorsi anni. Storia diversa, invece, se raggiungete piazzamenti alti: in tal caso noterete che i pagamenti sono inferiori. Fa tutto parte della nuova struttura dei payout più piatti, decisa per il 2009 dagli organizzatori delle WSOP. L’idea era di dare a più giocatori un miglior ritorno economico, ma sta sollevando delle obiezioni da parte di diversi pro che preferirebbero che il denaro rimanesse "in alto".
In questo senso si è espresso Danni Philips, che l’anno scorso è arrivato terzo al Main Event. Secondo Jimmy "gobboboy" Fricke è "la cosa più scema che abbia mai sentito".
Meno drastico il parere di Daniel Negreanu, che non apprezza personalmente il cambiamento, né ne beneficia in alcun modo, ma ne coglie le motivazioni: "nella prosepettiva di coinvolgere un maggior numero di persone è una buona scelta". Parere identico quello di James "mig.com" Mackey: per l’economia del poker è meglio.
Sembra immediato collegare la decisione alla crisi economica, ma, a quanto dice il commissario Jeffrey Pollack, le cose sarebbero in ogni caso andate così, al semplice scopo di migliorare rispetto allo scorso anno.
Questa tendenza ad appiattire i payout non è comunque una novità: nel 1977 Doyle Brunson ha visto il 100% del montepremi, lasciando quindi a secco persino il secondo. Da allora i pagamenti si sono costantemente ampliati, anche se non sono mai arrivati ai livelli dell’online, dove facilmente il primo riceve appena il 10-15% del montepremi. Sono strutture del genere che hanno reso l’industria del poker così grossa e redditizia per le aziende.
Anche per questo è facile prevedere che, nonostante le proteste, il cambiamento sia destinato a rimanere.