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Gioco a poker: come lo spiego ai parenti?
IL POKER E’ UN LAVORO VERO
Le dieci risposte alle impertinenti domande dei parenti
Abbiamo intrapreso la strada del poker professionistico e riusciamo a ottenere buoni guadagni. Ma spesso abbiamo difficoltà ad ammettere ai parenti, e a volte a qualche amico, di ciò che ci dà da vivere. Le domande che ci sentiamo ripetere sono sempre le stesse: ecco una guida per controbattere punto per punto e far capire a tutti che il poker non è solo un gioco.
1) Passi la tua vita davanti al computer. Ma quanto tempo ci perdi?
Il poker va assimilato a qualsiasi altra attività imprenditoriale e per questo richiede tempo. A volte non possiamo limitarci a giocare per poche ore consecutivamente, soprattutto se stiamo giocando tornei multitavolo. Il vantaggio sta, come per qualsiasi ditta individuale, nel potersi programmare autonomamente gli orari di lavoro e le eventuali ferie. Inoltre parte del guadagno nel poker viene anche dalla rakeback, cioè dalla percentuale di tassa pagata che viene restituita al giocatore dalla poker room: per questo più tornei giochiamo, più guadagno sicuro possiamo avere.
2) Quanti soldi perdi?
In realtà l’obiettivo è quello di non perdere mai soldi. Anche quando casualmente dovessimo perdere una mano, ciò dovrebbe avvenire per sfortuna: il nostro obiettivo infatti è quello di compiere scelte sempre +ev, cioè con valore atteso positivo. Se davvero riuscissimo a fare ciò, raggiungeremmo lo scopo di non regalare mai soldi ma anzi di guadagnarne sempre nel lungo periodo.
3) Ma come fai a vincere se tutti giocano come te?
In questa risposta sta una buona fetta del segreto del poker online. Ci sono vari giocatori che non mirano come noi a fare scelte sempre positive sul lungo periodo o perché non conoscono approfonditamente il gioco o perché lo vedono solamente come un passatempo. Noi creiamo margine di guadagno sugli errori di questi avversari, oltre che sulla mole elevata di partite che giochiamo.
4) Chissà quanti soldi devi avere per poter giocare a poker?
Attraverso una gestione oculata del nostro capitale sociale non è indispensabile avere da parte una gran cifra per iniziare a far diventare il poker un passatempo molto remunerativo. Ovviamente per costruire una realtà subito vincente, come per qualsiasi altro lavoro imprenditoriale, disporre di una buona somma da investire come capitale iniziale, ci può garantire, con investimenti diversificati e oculati (bankroll, coaching, programmi e altro), un più rapido sviluppo della nostra attività. Inoltre c’è la possibilità, attraverso lo staking, di crescere molto più velocemente partendo da livelli più elevati, come se chiedessimo un finanziamento alla nostra banca di fiducia.
5) Se basta saper giocare a carte saranno tutti capaci. Perché dovresti vincere sempre?
Le vittorie sul lungo periodo derivano dal vantaggio acquisito rispetto agli altri giocatori nel fare scelte sempre con valore atteso positivo: tali decisioni possono essere prese solamente se studiamo a fondo tutti gli aspetti del gioco. L’implementare continuamente la nostra attività ai tavoli con sessioni nelle quali studiamo le mosse migliori da compiere ci garantisce di avere un costante vantaggio sugli altri. E’ decisivo non sedersi sugli allori e continuare a studiare e a giocare: così facendo vi sarà sempre un gap che ci garantisce guadagni.
6) Il poker è un gioco d’azzardo: quindi rischi sempre più di quel che guadagni! Chi mi garantisce che domani non perderai tutto?
Ovviamente come ogni altra attività imprenditoriale abbiamo un rischio di fallimento, ma il giocare sempre in bankroll, cioè investendo solo una minima parte del nostro capitale sociale, fa sì che i rischi connessi all’attività del giocatore di poker siano bassi, poiché praticamente non legati ad agenti esterni. Inoltre il profitto viene calcolato sul lungo periodo per cui momenti possibili di stagnazione delle nostre entrate saranno seguiti da picchi elevati di crescita.
7) Tanto ho sentito dire che è tutto truccato. Sarai semplicemente fortunato, per ora! E se la fortuna gira?
Una chiave del successo del poker è la valorizzazione dell’eccellenza indipendentemente dalla nostra provenienza: il continuo applicarsi fa sì che il lungo periodo ci sorrida sempre e che il nostro successo dipenda solo in minima parte dagli altri. E’ invece estremamente legato all’impegno che mettiamo nello studio e nella mole di gioco che andiamo a svolgere. Le certificazioni statali poi ci tutelano per ciò che concerne la sicurezza del gioco.
8 ) Giochi online così tanto che non esci mai. Quando potrai fare un lavoro normale e avere una vita sociale?
Nella realtà dei fatti il poker è un aggregatore sociale: se da un lato è vero che buona parte del tempo viene spesa in solitudine davanti al personal computer (cosa che peraltro avviene anche per altri tipi di lavoro da scrivania), d’altro canto le interazioni con altri giocatori attraverso forum o comunità online sono molteplici. A queste dobbiamo aggiungere i tornei live dove si conoscono tantissime persone e la buona quantità di tempo libero a nostra disposizione nel corso della giornata.
9) Oggi hai guadagnato tanto, ma domani magari vincerai poco o niente. Non è meglio avere entrate certe e regolari come un dipendente?
I guadagni derivanti dall’essere un giocatore di poker professionista non sono paragonabili ad alcun lavoro dipendente che non richieda lunghissima gavetta. Inoltre il fatto di avere profitti più elevati rispetto ad altre attività ci permette di porre dei fondi come riserve, cosa che non potremmo fare con altri lavori più bloccati. Nel poker poi vi è un alto concetto di meritocrazia, cosa che spesso non accade nel mercato del lavoro italiano: se ci impegniamo, siamo certi di ottenere risultati e riconoscimenti senza alcun bisogno di conoscenze o “spintarelle”.
10) Il poker è un gioco. Quando te lo trovi un lavoro serio?
Ormai il poker è a tutti i livelli considerato un’attività lavorativa vera e propria. Persino lo Stato con lo sviluppo delle poker room italiche e il relativo pagamento delle tasse applicate sulla rake lo ha certificato. L’unica cosa da tenere sempre a mente è quella di giocare nel rispetto del proprio bankroll e, come per ogni altra attività imprenditoriale, tenere fondi destinati alle emergenze e all’accantonamento per il nostro futuro.
Articolo pubblicato su Poker Sportivo: il magazine del Poker ogni mese in edicola. Abbonati subito!