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Una notte (immaginaria) al circolo di Poker
Ok. Non esistono. In nessuna parte d’Italia al momento si può giocare live. Per cui quello che vi racconterò sarà un delirio personale di una realtà che non è mai esistita ma che almeno a me e qualche altro schizzato sarà sembrata dannatamente vera.
A cominciare dalle prime tre Medie.
Si parte così in questa serata di fantasia. Ma vi giuro che mentre me le scolo una dopo l’altra è reale il piacere che sento in gola. E’ reale quel lieve torpore che comincio a sentire prima sulle guance sempre più calde, poi nella gola ninfomane di nuovo nettare giallo.
Questo solo per dirvi che semmai fosse esistita questa serata irreale, sarebbe partita da un piccolo principio di sbronza, senza troppe pretese, come tutte le serate che diventano indimenticabili (neuroni permettendo).
Arrivano amici a fianco a me, amici che vedono in me un esempio da seguire (da seguire per scolarsi birra intendo…), amici che vogliono liberarsi dalla loro ordinaria giornata di gioco online e per una volta preferiscono testare (o tastare) la fredda ceramica delle chips reali (sempre semmai questa serata fosse stata vera).
E si finisce che due ore dopo, siamo tutti al tavolo (sparsi su tre tavoli a dire il vero) di un satellite per un evento live da fare nella reale Slovenia. Non ho niente da chiedere di più. Il bar fornisce birra a tre euro, il tavolo è simpatico, le sigarette sono possibili in questa veranda all’aperto.
Ho già vinto.
6.000 di stack iniziale. 30 euro rebuy (dieci birre).
Vi tralascio che probabilmente sono il più rompiballe al tavolo. Vi tralascio che bleffo su tre spot tipo A K 10 con air in mano. Vi tralascio che mi prendono subito per lo spewer sbronzo della serata (hanno ragione almeno per metà).
Non vi tralascio che come vi ho già detto più volte, il giocare live per me comincia ad assumere un piacere nuovo, quello di sentire la vena che pulsa, quello di vedere in faccia l’avversario che cerca di capire cosa ho. Quello di poter ordinare Heineken a ripetizione continuando a crearmi l’immagine di quello che non sono. Ma tanto visto che niente di questo potrebbe esistere, posso fingere ciò che voglio.
Finiscono i rebuy, finiscono gli add-on. E sono chipleader di questo gruppo di undici immaginari player rimasti.
Due ticket in palio. Uno è mio. Forse.
Poi sarà perchè le birre cominciano a farsi troppe, sarà perchè a me poi di andare a questo evento non interessa tanto, o forse davvero che sono dannatamente più interessato a questa ragazza mora in piedi davanti a me (e che scopro fidanzata proprio di uno dei rimasti in gara), che ha tette troppo grosse per quella canotta bianca.
Fatto sta che perdo interesse al tavolo, e le carte perdono interesse in me.
Sit Out. Orino. Ordino birra. E guardo tette.
Mi sembra comunque molto interessante come serata.
Poi quel dannato immaginario player decide di uscire in coinflip, portandosi via l’unica cosa reale che esista al mondo. La figa.
Sono costretto a rimettermi in gara, a guardare il mio stack ridotto, a osservare il dealer (un ragazzo giovane, ma niente a che vedere con le tette di prima). Cazzo a questo punto tanto vale provare ad andare in slovenia davvero.
I dieci rimasti diventano otto. Poi cinque. Poi tre. Ed io tra loro.
Questi assassini maledetti hanno sculato quanto di più indegno possa esistere anche in questo mondo immaginario. Ed io sono passato da spewer random ubriaco, a nitty random ubriaco. La costanza è quel che mi contraddistingue.
Uno pusha. Io ordino una media. Uno folda sul mio BB. Io ordino una media. Costanti cazzo bisogna essere.
Tre uomini immaginari. Due ticket del cazzo. Una sola colossale sbronza.
Il chipleader ha 100.000 chips. L’altro stronzo 90.000. Io 85.000.
“Dai, mettiamo altri 80 euro a testa e prendiamo tre ticket per tutti” fa il Chipleader.
“Dai, mettiamone 90 a testa e prendiamo il ticket ed altre tre birre a testa PD” faccio io.
“No dai, non mi va di mettere altri soldi…” fa lo stronzo che aveva giocato come Barabba quando hanno tirato a sorte per chi doveva finire in croce.
“Ok, ma le birre?” faccio io.
Morale si continua a giocare. E prendo subito un piatto allo stronzo, tanto che ora è lui lo short del tavolo.
Ora (ora se fosse vera questa serata e se fosse possibile giocare nei circoli, ovvio), sono sul BB (5.000/10.000…) e lo stronzo raise a 25.000 da SB. Io bevo un sorso di birra, poi guardo le carte. Beh, non male. La birra intendo, e ne do un altro sorso.
“Allin” faccio io.
“Eh, mi sa che devo chiamarti” fa lo stronzo.
Premesso che aveva foldato almeno altre tre volte da pot commited provocando gli insulti di tutti gli avventori attorno al tavolo. Premesso che a me non fregava proprio un cazzo se chiamava o meno, ma il fatto di aver dato l’ultimo sorso di birra non lasciava presagire nulla di buono.
Pensavo che tutte le volte che avevo visto uno stronzo rifiutare un deal di qualunque genere, era sempre stato il primo ad uscire subito dopo. E malgrado tutto, ne sarei stato dannatamente felice visto che lo stronzo nemmeno stava bevendo birra ma una dannatissima acqua naturale (non fredda).
“Call” fa lo stronzo.
E gira Qc Jq
“Mi porti una birra prima di girare il board?” faccio io girando Ap Kq
Nessuno mi porta da bere. Altro pessimo segno.
Flop Af 5c 7c
“Beh, quasi quasi me la bevo a Portorose la birra…” penso.
Turn Kc
“Mmmmhhh…PD forse è meglio se mi porti un Cuba Libre…”
River 9c
Pd. E qua rimembro la chat di skype dove qualcuno whina incessantemente di mani assurde. E qua rimembro che io voglio essere un esempio anche in questi frangenti. Così, visto che la serata non può essere esistita, impreco cordialmente verso il signore (non Quel Signore, uno qualunque, il primo che vi viene in mente) e gli faccio i complimenti per la giocata (suonava tipo “Ma Di° Besti@ di quel P0rc0 eccetera eccetera…”.
Si vede che prendono bene la mia reazione perchè lo stronzo spiega matematicamente la sua perfetta giocata, ma il titolare del circolo mi porta un Heineken appena stappata fresca come il ghiaccio sotto i pattini della Kostner.
Offre le birre restanti, e mi consegna anche i cento euri del terzo arrivato.
Io torno mesto e ubriaco nella mia casa reale, contento di queste serate immaginarie, e felice per poter giocare ogni tanto live invece che le solite notti davanti al computer, che tanto lo sappiamo, online è tutto truccato….
Auguri allo stronzo in quel di Portorose, se il mondo va come deve andare, c’è caso che mi shippi pure il torneo