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Black Friday: un anno dopo
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Esattamente un anno fa, il 15 Aprile 2011, negli Stati Uniti d’America si abbatteva sul mondo del poker online il ciclone Black Friday, l’avvenimento più importante nella storia del gaming online dal 2003 a oggi.
Nel fatidico “venerdì nero” le autorità governative statunitensi misero senza alcun preavviso il lucchetto ai domini dei tre network di poker online più importanti: Full Tilt Poker, PokerStars.com e il Cereus Network che comprendeva UltimateBet.com. Di fatto, questo significava impedire di giocare al 90% dei player americani, mettendo a segno un colpo da KO al poker online negli USA.
La decisione dell’FBI si basava sulla mancata osservazione, da parte delle tre compagnie, dei termini del decreto denominato UIGEA, entrato in vigore pochi anni prima ma, a causa di numerosi cavilli burocratici, rispettato solo da PartyPoker, che nel 2008 scelse di ritirarsi spontaneamente dal mercato statunitense. La chiusura del mercato del gioco online per gli americani sembrava definitiva e inappellabile, ma i problemi non erano certo conclusi.
A distanza di poche settimane dal Black Friday, tutti gli utenti impossibilitati a giocare avevano richiesto l’immediato rimborso dei fondi presenti sugli account delle poker room “incriminate”. Con i dovuti tempi tecnici, Cereus e PokerStars.com riuscirono a risarcire tutti i giocatori: la prima chiuse definitivamente i battenti, mentre PokerStars.com, grazie al grande numero di player da tutto il mondo, a tutt’oggi è accessibile ai giocatori non statunitensi, e continua a essere la poker room numero uno al mondo grazie ai grinder europei, canadesi, sudamericani, australiani e anche ai numerosi americani che hanno deciso di trasferirsi in altri Paesi per continuare a giocare online.
Per Full Tilt Poker, invece, il discorso fu molto diverso: a causa di problemi finanziari accumulati nei mesi precedenti al Black Friday, la compagnia di Ray Bitar e Howard Lederer non fu in grado di risarcire i giocatori che richiedevano il ritiro dei fondi presenti negli account. Questo portò al collasso della società, alla sospensione della licenza di gioco e alla chiusura totale, anche per i giocatori non residenti negli USA, con i grinder del mondo intero che si ritrovarono i fondi “congelati”.
Un anno dopo, la situazione non è ancora cambiata, e molti giocatori hanno ancora cifre ingenti bloccate sull’account della red room. Tra annunci di riapertura e voci sempre più concrete sull‘acquisto di Full Tilt da parte del gruppo Bertrand Tapie, questi 366 giorni sono passati velocemente, ma non c’è ancora nulla di concreto in tavola. Speriamo solo che entro pochi mesi ancora la situazione di Full Tilt Poker, la conseguenza peggiore del Black Friday, possa finalmente avviarsi alla risoluzione, e che i milioni di dollari bloccati negli account dei giocatori possano essere finalmente risarciti ai legittimi proprietari.
Su ItaliaPokerClub potete trovare le news, sempre aggiornate, sulla situazione di Full Tilt Poker nella pagina dedicata: Lo Scandalo di Full Tilt Poker. Qui troverete tutti gli sviluppi della vicenda, l’andamento delle trattative con il gruppo Tapie, le opinioni dei giocatori professionisti e ogni novità sull’argomento.