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il 18 Ago 2009

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Las Vegas e la crisi economica

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È difficile ammettere che quella che una volta era la città con la crescita più rapida degli Stati Uniti si trova ora ad affrontare una crisi finanziaria. Quella che una volta passava come intoccabile anche dai momenti più cupi, è ora, per l’appunto, in un momento parecchio impegnativo. Lo si vede chiaramente appena si arriva in città, si monta su un taxi e ci si dirige all’hotel che si è scelto.

Parecchie costruzioni sono ferme, e la crisi si repira nell’aria quando per esempio si vedono cartelli con su scritto “stanze a $29”. Proprio come tutte le altre città turistiche, Las Vegas ha dovuto cercare di adattarsi ad una tempesta che era stata prevista da pochi e derisa da molti.

In una recente intervista con tre dei più grossi investitori nel gioco del Nevada, ora pensionati, si è visto cosa ha significato dover prendere delle serie precauzioni per alcuni dei più ricchi casinò della città. Sono coloro che hanno fatto molte delle difficili scelte che hanno contribuito a creare un’economia esplosiva a Las Vegas, ma ora vengono anche etichettati come parte del problema riguardo quello che è successo a “Sin City” (la città del peccato ndt) nell’ultimo anno.

Phil Sartre, ex presidente di Harra’s Entertainment; Don Snyder, ex presidente di Body Gaming, e Glen Christenson, ex dirigente di Station Casinos, sono stati per parecchio tempo tre dei più importanti imprenditori della Strip. In una speciale intervista con il “Las Vegas Sun”, i tre hanno espresso le loro opinioni sulla situazione attuale ed hanno anche cercato di immaginare cosa avrebbero fatto se fossero stati ancora in carica. Tutti e tre si sono detti d’accordo sul fatto che la crisi non era prevedibile, ma era attesa a causa del modo in cui molte persone avevano accesso a denaro contante spendibile tramite prestiti ed ipoteche.

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Hanno anche menzionato il fatto che c’era bisogno di un cambiamento per mantenere a galla l’economia locale, soprattutto visto che riguarda più di due milioni di persone residenti nell’area.

La reazione all’intervista da parte dei lettori de Las Vegas Sun non è stata positva: molti di loro sono a conoscenza, avendoci vissuto intorno, dell’ambiente dei casinò e del modo in cui questi sono stati gestiti negli ultimi trent’anni, ed era quindi quasi ovvio che parecchi incolpassero le dirigenze per quello che sta succedendo ora alla loro città. Parecchie lettere piccate hanno seguito l’intervista, con lettori che elencano i supposti errori dei dirigenti.

Il fatto è che Las Vegas ha bisogno di una ripartenza forte, che sia un rilancio dell’economia del gambling o un tentativo di investimento in altre direzioni (anche se, viene da dire, sarebbe un po’ una scommessa).

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