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Partono le prime iniziative italiane contro il gioco patologico
Il gioco patologico è al centro del dibattito scientifico negli ultimi tempi e i toni si stanno accendendo sempre più con gli allarmisti che spingono il proibizionismo e i più razionali che cercano di indicare soluzioni e metodi di analisi del problema.
La comunità scientifica italiana si sta effettivamente muovendo per analizzare la questione del gioco patologico nell’epoca di internet e in parallelo stanno partendo le prime iniziative anche in Italia per informare la gente sul problema e su come combatterlo.
Proprio in questi giorni sia la Regione Piemonte che la rete Nuove Dipendenze Patologiche hanno annunciato la loro discesa in campo con iniziative pratiche.
Il 19 Settembre prossimo è stata proclamata dalla Rete Nuove Dipendenze Patologiche la prima Giornata Nazionale di sensibilizzazione sul “Gioco d’azzardo patologico”, in diverse città italiane saranno organizzati eventi e iniziative a ingresso libero per diffondere sul territorio informazioni e possibilità di intervento in merito alle patologia del mondo di internet.
Mentre in questi giorni parte da Torino il “GAP Tour” iniziativa che si muoverà per 18 città del Piemonte con l’obiettivo di sensibilizzare la gente su questo tema: il tour sarà inserito all’interno di altre iniziative che si svolgono in Piemonte, sagre, feste, mercati all’interno delle quali sarà posizionato un camper che funzionerà come punto informativo.
Una ricerca recente ha messo in luce come il Piemonte sia una delle regioni italiane con la maggior percentuale di soggetti a rischio, pari a circa 80000 soggetti.
A questo proposito ricordiamo il principio generale che segna il limite tra “grande passione” e comportamento compulsivo universalmente riconosciuto negli ambienti scientifici si va a delineare con i seguenti comportamenti:
- bisogno compulsivo, ossia necessità primaria, irrinunciabile, di compiere l’atto;
- organizzazione della propria giornata a partire da quel determinato comportamento;
- incapacità di controllare il tempo che si dedica all’azione (che sembra sempre troppo poco…)
- stanchezza che però non suggerisce al soggetto il termine dell’attività;
- negazione dei sintomi di stanchezza o stress;
- negazione della dipendenza.