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il 18 Dic 2013

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Davide ‘DJdave_en’ Nutarelli: ‘800,000$ in cinque anni di MTT? Questione di mindset!’

Davide ‘DJdave_en’ Nutarelli: ‘800,000$ in cinque anni di MTT? Questione di mindset!’

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In questi anni, evidentemente, oltre a mixare musica nei locali, Davide ‘DJdave_en’ Nutarelli si è fatto sentire anche ai tavoli online, specialità mtt.

Siamo a fine 2013 ed è tempo di bilanci: c’è chi si lamenta per una bad run continua, c’è chi, nonostante la minor possibilità di far soldi facili sul ‘.it’, non si lamenta e sta continuando a vincere, magari mantenendo un basso profilo, parlando poco e badando piuttosto ai fatti.

Uno di questi è proprio Davide che, nella serata di ieri, ha pubblicato su Facebook un incredibile grafico Sharkscope, quello relativo ai suoi ultimi cinque anni di tornei multitavolo.

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IPC: Ciao Davide! Qual è la qualità principale che serve per fare $800,000 di profit in soli cinque anni di tornei?

DN: Di qualità, in realtà, ce ne vogliono più di una, ma credo che il mindset faccia da padrona su tutte. Puoi essere tecnicamente un ‘Gesù Cristo’ di questo gioco, ma se non hai la testa per capire quando devi fermarti e/o modificare alcune cose, non sarai mai nessuno. Sarai solo un’illusione, soprattutto per te stesso. Conosco qualcuno che tecnicamente potrebbe essere migliore di me, ma non avrà mai la testa per poter costruire qualcosa di veramente concreto e solido.

IPC: Nonostante il tuo grafico sia bellissimo, si nota qualche segno di downswing: qual è stato il periodo pokeristico più difficile in questi anni?

DN: Senza dubbio quest’anno e’ stato il piu’ duro. Ho subito un forte downswing, dovuto anche al fatto che ho aggiunto nuove room dove i buy-in sono molto alti e la varianza pure. Ho sempre cercato, comunque, di rimanere calmo e concentrato anche quando le cose andavano male: è lì che, come dicevo prima, si nota la differenza tra un vincente e un perdente, non nel singolo torneo o addirittura nella singola annata. Sono consapevole che a lungo andare sarà sempre più difficile, ma se non mi fosse piaciuto questo rischio, avrei scelto un altro mestiere. E’ questo quello che mi fa sentire più vivo, sapere che sono io l’artefice del mio destino.

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IPC: Hai giocato più di 12.598 tornei: ce n’è uno in particolare a cui sei legato?

DN: Quando era ancora possibile giocare su Full Tilt, mi sono tolto la soddisfazione pokeristica più grande, vincendo il ‘1K Monday’ da $1,000 di buy-in. E’ stato incredibile vedermi davanti a tanti giocatori veramente skillati. Ricordo che, in heads up, nonostante le cifre in ballo, l’oppo non mi chiese neanche di cercare un deal: non mi importava, più che i soldi mi interessava il primato e lo ottenni.

IPC: Questo ‘.it’, quindi, almeno per te, sembra tutt’altro che saturo: come riesci a mantenerti vincente negli anni?

DN: Il field si è indurito, questa è una cosa evidente. Come in tutte le cose è una normale evoluzione, anche per la nazionale di calcio, ad esempio, non è più scontato come una volta vincere contro l’Australia. I giocatori si informano, chiedono coaching, si documentano e guardano la tv, ormai tartassata da programmi sul poker. Per chi vuole guadagnare abbastanza da poter vivere col giochino, al giorno d’oggi, si deve dare un bel da fare, non è semplice come qualche anno fa.

IPC: Programmi per il 2014? Non hai voglia di emigrare come hanno fatto diversi tuoi colleghi?

DN: Non è nel mio programma emigrare all’estero per giocare online, preferisco rimanere in Italia perché sono legato a molte cose extra poker, tra le quali la musica e i locali dove suono. L’obiettivo per il 2014, anche se ambizioso, è quello di finire l’anno col grafico che tocca il milione di dollari. La prendo come sfida personale, non devo dimostrare niente a nessuno. Potrò, qualora non ci riuscissi, dire che il poker è stato ed è tutt’ora una parte della mia vita e la soddisfazione più grande che mi ha dato è quella di avermi dato la possibilità di creare qualcosa dal nulla, che solo in pochi riescono a fare. Sono io, dunque, che muovo i fili della mia esistenza, non altri.

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