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“Hai visto, ti troverai bene spesso!” – Piccolo glossario del linguaggio dei regulars sui social network
Come tutti sappiamo lo slang pokeristico prende le mosse da una lunga lista di vocaboli di derivazione anglofona. Col tempo, tuttavia, si è sviluppato un vero e proprio linguaggio parallelo tra i giocatori nostrani. Sono stati coniati veri e propri termini tecnici, inventati nuovi modi per definire alcuni tornei, identificare nuove mosse e partoriti innovativi stratagemmi per smaltire le delusioni regalate dalla crudele varianza.
Ma è nei social network che avviene la vera e propria ‘fermentazione‘ di questo linguaggio in perenne evoluzione. I nuovi tormentoni e modi di dire nascono lì, nei gruppi e sulle bacheche dove ogni giorno centinaia di professionisti di vario livello scherzano, si levelano (prendono in giro, ndr) e qualche volta flammano tra loro (discutono in modo acceso, ndr). Dando vita più o meno consapevolmente a nuovi significati anche per parole ed espressioni di uso comune, utilizzate in maniera tagliente e dissacrante. Ecco una carrellata di esempi.
SPESSO – Senza alcun dubbio l’avverbio più utilizzato nell’ecosistema dei regular. Il vocabolo è sempre declinato in modo sarcastico ed è spesso associato alla scarsa probabilità che un giocatore faccia risultato, o in generale che riesca a compiere una qualsiasi azione prefissata. La forma più raffinata è usualmente sorretta da un verbo al condizionale, come nel caso dell’onnipresente “Dovresti vincere spesso”, che il commentatore di turno pone come pietra tombale su buoni propositi e speranze del malcapitato reg di turno. Lapidario.
HAI VISTO – Sostituisce tutti i tipi di incipit presenti nell’idiomatica italiana. Nel suo divenire ‘Costante Universale Ontologica’ all’inizio di ogni singola frase scritta o pronunciata da regulars, il termine ha perso, o meglio superato, ogni coerenza logica e grammaticale. Semplicemente prima di qualunque cosa vogliate scrivere su Facebook metteteci un “Hai visto” all’inizio: non importa se davvero vi stiate rivolgendo a qualcuno o se nella frase che segue i tempi dei verbi non coincidano, sarete comunque linguisticamente al passo coi tempi. Metafisico.
MORTE – Si narra che all’alba dei tempi l’augurio di morte fosse considerato un atto estremamente insultante. Ad oggi invocare la reciproca morte, tra regulars, equivale a dichiarazione di amicizia e stima. Grazie al potere della consuetudine frasi come “Morte a te”, o il più sobrio e sintetico “Muori”, sono ormai diventate saluti di pace e universalmente riconosciute come di buon auspicio per ogni evento futuro. Letale.
TROVARSI BENE – Anche in questo caso l’utilizzo del termine è sardonicamente orientato ad esprimere il contrario del suo senso letterale. Impiegata inizialmente per l’autocommiserazione (“C’è da dire che mi sono trovato proprio bene su quel river”), la locuzione viene ormai abitualmente declinata in tutte le forme: interrogativa (“Sì ma dicci, ti sei trovato bene al river?” spesso contratto in “come ti sei trovato?”), affermativa (“Ti sei trovato proprio bene al river, eh!”), dubitativa (“Non so mica quanto ti potresti trovare bene su quel river”). Di solito utilizzato a mo’ di scherno su tutti gli status in cui viene raccontata una bad beat o una generica disavventura. Irriverente.
MOLLARE – Si tratta effettivamente dell’unico termine che in questo contesto è inteso con accezione simile al suo significato originale. L’imperativo “Mollami”, o più semplicemente “Molla”, viene utilizzato per chiudere una discussione, chiedendo pacatamente all’interlocutore di chiudere il flusso comunicativo. La sua diffusione virale in tutte le fasce di giocatori lo ha reso un tormentone in cui ogni pokerista si è prima o poi imbattuto. Tranchant.