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Douglas “WCGRider” Polk analizza una mano contro Viktor “Isildur1” Blom
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Le partite high stakes del .com sono lo scenario di alcune delle mani più importanti della scena pokeristica mondiale.
Non solo a livello tecnico ma anche a livello umano, con gli ego dei giocatori che salgono e scendono velocemente, e soprattutto economico, con centinaia di migliaia di dollari che cambiano proprietario nel giro di poche mani.
Due dei principali protagonisti di queste partite sono Douglas ‘WCGRider’ Polk e Viktor ‘Isildur1’ Blom, che non hanno perso quasi mai l’occasione di battibeccare e lanciarsi frecciatine al vetriolo.
Nel 2013 Polk è stato il vincitore di una delle sfide più appassionanti che abbiamo visto, un vero duello di 15.000 mani contro Ben “Sauce1234” Sulsky, cui la sconfitta è costata più di 700.000$.
Di Blom probabilmente non c’è neanche bisogno di parlare: un giocatore capace di toccare il cielo a metà 2013 con più di cinque milioni di dollari vinti e di bruciarli praticamente tutti nei mesi successivi per finire l’anno praticamente come l’aveva iniziato.
Recentemente Polk ha pubblicato sul suo blog, con tanto di thinking process, una mano molto particolare giocata contro Blom, un pot di più di 400.000$ vinto da ‘WCGRider’ dopo un tuffo in bluff dell’imprevedibile ‘Isildur1’. Ecco la mano:
Dopo l’all-in di Blom, Polk dice di essersi sentito piuttosto calmo “anche se chiamando avrei affrontato il pot più grande della mia vita“. Rivedendo la mano Polk ha fatto queste considerazioni:
a) Entrambi sono sui 300 bui
b) L’avversario è molto aggressivo
c) L’avversario sta rappresentando una scala
d) L’avversario ha snap-pushato
“Se il mio avversario avesse meno di una scala”, spiega Polk, “questo sarebbe uno spot molto difficile in cui pushare. Non può pensare che io chiami con meno di doppia coppia o scala, e in quel caso dovrebbe procedere con cautela. Quindi, anche se pushasse con set, nessuno sarebbe così malato da snap-pushare: avrebbe dovuto almeno pensarci un attimo prima di committarsi su un piatto di 470.000$. E’ molto importante utilizzare i tempi di risposta quando si analizza una mano“.
A questo punto Polk pensa alle mani che hanno chiuso una scala su questo board e le divide in tre gruppi: mano che sono una vera minaccia (5-6, 8-6, 9-6), quelle che avrebbero chiamato al flop anziché raisare (6-6, 7-6, T-6, J-6, Q-6, K-6, A-6, A-2) e quelle che non avrebbero chiamato una threebet preflop (2-6 e 3-6). Quindi il range è molto ristretto, soprattutto perché considera che con 9-6 solo avrebbe chiamato la threebet preflop nel caso fossero suited.
Quindi agli occhi di Polk Blom sta dicendo: “Faccio raise con i miei draw al flop così poi posso valuebettare se chiudo la scala“. Questo è un segno di debolezza secondo Polk, perché così facendo restringe il suo range di mani a solo tre possibilità: 5-6, 8-6 e 9-6. Dunque l’analisi si sposta ai draw mancati che Blom raisa al flop e shova al river in bluff. Qua troviamo sempre secondo ‘WCGRider’ J-9, J-8, 8-9 e 8-5 suited (anche se questa, insieme a 5-3, probabilmente l’avrebbe bettata al turn).
La conclusione di Polk è che nel range di Blom ci sono più draw mancati che scale vere. Manca solo una domanda: “il mio avversario è un tipo capace di giocarsi 300 bui ai tavoli high stakes, contro un giocatore tosto, con aria in mano?” La risposta, parlando di ‘Isildur1″ è scontata… Call.