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il 1 Ago 2017

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Liquidità condivisa: Francia e Spagna gli apripista

Liquidità condivisa: Francia e Spagna gli apripista

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E’ passato quasi un mese dalla storica firma del 6 luglio sulla liquidità condivisa. In quella data i rappresentanti degli organismi di competenza sul gioco d’azzardo di Italia, Spagna, Francia e Portogallo hanno messo nero su bianco la loro volontà di creare un mercato unico e condiviso tra i giocatori di poker online di questi Paesi, al fine di offrire un’esperienza di gioco più avvincente e meno limitata dalle costrizioni geografiche.

Dopo la firma di questo accordo, ci ritroviamo ora in un periodo di fisiologica attesa: tanti i dettagli da mettere a punto. Bisognerà uniformare le offerte di gioco, le modalità di deposito e prelievo, aggiornare i criteri per contrastare la ludopatia e il gioco d’azzardo patologico in modo che siano ugualmente efficaci in tutti i Paesi. Servono anche nuove norme anti-riciclaggio che possano rispettare le normative dell’Unione Europea ed evitino che le poker room possano essere usate come mezzo di scambi illeciti di denaro: da questo punto di vista l’Italia si era già messa avanti, approvando il decreto legislativo sulle norme anti-riciclaggio già due giorni prima della firma sulla liquidità condivisa.

I primi a rompere gli indugi sono stati i francesi: il giorno 20 luglio l’autorità per il gioco d’azzardo transalpina (ARJEL) ha pubblicato un documento nel quale si esplicitano le prime procedure per la richiesta della licenza che dovranno intraprendere i concessionari interessati a partecipare al mercato condiviso del poker online.

Questo documento firmato dal presidente ARJEL Charles Coppolani è molto breve, appena quattro pagine, e non contiene ancora indicazioni su ciò che succederà nel dettaglio quando le domande dei concessionari saranno accolte e approvate; per il momento si indica una tempistica di due mesi dalla ricezione delle domande, al termine dei quali i richiedenti riceveranno un verdetto e ulteriori informazioni.

Pochi giorni dopo l’autorità spagnola, DGOJ, ha rilasciato un documento di tipo diverso: nel comunicato stampa iberico non ci sono ancora indicazioni tecniche per i concessionari che vogliono richiedere una licenza per il mercato condiviso, ma c’è un vero e proprio emendamento al regolamento precedente, stilato nel 2011 e ora modificato per includere le informazioni relative alla liqudità internazionale.

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Oltre ai tecnicismi, l’ente spagnolo ha incluso nel materiale allegato alla comunicazione anche una brillante analisi “in parole povere” della situazione del poker online, firmata dal ministero del fisco, nella quale si prendono in esame la situazione odierna e la necessità di estendere il mercato agli altri Paesi, per canalizzare il gioco verso il mercato interno regolamentato invece che avere player che si affacciano alle room .com “scappando” dal mercato locale e dalla tassazione locale!

Si conclude con una speranza, che questo esperimento condiviso nel poker online faccia da apripista: “[…]non solo per il poker online, ma anche per la possibilità futura di commercializzare altri giochi in modalità condivisa.” Quello del ministero spagnolo pare essere un approccio davvero convincente e realistico al mondo del gioco d’azzardo, per il quale – almeno in Italia – le relazioni con ministeri e Parlamento sono invece da sempre foriere di problematiche.

Per concludere, non sono ancora state del tutto aperte le porte del poker online internazionale né in Francia né in Spagna, ma le due nazioni stanno muovendo i primi passi in modo molto deciso, il che fa ben sperare per una eventuale partenza del mercato unico entro pochi mesi, in attesa di comunicati da parte di Sogei per quanto riguarda l’Italia.

 

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