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I tre leaks più comuni ai Micro-Stakes
Il termine “Microstakes” è usato per indicare nel cash game le partite con i limiti più bassi, spesso frequentate da amatori e caratterizzate da un tasso tecnico ancora da migliorare.
I microlimiti permettono al neofita di impostare una strategia corretta, o migliorarne una preesistente, per affrontare la disciplina senza compromettere il proprio bankroll evitando players particolarmente esperti e bravi.
Un fattore importante di questi livelli è la ripetitività delle situazioni: i nostri avversari commetteranno gli stessi errori più volte e avranno comportamenti più o meno simili in relazione alle determinate circostanze.
Capire questi meccanismi, attenersi ad un gioco ABC e studiare i modi di fare e gli errori dei vari avversari può essere la tattica giusta per risultare vincenti nel lungo periodo.
Ecco qui riportate le tre carenze tecniche più ricorrenti ai tavoli microstakes.
1) Bet for info
Quante volte abbiamo letto o sentito la frase “punto per capire dove sono nella mano”?
La bet for info è proprio una puntata (sbagliata) che ha il singolo scopo di provocare una reazione. Solitamente questa ha un importo molto piccolo rispetto al corrispettivo del piatto; alcuni non disdegnano nemmeno il raise for info, ovvero un rilancio generalmente pari al doppio dell’ammontare della puntata.
Il concetto è chiaramente inadeguato. Bisogna tenere a mente sempre che una bet può avere due e soltanto due finalità:
– Value
– Bluff
Ottenere informazioni non può essere mai la sola ragione per cui bettare e in seguito ad una puntata per valore o in bluff riceveremo di riflesso le direttive necessarie per la prossima mossa.
2) Fare call con l’intenzione di foldare nella street successiva
Errore molto comune che porta sempre e solo a buttare soldi. Ciò non vuol dire escludere categoricamente una rivalutazione della situazione o elogiare una strategia conservativa, significa preservare il proprio stack in seguito ad una puntata molto probabile del nostro avversario.
Ai microlimiti troveremo giocatori ricreazionali per un numero di volte pressoché infinito e il nostro unico obiettivo contro di loro deve essere prendere la decisione giusta: il gioco bilanciato in questi casi non è profittevole e pianificare un fold in seguito ad una puntata sul turn deve essere la motivazione sufficiente per foldare già al flop.
3) Cattiva gestione di 3bet e 4bet
La 3bet e la 4bet non sono altro che contro rilanci; i numeri che fanno da prefisso alla parola bet indicano il “livello della puntata” e non fanno in alcun modo riferimento all’importo di questa.
Le situazioni in cui un player deve gestire 3bet e 4bet sono molto comuni ad un tavolo da poker, soprattutto nel primo caso.
Gli errori legati a queste dinamiche sono principalmente due: il primo errore riguarda le combinazioni scelte per effettuare una determinata mossa; è impensabile utilizzare una strategia vincente che non faccia distinzione tra 3bet e 4bet! Quindi è importantissimo stabilire fin da subito i due range corrispondenti, ovvero due insiemi di combinazioni diversi che, in alcuni casi, possono avere punti in comune.
Il secondo errore, invece, riguarda gli importi utilizzati: bisogna prestabilire il numero di big blinds senza esagerare per evitare piatti esageratamente grandi, e diversificare i rilanci in base alla posizione al tavolo.
Avversari poco preparati a livello teorico prenderanno in considerazione un’unica quantità o rilanceranno in base al valore della propria mano, rendendoci vita facile; la cosa migliore da fare invece è utilizzare un certo importo quando si ha vantaggio posizionale e aumentare di poco quest’ultimo nella situazione contraria.