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“Abbiamo investito milioni di euro, se non a Roma ne parleremo alla Corte UE!” Niklas Lindahl (LeoVegas) in guerra contro il divieto totale di pubblicità
“Qualche giorno fa ho invitato il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio a un tavolo coordinato per discutere della regolamentazione della pubblicità sul gioco. Se non ne parleremo assieme a Roma, affronteremo la questione alla Corte di Giustizia UE”
Va dritto al punto e non gira intorno alle parole il manager di LeoVegas Niklas Lindahl, che i giorni scorsi aveva fatto pubblicare sui principali quotidiani nazionali una lettera aperta in cui invitava Luigi Di Maio alla creazione di un tavolo di lavoro coordinato per regolamentare la pubblicità sul gioco.
Mentre altri concessionari AAMS stanno consultando gli studi legali per capire come muoversi dopo il divieto totale di pubblicità sul gioco approvato stanotte all’interno del Decreto Dignità, lo svedese ha già le idee chiare sui passi futuri:
“Tanto per iniziare, Di Maio deve spiegare agli italiani cosa c’è dietro la scelta di escludere le lotterie dal divieto di pubblicità che a mio avviso non è limpidissima – spiega Lindahl – Noi andiamo avanti sulla strada già delineata, che è quella di avere un incontro a Roma con il vicepresidente del Consiglio”
Il manager dunque inizia col puntare il dito sulla eccezione dal divieto delle lotterie a estrazione differita, chiedendosi il perchè di questa decisione del Governo.
Lindahl spiega anche che se da parte di Di Maio dovesse esserci chiusura nei confronti del tavolo di lavoro coordinato per la regolamentazione della pubblicità sul gioco, a quel punto la palla passerà alla Corte di Giustizia Europea:
“Non ci arrenderemo per questa ingiustizia costituzionale, abbiamo investito milioni di euro per far partire il nostro business secondo i regolamenti AAMS, questo divieto totale è una chiara violazione dei contratti. Non sono un tipo che fa compromessi, se Di Maio non fa un passo indietro ne parleremo alla Corte europea”.
Come evidenziato da due avvocati esperti del settore gaming, il divieto totale di pubblicità approvato stanotte potrebbe presentare diversi profili di illegittimità sia nei confronti della Costituzione Italiana che delle normative comunitarie.
E proprio passando dall’Europa, se pure come extrema ratio, Lindahl conta di liberare il gaming italiano da questo ‘bavaglio’.