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il 7 Feb 2019

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Perchè l’Italia non è ancora entrata nella liquidità condivisa? Il retroscena di Marco Trucco sullo stop

Perchè l’Italia non è ancora entrata nella liquidità condivisa? Il retroscena di Marco Trucco sullo stop

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Breve cronistoria. Luglio 2017, dopo numerosi incontri per dirimere questioni tecniche e burocratiche, i regolatori di Francia, Spagna, Italia e Portogallo firmano a Roma l’accordo per la liquidità condivisa.

Ottobre 2017: alcuni esponenti politici e istituzionali italiani rilasciano dichiarazioni pubbliche contro l’ingresso dell’Italia nella liquidità internazionale.

Gennaio 2018: i mercati del poker online di Francia e Spagna sono definitivamente fusi. Qualche mese più tardi al nuovo mercato dell’Europa meridionale si aggiungerà anche il Portogallo. A oggi dei quattro paesi che hanno firmato l’accordo solamente uno manca all’appello

Ma perchè l’Italia non è entrata nella liquidità internazionale nonostante sia stato uno dei paesi capofila e abbia ospitato l’incontro decisivo del progetto?

Secondo quanto riporta GiocoNews, a questa domanda ha risposto l’ Associate director Media and market development di Stars Group, Marco Trucco, durante una conferenza all’ICE Londra dal titolo ‘Liquidità internazionale: un boost per il business e per la cooperazione europea’.

“La verità è che la liquidità condivisa è stata fermata da alcuni dei nostri concorrenti italiani per ragioni commerciali – ha detto Trucco durante il suo intervento – Avevano un potere di lobby migliore in quel momento e sono riusciti a fermarla. E’ andata così, fa parte del gioco”.

Per Trucco, quindi, il mancato ingresso dell’Italia nel nuovo mercato allargato del poker online è dovuto a una precisa ragione.

Ma le prospettive non sono così nere come si potrebbe pensare…

 

Quando entrerà l’Italia nella liquidità condivisa?

Nel corso del suo intervento, infatti, l’ Associate director Media and market development di Stars Group ha anche detto che oggi, da parte della politica italiana non c’è alcun preconcetto nei confronti della liquidità allargata:

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“Le elezioni hanno dato potere a un governo che sembra molto felice di ‘punire’ l’industria ma posso dire che, nonostante tutto, l’Italia può ancora aderire. Ho parlato personalmente con i politici di tutti gli schieramenti. Nessuno è contro la liquidità condivisa, a loro va bene. Gli effetti delle pressioni negative passate sono spariti. Non ci sono problemi politici. Il problema è che la liquidità condivisa è stata fermata e non è ancora tornata all’ordine del giorno di Adm”.

Per registrare l’ingresso dell’Italia nella nuova liquidità, dunque, c’è solo una cosa da fare:

“Recentemente ho avuto un incontro con il nuovo capo della Agenzia Dogane e Monopoli, Benedetto Mineo, e bisognerà essere un po’ più convincenti per dare priorità alla liquidità condivisa. Ma non vi è alcun motivo esterno per ritardare ulteriormente. È solo questione di firmare un documento tecnico. Continueremo a spingere, ma non è abbastanza. Suggerisco e invito i regolatori francesi, spagnoli e portoghesi a raggiungere l’Italia e chiedere che l’accordo sia eseguito”.

 

I numeri della liquidità condivisa oggi

Di certo c’è che la liquidità condivisa, nei paesi in cui è partita, ha portato delle belle boccate d’ossigeno ai mercati in declino.

“La liquidità condivisa è un successo e le cifre di mercato che i regolatori condividono sono chiare – spiega Trucco – Ma questa è solo una parte della storia. Come operatori vediamo anche il miglioramento degli indicatori sul coinvolgimento dei giocatori: più giorni di attività, più giocatori unici ogni trimestre, più depositi netti. Questo è ciò che è veramente importante. Non eravamo sorpresi che ciò sarebbe accaduto, è l’effetto di rete del poker. Ma posso dire che non ci aspettavamo risultati così forti”.

Trucco entra poi nello specifico, spiegando che i giocatori spagnoli registrano vincite maggiori di quelli francesi e portoghesi, ma ad esempio per i ‘cugini d’Oltralpe’ si è registrata una forte crescita dei depositi netti.

Di certo, secondo il manager, la strutturazione attuale del mercato comune del poker online del sud Europa non è ancora sostenibile sul lungo periodo, almeno finchè non entrerà anche il nostro paese:

“La liquidità condivisa è stata una boccata d’ossigeno ma il mercato è ancora troppo piccolo: non crediamo che sia sufficiente per sostenere il poker a lungo termine in Francia, Spagna e Portogallo. Per i nostri giocatori di PokerStars la liquidità potrebbe essere abbastanza buona per un po’ di tempo, ma per gli operatori più piccoli dubito che abbia aiutato molto. Il mercato rimane molto concentrato e non competitivo. E vogliamo che il poker rimanga un verticale profittevole anche per i nostri concorrenti. Una liquidità condivisa con l’Italia sarebbe abbastanza consistente da essere sostenibile a lungo termine e l’aggiunta dell’Italia significherebbe maggiori entrate, concorrenza e crescita anche per Francia, Spagna e Portogallo”

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