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il 24 Mag 2023

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L’importanza del big-shot nei tornei: il crocevia in cui tutti sperano

L’importanza del big-shot nei tornei: il crocevia in cui tutti sperano

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Abbiamo parlato in più di un’occasione di ciò che succede durante la carriera di un giocatore di poker, in relazione ai periodi di downswing soggetti a varianza negativa.

In pochi vi diranno che hanno dovuto ricominciare da capo per i motivi più disparati, da un periodo mortale della già citata varianza negativa, così come uno che non riusciamo a esprimere il nostro gioco, scelte dei tavoli sbagliate e mille altri motivi che spesso portano un giocatore X a dover riprendere dall’inizio per via del bankroll ridotto ai minimi termini.

L’importanza dello shot iniziale

Ci sono però delle dinamiche che, al contrario, fanno da trampolino a quella che, nel medio e nel lungo periodo, può essere una carriera sfavillante per un giocatore di poker.

Per salire qualche gradino verso l’olimpo dei giocatori più vincenti al mondo, è spesso necessario un bel colpo di culo nei primi mesi, o anche anni, delle carriere di ognuno di noi.

Ci riferiamo al big shot in cui così tanto spera di incappare un giocatore che vuole fare del poker la propria vita.

Capita ai giocatori alle prime armi che, facilitati così da un bankroll che diventa corposo tutto in una volta, poi possono gestirlo con una certa accortezza e cominciare a spiccare il volo come hanno fatto i professionisti prima di lui.

Eh sì, perché là fuori è pieno di giocatori che lottano giorno dopo giorno con bankroll esigui che hanno la capacità, laddove il termine vuole considerare la capienza economica, di poter sostenere solo buy in di ridotte dimensioni e che invece tecnicamente sono più preparati di chi shotta in modo fortunoso un torneo.

Vi ricordate la famosa frase estrapolata da “Rounders” nella quale Mike McDermott dichiara “Ho imparato a vincere un po’ alla volta, ma alla fine ho capito questo: se stai troppo attento, la tua vita diventa un merdoso tirare a campare“? Bene, è la chiusa perfetta per ciò che stiamo scrivendo.

Level up / Level down

Giocare i tornei senza salire costantemente di livello, significa dover partire dalla concezione che dobbiamo farci un paio di domande sulla nostra qualità di giocatore. La tabella di marcia perfetta che un giocatore deve seguire, è esattamente quella che lo porta costantemente in alto, con una certa frequenza nel battere i livelli a cui gioca per trarre quelle soddisfazioni che solo i migliori possono costruirsi.

Gli episodi negativi, lo abbiamo scritto all’inizio di questo pezzo, non ti abbandoneranno di certo semplicemente seguendo questo consiglio, ma almeno non ti porteranno alla distruzione totale del tuo bankroll in quattro e quattr’otto.

Giocare sull’up & down dei livelli ai quali ci approcciamo, è determinante per poter possedere una disponibilità economica sufficiente per continuare a giocare.

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D’altronde è sempre valido il concetto che dovreste conoscere a menadito: in un’attività come quella del fruttivendolo, prendiamo l’esempio più banale possibile, il bene che serve per continuare la sua attività è rappresentato dalla sua frutta e dalla sua verdura che scambia con il denaro che i clienti gli danno per acquistarla.

La contropartita di un giocatore di poker è invece esclusivamente il denaro, visto che è solo quella la moneta di scambio che ha coi suoi clienti, rappresentati dagli altri giocatori, dai suoi avversari. Una volta terminata “la merce” un giocatore di poker non può più aprire il proprio negozio.

Ai tornei la musica cambia

Questo vale ovviamente sempre per una specialità come quella del cash game, in cui non esiste in alcun modo la presenza del “Big Shot”, quella vincita importante raggiunta in qualsiasi fase temporale della carriera di un toneista che, per natura stessa del cash game, non potrà verificarsi in nessun caso.

L’ideale scaletta di gestione del bankroll e dei vari level up che si possono onorare nei multi-table tournaments, non dovrebbe mai prescindere, intanto, da una costanza e una cura maniacale della sua osservazione, ma soprattutto da un punto di partenza che ci insegni le regole basilari del poker.

Non parliamo esclusivamente di quelle che fanno capo alla mera osservazione dei puntelli regolamentari, quanto anche e soprattutto di quelle tecniche, che vanno assorbite trascrivendole su una virtuale lavagna bianca dove abbiamo appuntato ancora poco e niente, per evitare di porci di fronte a concetti che avremmo dovuto conoscere solo dopo le regolette iniziali che avremmo dovuto fare nostre.

A un giocatore alle prime armi, o comunque un esterno a cui interessa poco il poker, può sembrare che i migliori giocatori di poker abbiano scoperto il segreto di come vincere ogni volta a poker, eppure questo semplicemente non è vero.

Ciò che è vero è che quelli in cima alla pila sono giocatori di poker estremamente abili, ma sono anche alcune delle persone che studiano più duramente degli altri, lavorano costantemente sul loro gioco e cercano di migliorare.

Il vero segreto per vincere a poker è essere come loro e continuare a lavorare sul proprio gioco. se invece dovesse arrivare lo shot a inizio carriera, sfruttatelo come si deve. Continuate a giocare per imparare.

Foto Hompage: Big Shot Courtesy Alec Rome e Pokernews

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