Friday, Nov. 22, 2024

Strategia

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il 10 Set 2012

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I 7 peccati capitali dei microlimiti

I 7 peccati capitali dei microlimiti

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Per essere giocatori vincenti nel cash ai livelli più bassi (NL5, NL10) si deve giocare un poker abbastanza semplice: il cosiddetto ABC poker. E’ soprattutto importante ora che siamo agli albori del gioco sulle room italiane non cadere in tentazione e commettere azioni che a livelli più alti potrebbero avere un senso ma che nei micro stakes portano inevitabilmente cocenti perdite.

SUPERBIA

L’obiettivo è imparare

Giocare ai livelli micro avendo la presunzione di poter guadagnare ingenti somme è l’errore più comune che riscontro. Magari si parte con 10 euro su quattro tavoli nella prima sessione e si sale rapidamente a 100 euro avendo la sensazione di avere facilmente un elevato guadagno. I livelli bassi invece non devono essere altro che una buona palestra dove allenarsi a giocare cash game senza investire grosse cifre e rischiando quindi poco capitale.

INVIDIA

Non guardar solo le statistiche

Spesso leggo nelle guide che per giocare bene a cash game bisogna avere un valore di VPIP attorno a 20 e un preflop raise di 16/17. Giustissimo ma per seguire questi dettami vedo players che rilanciano a caso dalle posizioni di utg senza capire il perché sia giusto o sbagliato farlo. Non dobbiamo fossilizzarci troppo su questi numeri seppur sia logicamente sbagliato rilanciare il 3% delle volte e limitarsi al call nove volte su dieci: dovremmo cercare di capire perché è profittevole un certo tipo di comportamento al tavolo. Sarà poi naturale arrivare ai giusti livelli nelle varie statistiche o comunque dover fare piccole modifiche al nostro gioco.

IRA

Non insultare il fish

Il nostro guadagno deriva dai giocatori mediocri ma, nonostante questo, uno degli errori più comuni che riscontro è il farsi prendere dal tilt che deriva magari da una bad beat e iniziare a insultare i nostri avversari in chat. Dobbiamo cercare di mantenere sempre la calma perché sicuramente, se continueremo ad applicare con rigore le giuste tattiche, non sarà un colpo di sfortuna a compromettere il nostro profit ai tavoli. Errore ancora più grave è il voler spiegare a un fish il perché secondo noi la sua giocata sia sbagliata: le nozioni che iniziamo a imparare sono fondamentali e non dobbiamo cercare di istruire i nostri avversari invogliandoli a studiare il gioco.

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Come già accennato il più grande errore riscontrabile nei livelli più bassi al cash game è la voglia dei nostri avversari di chiamare in continuazione le nostre puntate. Tutti chiamano troppo quasi come se al NL10 il tasto call fosse molto più grosso del fold sullo schermo! Dobbiamo costantemente approfittare di questo errore e non farci prendere dalla noia di avere showdown value. Ai microstakes il maggior profitto che avremo deriverà dal value bettare: la value bet è una puntata che facciamo sperando di essere chiamati e viene tipicamente fatta al river quando ormai è deciso chi tra i giocatori porterà a casa il piatto. Quando abbiamo un punto di valore dobbiamo assolutamente mettere le nostre chips nel piatto e farci pagare sfruttando così tutte le calling station. A volte dovremo farlo anche in modo cospicuo soprattutto quando abbiamo il nuts e capiamo che il nostro avversario ha un punto forte: possiamo tranquillamente andare all in anche se il pot è piccolo perché un giocatore dei micro non si domanderà il perché della nostra mossa ma sarà pronto a pagarci.

AVARIZIA

Imparare a giocare post flop

Ai livelli bassi l’unica cosa di cui dovete preoccuparvi, oltre a estrarre soldi dagli errori dei vostri avversari, è imparare a giocare il board. Fondamentale sarà per scalare i livelli con rapidità e successo sapersi adeguare alle situazioni che si creano dal flop in poi, soprattutto se vorrete adottare uno stile abbastanza loose come è giusto fare nella modalità cash. La regola fondamentale ai micro è quella di mixare le proprie giocate ma comunque, vista l’alta percentuale di call preflop che riceverete, una continuation bet nella maggior parte dei casi non sarà sbagliata. In egual modo anche la second barrell sarà spesso profittevole perché come più volte detto ci troveremo di fronte una calling station.

GOLA

Non voler vincere tutti i piatti

Il peccato più frequente che ritrovo nei regulars dei micro è quello di voler vincere ogni piatto in cui entrano. Questo errore è chiaramente acuito dalla presenza di infinite calling station e dal basso valore monetario dei piatti. Quando rilanciamo preflop solamente per rubare i bui non dobbiamo farci ingolosire dalla voglia di conquistare il pot e ricordarci il motivo per cui abbiamo raisato. A volte poi sarà adeguato mostrarsi passivi perché daremo l’impressione di essere a nostra volta degli omini.

LUSSURIA

Non bluffare troppo!

Questo deve essere il diktat per ogni giocatore che vuole essere vincente nel cash game ai livelli più bassi. Pensare di bluffare e portare via il pot a un avversario che ci chiamerebbe anche con bottom pair è quanto di più sbagliato si possa pensare di fare. Questo non vuol dire che non dovremo mai tribarellare (puntare sia al flop, sia al turn, sia al river) con aria, ma significa che dovremo farlo con giudizio e contro un giocatore che magari abbiamo visto foldare al river dopo due call. Un altro errore lussurioso è la troppa voglia di catch bluffare i nostri avversari, cioè cercare di scoprire il loro bluff anche se in mano abbiamo un punto mediocre. Spesso i giocatori dei micro vogliono semplicemente rappresentare ciò che hanno in mano e quindi se punteranno sarà semplicemente perché hanno un punto: aspettiamo di aver in mano top pair per scoprire i loro bluff.

Articolo pubblicato su Poker Sportivo: il magazine del Poker ogni mese in edicola. Abbonati subito!

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