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Le 5 virtù dei dei migliori giocatori al mondo secondo Polk: “Ci vuole disciplina, ma anche fortuna”
Volete sapere cosa hanno in comune i migliori giocatori al mondo di poker?
Qual è in sostanza il segreto per raggiungere i massimi livelli? Quali sono le doti che contraddistinguono i più forti e famosi professionisti?
Prova a rispondere a tutte queste domande Doug Polk, che in uno dei suoi ultimi video elenca e descrive la “top 5 dei tratti caratteristici dei migliori giocatori al mondo“.
Polk spiega che spesso gli viene chiesto: “Qual è la differenza tra un giocatore decente e un grande giocatore?“. Ecco perché stila la sua Top 5.
N° 5 – L’intelligenza
Polk esordisce così: “Qualcuno avrebbe sicuramente posizionato l’intelligenza più alto. Io però penso che non sia così importante.
Spesso il poker è un gioco ripetitivo, dove l’intelligenza serve a poco se alle spalle non hai tanto studio su determinate situazioni ricorrenti.
A dimostrazione di questo spesso il fish al tavolo può essere un avvocato, un dottore, un businessman. Gente sicuramente intelligente che dimostra il proprio valore nel lavoro ma non per forza anche nel poker.
Ci sono molti giocatori di poker comunque che hanno un’importante bagaglio culturale alle spalle. Penso per esempio a Pratyush Buddiga, Cate Hall e Vanessa Selbst“.
N°4 – L’abilità naturale
Su questa è difficile lavoraci… Polk chiarisce: “Avrei voluto metterla un po’ più in alto. Quando nasci con una predisposizione sei chiaramente avvantaggiato rispetto agli altri.
Phil Hellmuth e Doyle Brunson per esempio sono personaggi emersi nel poker quando la matematica non era la cosa più importante.
Esempi più recenti di talenti naturali sono Isildur, Tom Dwan o Daniel Cates. Ovviamente loro avranno qualcosa da ridire, perché devi comunque impegnarti per stare sempre al top“.
N°3 – La gestione dei soldi
Polk in questo punto non si riferisce solo alla gestione del bankroll pokeristico ma delle proprie finanze in generale. Per portare un esempio negativo ci propone un’intervista di Bryn Kenney, che racconta:
“A 20 anni ho ottenuto il mio primo milione di dollari e sei giorni dopo avevo 100k. Quando ho avuto 3,5 milioni, cinque mesi dopo ero sotto di 4mila dollari. In tutto sono andato quattro volte broke“.
Può capitare ad un poker pro di finire ‘schienato’. Di solito, secondo Polk, questo capita perché sbagliano qualcosa nella scelta delle partite ma anche nella gestione dei loro soldi in generale.
Ricordatevi quindi di essere responsabili e sappiate che i migliori al mondo sanno gestire le loro finanze, non corrono il rischio di finire sotto un ponte.
N° 2 – Dedizione e perseveranza
Per Polk questo è un punto essenziale. Sentitelo: “Io per anni mi sono sbattuto giocando small stakes. Mi hanno perfino preso in giro nel forum 2+2.
Avrò giocato un milione di mani in break even, ma ho lavorato duro e non ho mollato. Ho capito in seguito che dovevo concentrarmi su un tipo di gioco dove ero molto bravo, cioè gli heads up.
Sapevo comunque di essere sulla buona strada e di poter arrivare un giorno ad affrontare i migliori. I risultati nel lungo periodo mi hanno dato ragione.
Certo, capitano a tutti i momenti negativi nei quali perdi soldi e reagisci male emotivamente. Questi però passano se sai quello che stai facendo“.
N° 1 – La disciplina
La cosa più importante per Polk è la disciplina in vari campi: “Devi capire quando sei in un pessimo tavolo. Devi sapere se hai dei leak da correggere con ore di studio. Devi fare level down quando non hai un bankroll sufficiente“.
Polk cita due nomi da prendere in esempio: Ben Sulsky e Isaac Haxton. Su di loro dice: “Sono al top da tanto tempo, non penso che sia una coincidenza. Sono entrambi molto disciplinati“.
Ecco come si può migliorare da un punto di vista disciplinare secondo Polk: “Devi chiederti se approveresti una certa decisione presa da un’altra persona.
Saresti d’accordo su uno shot con 17 buy-in di roll? Ti disturberebbe vedere qualcuno perdere 20 buy-in senza studiare? Insomma, fingi di essere un’altra persona“.
Polk dopo la sua Top 5 aggiunge un ultima cosa: “Ci vuole infine anche la fortuna, soprattutto se sei un torneista. Ci vuole fortuna sotto molti aspetti.
Non pensare di essere il migliore di sempre perché hai vinto un paio di tornei o qualche sessione cash. Non montarti la testa.
Anche se sei il migliore al mondo, sappi che avrai bisogno anche di fortuna per riuscire a dimostrarlo a tutti“.