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il 14 Giu 2017

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Holz si racconta a Polk: “In ogni campo per diventare il migliore devi lavorare 12 ore al giorno”

Holz si racconta a Polk: “In ogni campo per diventare il migliore devi lavorare 12 ore al giorno”

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Quando due tra i più forti pokeristi al mondo registrano un’intervista da oltre un’ora, si ottiene per forza qualcosa di imperdibile.

È quello che è successo ieri sera: l’americano Doug Polk ha ospitato in diretta Fedor Holz sul proprio canale YouTube.

La community pokeristica ha potuto godere di questo incontro durante il quale Polk e Holz hanno parlato di poker, business e non solo.

In realtà uno dei due continua a definirsi un ex poker pro, ma sappiamo bene quanto Holz abbia vinto anche in questo 2017.

Holz è ovviamente tornato subito sull’argomento: “Dopo la scorsa estate sono cambiate molte cose per me. Ero abbastanza sicuro di poter trovare qualcosa di nuovo, fuori dal mondo del poker.

Mi sono definito in pensione dal poker un po’ per scherzo, però effettivamente gioco molto meno rispetto ad un tempo“.

Si parla poi del Super High Roller Bowl e della sua struttura bellissima. Holz racconta: “Mi è andata di lusso, avevo quattro giocatori ricreazionali seduti proprio alla mia sinistra. Kevin Hart era chiusissimo.

È normale per noi pro avere un vantaggio. Solo giocando centinaia di ore a poker puoi renderti conto di certi dettagli. Questo è il bello del poker“.

Polk e Holz commentano alcune mani giocate tra loro e il tedesco spiega: “Uso molto l’intuito, che mi fa fare le scelte migliori basandosi su anni di esperienza.

Ormai gioco pochi tornei, per il loro value e per divertirmi. Valuto anche dove vanno gli amici e la bontà della location. La PCA per esempio offre bei tornei ma è uno dei posti peggiori per giocare a poker secondo me.

L’Australia invece è uno dei posti migliori per giocare a poker. La gente è aperta, le conversazioni al tavolo sono piacevoli e il cibo è ottimo.

Diciamo che conto di fare sempre quattro o cinque trasferte all’anno. Le mete imperdibili per me sono Barcellona, Montecarlo, Las Vegas e Macao“.

Holz spiega poi qual è stato il percorso che lo ha fatto diventare un grande poker player: “Quando ero più giovane volevo diventare il miglior giocatore di poker al mondo.

Per farlo ho dovuto concentrarmi su vari aspetti del gioco in periodi diversi. Per un periodo ad esempio mi sono concentrato sugli heads up, indispensabili se si vogliono vincere i tornei. In altri periodi ho studiato il gioco short stack, in altri su quello deep“.

Si parla in seguito di varianti e Polk se ne esce con una bocciatura secca: “L’OFC non è poker. È un gioco tipo il puzzle“.

Torniamo a Holz, che racconta com’è la sua vita ora: “Mi sono trasferito a Vienna circa 9 o 10 mesi fa. Non sono materialista, non mi sono comprato tante cose per la casa, però la sto rendendo accogliente.

La mia giornata tipo varia parecchio. Di solito comunque mi sveglio tra le 8:00 e le 10:30. Il mio focus è la mia compagnia Primed Mind. Lavoro tutto il giorno per farla crescere e trovare la gente giusta che lavori con me.

 

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L’idea dietro a Primed era raccogliere tutte le cose che hanno contribuito a rendermi un giocatore vincente e offrirle agli altri. Trova quello che ti piace, mettici passione e fregatene di quello che pensano gli altri.

A me piaceva molto il gioco e mi ci sono dedicato al 100%. Ho provato anche gli scacchi ma non è stata la stessa cosa.

Per cinque anni consecutivi ho speso 12 ore al giorno giocando o pensando al poker. Ero sempre seduto al computer cercando programmi, informazioni, ecc…

La gente mi dice che vuole diventare brava. Io chiedo a loro quanta energia ci mettono nel poker e magari mi rispondono che giocano tre volte alla settimana. Va bene, ma non dirmi che vuoi diventare il migliore se non ci metti il massimo impegno possibile“.

Polk è d’accordo: “Il mondo è competitivo. In ogni campo c’è chi è disposto a spendere tutte le sue giornate con il tuo stesso obiettivo“.

Holz riporta una citazione: “Devi lavorare come se ci fosse qualcuno che lavora 25 ore al giorno con il tuo stesso scopo.

Spesso la gente fa i complimenti a caso e sostiene che tutto è possibile, che ognuno può arrivare dove vuole. Non è vero. Nessuno di noi è così grande o speciale da ottenere le cose con facilità“.

Polk è sulla stessa linea: “Se fai schifo, perdi. A nessuno importa se hai dato il massimo. Se non vuoi perdere devi migliorare, imparare e smetterla di perdere“. Holz aggiunge: “Non puoi ottenere qualcosa con 100 ore di impegno e basta“.

Holz chiarisce il suo lavoro sulla app Primed Mind: “Siamo un team di sette persone. La app è una sorta di mental coach che aiuta a dare il meglio quando serve e richiede solo 10 minuti di tempo.

Abbiamo iniziato a lavorarci in ottobre. Abbiamo trasformato un’idea in un prodotto. Alla gente piace e sono molto felice. Penso che questa cosa sarà molto più importante del poker nella mia vita.

La media di gradimento è 9,6 su 10. I pochi feedback negativi riguardavano solo alcuni bug. Nessuno ha trovato inutile l’app.

Aiuta a performare meglio in ogni campo. Per noi pokeristi è importantissimo, visto che abbiamo dieci giorni all’anno dove facciamo l’80% dei nostri soldi. Dobbiamo arrivarci al massimo.

Per me è stato facile passare dal poker ad altro. Sono uno che pensa molto. Ho dovuto però fare uno stop totale di uno o due mesi per rendermene conto“.

Per finire, Holz racconta anche di aver tentato anche la strada del trading: “Mi hanno offerto un lavoro in una compagna di trading. Non ho accettato ma mi è servita molto l’esperienza.

È l’ambiente perfetto per un bravo pokerista. Se sei un pokerista esperto sai affrontare la varianza molto meglio di un trader. Comunque l’economia è un settore che mi interessa e che seguo“.

 

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