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Giuseppe Polichetti: “Ecco come ho vinto 600,000$ al Main Event WCOOP!”
I giorni trascorrono inesorabili, forse fa lo stesso anche l’emozione, ma i risultati non passano perché questi, soprattutto per chi li ha ottenuti, divengono da subito indelebili, segnando il destino, almeno in potenza, di una carriera. Poi ci sono i soldi, tanti soldi, cifre che “gonfiano” il conto in banca e permettono di pianificare, oltre al poker, anche la vita reale, quella fatta di sogni, possibilità e scelte.
A Giuseppe Polichetti, tutto questo, è successo in pochi giorni, tra un “Battle of Malta” concluso con un final table e tanta delusione ed un torneo online che non avrebbe dovuto vederlo allo shuffle up & deal. Sliding doors. Esistono anche nel poker e quell’eliminazione, per Giuseppe, ha rappresentato l’apertura di quella porta attraverso la quale, se fossero andate diversamente le cose in quel maledetto torneo live, non sarebbe mai passato.
Invece accade che rientri a casa, apri la lobby di quella poker room “.com” piena di opportunità e sogni e, con soli 220$, grazie ad un satellite, ti lanci nel torneo annuale online più ambito: il Main Event delle WCOOP da 5,200$ che “1M.BanKroLL” non avrebbe dovuto giocare.
Sappiamo tutti com’è andata. Due giorni di poker straordinario, aiutato da un’ottima run, hanno portato a Giuseppe 599,906$, grazie ad un 4° posto che, all’inizio del torneo, rappresentava solo un lontano sogno.
Ciao Giuseppe, complimenti! Come si trascorre la giornata dopo un risultato del genere?
Beh, io l’ho trascorso a dormire. Ho giocato 3 giorni il “Battle of Malta” più 2 notti per il Main Event WCOOP per un totale di 55 ore di gioco in 5 giorni. Non nascondo però che, tra un sonnellino e l’altro, leggevo i messaggi di affetto e di complimenti che mi arrivavano su Facebook, anche da parte di persone da me non conosciute. Di questo ne sono molto lusingato.
Hai metabolizzato velocemente la delusione per aver solo accarezzato il sogno della vittoria?
Non sono deluso, perché con lo stack che avevo 4 left, in un torneo del genere, contro 3 big stack, non vai più da nessuna parte se non raddoppi subito, cosa che ho tentato di fare con A9s da small blind: prendo il 9 al flop, ma il mio avversario, che mi ha chiamato con T5, hitta due magici T runner runner. Mi accorcio, così, ulteriormente e mando poi i resti nella mano che determina la mia uscita.
Quando hai iniziato a credere di poter arrivare fino in fondo?
Ogni volta che partecipo ad un torneo online penso sempre di arrivare fino in fondo. In passato dicevo sempre “beh, è difficilissimo arrivare in fondo, ci vuole troppa fortuna”, invece oggi sono consapevole delle mie forze e quando qualcuno mi chiede cosa farò in un dato evento, rispondo: “Cosa posso fare? Lo vinco!”. L’ho detto prima del “Battle of Malta” e l’ho pensato appena si è materializzato il ticket da 5,200$ per il Main Event vinto con un satellite da 220$.
Chi, tra i giocatori incontrati, ti ha messo più in difficoltà?
L’unica vera difficoltà l’ho avuta non tanto per le skill degli altri, quanto, al tavolo finale, per lo stack imponente di “SwissCantMis”: mi tribettava sempre ed io, da short, dovevo decidere quando pushare, quando fourbettare o quando foldare. Quella è stata la fase nella quale un avversario mi ha fatto soffrire, infatti, se vedi il replay del tavolo finale, una volta ottenuto il double up, ho ricominciato a spingere: in quella fase mi temevano tutti ed ero sicuro che sarei rimasto l’ultimo ad uscire, almeno fino a quando non ho perso il flip QQ contro AK.
Ricordi qualche mano chiave che ti ha lanciato nel chipcount?
Una delle mani importanti che mi hanno lanciato nel torneo, è quella effettuata contro un giocatore molto forte canadese, del quale, però, non ricordo con precisione il nickname, ma già lo avevo affrontato in passato.
Il bottone apre standard sui bui 5k/10k per 20k, lo small blind si appoggia ed io, da big blind, ero propenso a tribettare forte con AJ di cuori, ma ho soltanto fatto call pensando fosse un’ottima mano da giocare in un three way pot.
Il flop recita: Q picche, 7 cuori, 2 cuori. Lo small blind esce donkbettando per 27.500 chips, io chiamo, ma il bottone rilancia ad 85.000… lo small blind folda ed io mi limito al call. Questo è il mio pensiero in game: potrei andargli sopra, ma se avesse una Q potrebbe fivebettarmi e comunque non dimostrerei tanta forza, facendo invece soltanto call potrei confonderlo e far dubitare un set od un flash draw.
Il turn è un 5 di picche.
A questo punto betto 105k cercando di convincerlo che non ho progetti, ma un punto forte già fatto: se facessi soltanto check, regalerei una carta di cuori od una di picche a lui per fargli chiudere un progetto, dunque gli sto praticamente dicendo “Hey, il punto forte lo ho, se vuoi chiudere il tuo progetto devi pagare tanto!”.
Il river è un A di picche, ovvero il mio jolly! Decido quindi di puntare forte a 275k, lui inizia a tankare infinito: son convinto di essere avanti e metto il mio avversario su una mano come KQ o QJ.
Dopo circa 2 minuti di timebank il mio avversario fa call e gira QT. Vinco così un piatto che mi riporta tra i primi 20 del chipcount.
Era già preventivata la tua partecipazione o hai investito i soldi del final table del “Battle of Malta”?
Non avrei dovuto giocarlo: per fare un torneo da 5,200$ di buy-in con un field di 2000 persone, devi avere un bankroll di almeno 250,000$, cosa che non avevo. Sono maniacale nella gestione del bankroll.
La scorsa domenica pensavo solo a vincere il “Battle of Malta” e se cosi fosse stato, probabilmente, oggi non saremmo qui a parlare della mia vittoria da 600,000$. Dopo lo sconforto per l’uscita, torno a casa, apro la poker room di Pokerstars.eu e vedo che è partito un satellite da 220$ per il Main Event WCOOP con 25 ticket garantiti: gli iscritti erano tantissimi ed i ticket sono saliti a 92. In un’ora il ticket è vinto, così mi ritrovo nel torneo piu importante del mondo… da lì inizia la mia battaglia!
Come ci si approccia ad una maratona pokeristica simile, Giuseppe?
Bisognerebbe bere tanti energy drink o caffeina. Personalmente bevo molta Coca Cola Zero e tanto caffè, fatto con la mia amata caffettiera napoletana. L’ideale, però, sarebbe mangiare tanti carboidrati: un piatto di pasta o una pizza sono perfetti per un impegno simile.
Ho visto che hai chiesto più volte del deal: quanto è dura reggere una tensione tanto alta date le cifre in ballo?
La posta in palio era alta, ma puntavo solo a vincere! I 450k del quinto posto mi stavano bene, non ho cercato il deal, ho solo chiesto di vedere i numeri per capire quali persone fossero più decise a vincere e quali già appagate. Tutti mi hanno risposto “ok”, soltanto il chipleader, con un enorme stack, non era interessato: a mio parere era anche il più scarso del tavolo infatti, alla fine, ha fatto il deal da terzo prendendo 1,100,000$ quando, se avessimo fatto un deal a cinque, da chipleader, avrebbe preso almeno 300k in più.
Le persone decise fanno bene a non accettare il deal, ma le persone che peccano di presunzione dovrebbero pensarci due volte. Quindi, come spiegato, per me non era importante in quel momento il deal, era solo una strategia. Se si fosse arrivati ad un accordo, in quel frangente, non avrei mai accettato una cifra inferiore ad 1 milione di dollari, dato che ero anche arrivato terzo in chips.
Ci si sente mai appagati in una situazione del genere?
Ti senti appagato economicamente, ma dal punto di vista competitivo non lo sei del tutto. E’ vero, un quarto posto al Main Event WCOOP è da “wow!”, ma se lo avessi vinto sarebbe stato da “wow! wow! wow!”.
Quali sono, secondo te, le maggiori difficoltà che si incontrano in un torneo come il ME WCOOP?
Principalmente quelle di ritrovarsi in mani intrecciate, ovvero in cooler che se ti capitano contro giocatori del calibro di John Turner, Shane “shaniac” Schleger o Jason Mercier c’è il rischio che gliele lasci tutte. Questi giocatori non shovano mai con stack importanti, ma hanno la capacità di togliere tante chips all’avversario, cosa che riesce bene anche a me, onestamente, quando esprimo il mio A-game.
Raccontaci qualcosa di te: cosa ti ha spinto a scegliere Malta?
Malta è un’isola stupenda, ha un clima meraviglioso, la gente è socievole, si mangia bene, ma sopratutto è un paese ben governato. Se voglio vedere i miei cari, basta un’ora di aereo e sono in Italia. Con prezzi dei voli che sono davvero irrisori.
Quanto, questo torneo, cambierà la tua carriera pokeristica?
Beh, questo non lo so. Oggi, però, posso dire che i tanti sacrifici fatti sono serviti a qualcosa, quindi continuerò ad impegnarmi nel poker per cercare di diventare uno dei piu forti al mondo.
Una curiosità: in quale modo credi spenderai il primo dollaro dei 599,906$ vinti?
Lo userò sicuramente per acquistare una casa qui a Malta.
Ultima domanda: ci racconti, brevemente, com’era la tua postazione di gioco durante il Day 2?
Nessuna descrizione, ti mando, in esclusiva, la foto scattata appena prima di iniziare il Main Event (n.d.r. è la foto che trovate come copertina dell’articolo…)