Drammis sulla vittoria IPT: “Troppo aggressivo? Chi lo dice non conosce il gioco…”

Aggressive, fearless and a little bit lucky.

Nella  settimana che lo ha incoronato vincitore dell’IPT di Saint Vincent e della leaderboard del circuito, Domenico Drammis torna a parlare del final table che gli è valso la picca e un assegno da 130.000€.

Drammis ha saputo far valere la sua chipleading iniziando a mettere pressione sin da subito e, di certo, il colpo iniziale contro Riccardo Lacchinelli K8 > KK gli ha spianato la strada:

“Sicuramente è stata una mano molto importante – ammette “ddomenico” – e vincerla mi ha permesso di continuare ad adottare una strategia molto aggressiva, nel caso l’avessi persa avrei dovuto cambiare radicalmente l’approccio, il che sarebbe stato un oggettivo svantaggio. Nonostante sia stato molto fortunato, sono convinto che sia uno spot che non posso mai evitare in quella situazione. Al suo posto sarei stato sicuramente deluso, ma avrei reagito con tranquillità come sempre: i colpi si vincono e si perdono, that’s poker.”

In tanti, specialmente sui social network, hanno criticato certe giocate estremamente loose di Drammis. Ma è giusto ricordare che l’average media del tavolo si era accorciata sensibilmente e la maggior parte degli avversari non superavano la soglia dei 20BB:

“Beh chi ritiene che siano giocate -ev evidentemente non ha un bagaglio tecnico adeguato a comprenderle; per chiunque conosca un po’ il gioco sono cose intuitive. Da un punto di vista egoistico direi che la struttura è stata perfetta così, onestamente credo mi abbia favorito tanto. Mi piace tanto anche il gioco deep, ma oggettivamente ho parecchia più esperienza degli altri quando iniziano a crescere i bui. Guardando da un punto di vista generale invece credo che il giusto compromesso per l’accumulator potrebbe essere con soltanto due day 1, magari alzando il buy-in a 990€, in modo da mantenere il montepremi più o meno inalterato.”

In questa corsa verso il successo Drammis è incorso nelle maggiori difficoltà nei piatti che lo hanno visto di fronte a Domenico Rao, il giocatore decisamente più “naif” del tavolo:

“Sicuramente lui era una vera e propria mina vagante però non credo mi abbia messo più di tanto in difficoltà: mi ha vinto tanti pot ma ha runnato decisamente hot. Un buon giocatore deve essere in grado di adattarsi a qualsiasi tipologia di avversario ed io penso di averlo fatto al meglio!”