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Professione Reporter – L’evoluzione al tempo del Poker
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Un premio Pulitzer alla corte del Poker? Non credo capiterà mai, e forse è giusto così visto che ci sono cose decisamente più importanti di cui scrivere. Ma ultimamente mi capita spesso di parlare e di analizzare al meglio le prospettive presenti e future del mio lavoro di giornalista del poker.
Onestamente mi sento molto più vicino a uno scrittore che a un giornalista, più che della cronaca mi piacciono gli aspetti umani, le storie che si possono raccontare soprattutto fuori dal tavolo da gioco. Invenzioni creative di una realtà che se limitata al racconto delle mani di gioco trovo assolutamente asettica, banale e noiosa.
Ma il bello di questo ambiente è proprio che ce ne sono tante di persone su cui basare le proprie storie, belle o brutte che siano. Per ovvie ragioni, ovvero chi paga e perchè, non ci si limita per ora al solo racconto virtuale, a narrazioni che descrivano il gioco visto esclusivamente dal bar o dai salotti. Raccontare il poker è parte integrante di un qualunque reportage e un’analisi tecnica di una mano è una delle richieste più frequenti sui forum e sulla nostra rivista di PokerSportivo.
Anche se sono sempre di più i committenti che si rendono conto che il risultato importante è che un articolo (online o su carta) sia soprattutto letto e possibilmente apprezzato (ma questo non è propriamente essenziale se appunto è molto letto).
Per cui ecco che anche il giornalismo del poker comincia ad adeguarsi alle nuove richieste del mercato. Ecco che dalle semplici mani descritte nei dettagli, spuntano i commenti personali (ancora Tabù su qualche portale), i racconti dietro le quinte, gli stili tipici di ogni “penna” che racconta tramite i suoi occhi una storia che appartiene al grande mondo del poker.
Mi ci riconosco in tutto questo, voglio assolutamente che coloro che leggono un mio articolo vedano anche me negli spazi tra una riga e l’altra. Voglio che ci sia un po’ di poesia anche tra le mani di poker. Del resto Bukowski si raccontava spesso direttamente dall’ippodromo, che pure è un mondo decisamente meno colorato del nostro con le carte.
Quindi largo alle caratteristiche personali, ai commenti piccanti fatti con intelligenza (e si spera all’intelligenza di accettarli in chi legge), a chi racconta il poker tramite il “dress code” dei partecipanti, a chi ne racconta le gesta al bancone del bar o nelle serata post torneo. Tutto questo più delle mani stesse rende vivo il circo del poker. Con buona pace delle poker room che si ritroveranno visite per una storia interessante piuttosto che per una mano andata male.
Questo è l’aspetto più creativo del mio lavoro, quello che mi fa sorridere anche quando non si dorme per giorni interi o si fanno 1000 chilometri in due giorni. Ma ovviamente non ne è che un’altra parte del tutto.
Nel tutto ci sono poi le competenze sui social per esempio. Tre anni fa quando iniziai questo lavoro, non ero iscritto a FB. Twitter per me era una marca di patatine. E il SEO pensavo fosse una scuola per recuperare gli anni di studio perduto.
E la fotografia? La polaroid mi è stata subito bocciata quando ho detto che l’avrei portata al primo blog live. Non ho capito bene il perchè, probabilmente perchè era difficile inserire l’istantanea nel PC da mettere in rete. O non si riusciva a photoshoppare benissimo con il pennarello nero.
Forse ho esagerato, non sono poi così antico. Ma resta il fatto che ho imparato davvero tanto in questi anni di lavoro, anche in settori che non erano propriamente di mia competenza. E tante cose ancora voglio fare e imparare, perchè credo veramente che una figura professionale di questo genere sia assolutamente importante nel futuro.
In America ci sono blogger e portali che per esempio seguono live tutte le fiere di ogni settore così come facciamo noi con il poker. La figura del giornalista, inviato, fotografo e spesso anche videomaker è un bene prezioso e ben remunerato. Qua da noi sta pian piano prendendo piede malgrado la crisi, e sono sicuro presto sarà ancora meglio. Quindi meglio essere pronti.
Perchè oggi “blogg(H)er” è decisamente riduttivo per definire il mio lavoro. Ma forse domani anche “giornalista” lo sarà per raccontare quello che potrei (e vorrei) diventare.
EVOLUZIONE : “…progressivo ed ininterrotto accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti negli organismi viventi…”.
Vale per tutte le cose.
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