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Strategia

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il 1 Feb 2011

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Vari livelli di pensiero nel poker

Vari livelli di pensiero nel poker

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Seduti ai tavolo da poker affronteremo moltissimi avversari, ognuno con un diverso livello di preparazione con cui saremo in grado di stabilire la reale forza del giocatore stesso. Pensare su vari livelli ci permetterà di analizzare tutte le azioni per poter formulare a trecentosessanta gradi la giusta ricetta per batterli. L’abilità di approfondire una serie di azioni su vari livelli è ciò che distingue il giocatore completo dal dilettante.

Sarà necessario analizzare su misura, in base alla situazione e all’avversario che stiamo sfidando. Essere un gradino sopra di lui e capire il suo modo di pensare per poter effettuare la giusta contromossa e metterlo in difficoltà.

Il livello zero è il livello di partenza, uniforme a tutti i giocatori; è sapere cosa abbiamo in mano, quali mani superiori possono batterci e quali mani possiamo surclassare. Tutti sono in grado di capirlo, senza distinzioni.

Se raggiungiamo il primo livello allora siamo in grado di riflettere su ciò che potrebbe avere il nostro avversario. Ipotizziamo conclusioni senza avere una certezza ma in base alle sue mosse e alle sue azioni precedenti. Non teniamo conto però di quello che lui sta pensando, come se lui stesse agendo in funzione delle proprie carte, nulla più.

Per avere ciò dobbiamo arrivare al secondo livello e valutare a cosa il nostro avversario potrebbe pensare che noi abbiamo. Sono bravi giocatori? Nella loro mente elaboreranno anche questo. Cercheranno di capire cosa abbiamo in mano e sceglieranno le loro mosse in base a quello che pensano che noi abbiamo. Conviene considerare che idea si sia fatto delle nostre carte per avere una visione completa e decidere quale sia la strategia migliore per continuare il colpo post flop.

Salendo ancora incontriamo il terzo livello; prevede di pensare a quello che il tuo avversario pensa che tu pensi che lui abbia. Avversari capaci di usare la testa penseranno sul secondo livello, ossia come noi interpretiamo il loro gioco. Nel terzo livello bisogna pensare a come loro potrebbero valutare la nostra interpretazione delle loro azioni.

Dovrete “saltare” di livello in livello a seconda dell’avversario che vi si proietta davanti. Tenetelo bene a mente; non fossilizzatevi mai su un livello, specialmente quelli più elevati. Se con il quarto befferete spesso l’avversario forte, sicuramente vi farete rovinare dalla calling station che non si fermerà con la bottom pair di fronte al vostro fantastico quanto elaborato bluff.

Questo significa sfruttare i livelli di pensiero. “Scendete” fino al primo per battere il mediocre, “risalite” fino al terzo nel colpo successivo per eludere chi di poker ne capisce.

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Chiariamo una volta per tutte che pensare a livello uno non equivale ad essere dei giocatori scarsi ma adeguarsi al pensiero del proprio avversario. Dovremo essere solo un pelo avanti a lui. Se quest’ultimo pensa solo a cosa ha lui, è inutile chiedersi cosa pensa che abbiamo noi perché in maniera banale, non ci sta pensando. Sono importanti solo le sue carte. E agirà solo in funzione di esse. In questi casi stare a pensare più di tanto non serve.

Rimaniamo sui livelli più bassi anche quando le decisioni da prendere sono semplici; quando le chips che rimangono da puntare sono poche, quando lo stack è piccolo in confronto ai bui o quando stiamo affrontando il torneo da short stack; l’unica informazione di cui avremo bisogno sarà tra le nostre mani. Osservando le carte sapremo se la giusta mossa è spingere le ultime chips nel centro del tavolo o abbandonare ed aspettare un giro migliore.

Se l’ITM fosse a qualche player di distanza, spesso non dovremo elaborare troppo oltrepassando il livello zero. É una decisione da prendere senza ragionare a come i tuoi avversari giocano e pensano. Dovremo sfruttare le nostre mani premium e contare il nostro stack se vogliamo raggiungere la zona premi con tranquillità se la strategia che abbiamo adottato lo consente.

Decidiamo a livello zero quando abbiamo il nut e il nostro unico avversario è andato in all in. Chiameremo senza pensare ad altro che non sia quello che abbiamo in mano. Tutt’altra situazione quando abbiamo il nut ma ci troviamo a dover puntare invece che chiamare. Dovremo analizzare un attimo la situazione, far salire il nostro pensiero, e capire cosa c’è nella mente dell’avversario per riuscire a portare più soldi possibili dalla nostra parte.

Ci sono naturalmente anche casi in cui c’è bisogno di pensare più in profondità. Lo sforzo deve essere fatto quando incontriamo gli avversari migliori. Essere un gradino sotto a loro può crearci non poche difficoltà nella singola mano. Più ingenti sono gli stack più in profondità bisogna pensare. Lasciarci trascinare fino in fondo in una mano senza aver esaminato bene a quale livello di pensiero affrontarla può essere deleterio. Ad esempio non riusciremo a capire se la strana puntata più elevata rispetto alla media fatta dall’oppo può nascondere un bluff o un punto molto forte.

Chi pensa più in profondità ha chiaramente maggiori capacità di leggere le mani, ottenendo un vantaggio insuperabile.

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