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Strategia

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il 20 Nov 2012

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Quanto devono durare le nostre sessioni? Parte 2

Quanto devono durare le nostre sessioni? Parte 2

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Nell’articolo precedente abbiamo visto quanto dovrebbero durare le nostre sessioni di grinding, considerando l’aspetto della nostra “freschezza mentale“.

Sotto questo punto di vista, abbiamo anche analizzato le differenze che ci sono tra il cash game e gli MTT.

Analizziamo oggi, invece, tutte quelle situazioni dove dovremo imporci uno “stop loss“. Di cosa si tratta? Lo stop loss è una mossa strategica che ha lo scopo di salvaguardare il nostro capitale (bankroll) chiudendo la poker room dopo aver (down)swingato un numero predefinito di stack/buy-in.

Secondo molti giocatori professionisti, non è una strategia con un senso logico.

Effettivamente, a livello teorico, non dobbiamo smettere di grindare solo perchè abbiamo perso (per ipotesi) 5 stack in 1000 mani.

Gli aspetti che realmente vanno analizzati sono:

-Come ho fatto a perdere questi stack? Ho giocato male oppure li ho persi per colpa di qualche cooler (come KK vs AA)?
-Questi stack, appena persi, incideranno negativamente sul mio gioco (a livello di mindset)?
-Sto giocando il mio attuale A-Game oppure sono stanco/stressato/in tilt?
-Ho un bankroll profondo che può salvarmi dai momenti più cupi dove non vinco uno showdown?

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Se, e solo se, queste domande trovano una risposta positiva, non ha senso imporci uno stop loss. Detto ciò, la linea teorica non sempre rispetta quella pratica e, farsi un esame di coscienza, non è assolutamente sbagliato.

Difficilmente, soprattutto all’inizio della nostra carriera, quando non abbiamo ancora assimilato bene i concetti presenti in questo articolo, avremo delle “sessioni fiume” dove i nostri errori/meriti sono tendenti allo zero.

Ammettere d’aver sbagliato, riconoscerlo, capirlo ed evitare di ripeterlo non è una cosa semplice, è ovvio; partire con il pensiero orientato sulla frase: “sono stato sfortunato, posso continuare tranquillamente a giocare” non porterà da nessuna parte.

Dobbiamo cercare di orientarci sempre meno sul breve periodo e sull’esito di una singola sessione. Come ha recentemente detto Christian “IwasK.Mutu” Favale (in un’intervista rilasciata al nostro Marco Fava):

Non guardo più il profit a fine sessione o a fine giornata; cerco di guardarlo ogni 15 giorni o una sola volta al mese. Questo, secondo me, è un’accorgimento fondamentale per avere un’idea effettiva e reale di quella che è la long run. Capirla e comprenderla a concetto matematico (quasi filosofico) è semplice ma, se refreshamo il grafico di HEM ogni cinque minuti durante la sessione, significa che stiamo ragionando ancora in termini di small sample.

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