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Battere la Sfortuna nel poker texas holdem
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Un aspetto non tattico ma di fondamentale importanza, soprattutto per tutti quei giocatori di poker che dopo una bad beat hanno dei problemi di tilt e con l’aspetto mentale del proprio gioco, è affrontare la componente della sfortuna nel poker, e capire che ne esistono di varie forme. Quando i giocatori hanno strisce negative nei loro Sit&Go tendono a guardare i loro all-in; e curiosamente per molti giocatori vincenti i grafici come quelli del programma Hold’em Manager mostrano che sono stati sfortunati.
Penso che ciò faccia sì che le strisce negative siano insopportabili, anche per alcuni tra i migliori giocatori, sia che ogni pokerista percepisce alcune forme di (s)fortuna come accettabili e altre come inaccettabili.
Nei Sit&Go ci sono chiari esempi di questa teoria.
In alcuni tutto va contro di noi. Non vediamo carte nei primi livelli e ci ritroviamo direttamente nella fase push/fold così mettiamo nel piatto il nostro intero stack e veniamo puntualmente eliminati da una mano che ci domina o da una coppia più alta.
Il nostro torneo in questo caso è stato veramente sfortunato ma lo accettiamo in quanto è il prezzo da pagare per seguire la nostra strategia conservativa (nei primi livelli). Non ci preoccupiamo che un torneo possa essere solo una lunga sequenza di fold, un unico push (all-in) e quindi una sonora eliminazione. Finché facciamo un push con AJ, siamo chiamati da un avversario con AK e il board non ci aiuta (ma non da uno con A9 e un nove cade al turn), non ci sentiremo sfortunati.
Ma lo siamo stati.
Giochiamo il 10% delle nostre mani più o meno, cioè vedremo una mano valida circa una volta ogni dieci mani. Spesso però passeranno 30 o 40 mani senza avere una buona occasione per giocare. Alcune volte non vedremo una mano buona per tutto l’arco di un torneo; altre dovremo foldare AQ a seguito di un rilancio da posizione iniziale o foldare prudentemente asso e jack di picche se siamo i primi a parlare; altre ancora avremo una coppia piccola in posizione iniziale e non vorremo rischiare. Qualunque sia la ragione, di norma pescheremo qualcosa di valido e accumuleremo chips ma alcune volte questo semplicemente non accadrà.
Inoltre se avremo tante mani valide all’inizio e solo mani spazzatura alla fine, il Sit&Go sarà comunque compromesso perché saremo attivi all’inizio e calmi alla fine, cioè l’esatto opposto della nostra strategia migliore. Il nostro gioco si basa sulla capacità di trovare buone occasioni nella parte finale del torneo; se in quest’ultima fase non avremo carte valide, non potremo perseguire i nostri fini.
La sfortuna può essere anche più sottile. Chiami un rilancio con coppia di quattro sperando di trovare un tris. Se il flop è A – 4 – 3 potrai fare un bel double-up contro il tuo avversario che ha Asso e Re, ma se il flop fosse Q – 4 – 3 sarai già stato fortunato se porterai via al tuo avversario le chips della sua continuation bet. Guadagnare valore da un tris dipende dalla fortuna che abbiamo di trovare un avversario che chiude un punto.
Ma noi tutto questo lo accettiamo.
E penso che la ragione sia che è sì sfortuna ma è dovuta a una colpa che attribuiamo al computer: il generatore di numeri della poker room distribuisce le carte e se siamo stati fortunati è solo un risultato prettamente statistico.
Pensate ora al caso in cui qualcuno chiami un nostro all-in fatto con AK e mostri A-3. E al flop scenda un dannato tre di fiori. Ora è un uomo che ha sbagliato contro di noi. Noi stavamo semplicemente portando avanti la nostra strategia, cavalcando il flusso delle mani dateci dal generatore casuale e un maledetto donk è entrato nel nostro flusso e ci ha fatto diventare sfortunati.
Come ha potuto fare call? Urliamo verso il monitor, anche se vogliamo che ci faccia quel call altre volte. Ma il nostro “volere” non ci basta.
Noi dovremmo volere che un avversario con asso e tre chiami il nostro all-in fatto con asso e kappa e noi lo vogliamo le sette volte su dieci che il nostro kicker regge. Ma le altre tre…
E il peggio non è ancora questo!
Perderemo un colpo 70/30 sette volte su 10. Accettiamo questo razionalmente ma provate a usare la ragione quando ne perderete sei di fila. Non c’è nulla di enormemente improbabile in questo ma, se sono sei buy-in consecutivi che bruciamo, sicuramente tilteremo con maggiore facilità.
Una picchiata verso il basso seppur momentanea non riusciremo ad accettarla come una parte normale del nostro gioco, qualcosa che rappresenta solo una minima parte dell’enorme quantità di poker che affrontiamo.
In conclusione la (s)fortuna ci si presenterà mentre saremo seduti a un tavolo di Texas Hold’em sotto svariate forme ma in fin dei conti si tratta sempre della stessa medesima bestia. Questa fiera tra l’altro è l’unico avversario che a poker colpisce veramente chiunque: le skill che hanno i migliori giocatori (e cui dobbiamo tendere) non proteggono dalla varianza.
Tale bestia non rara sarà da combattere continuando a fare il nostro gioco migliore, cercando di fare i call corretti e perseverando nello studio per migliorarci continuamente. L’unico modo per fare tutto ciò è avere un buon mindset col quale passare sopra ai periodi sfortunati e il giusto aggiustamento ai tavoli da poker.