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Gabriele Lepore e il grinding di qualità: “Ognuno si prende i marginali che ritiene opportuni in base all’edge”
Quantità o qualità di gioco, quale aspetto privilegiare? La questione, aperta dalle dichiarazioni di Gabriele Lepore in seguito alla doppietta nei domenicali Sisal, sembra offrire inesauribili spunti di approfondimento tecnico.
Dopo aver sollecitato il contributo al dibattito di Antonio ‘mrprinco riv’ Volpicelli, siamo tornati da Galb per farci regalare un’ulteriore sbirciata sul suo peculiare approccio al poker, frutto di un’evoluzione professionale maturata negli anni.
IPC: Ciao Galb, innanzitutto una precisazione: cosa intendevi quando hai detto “Non sono più, o forse non sono mai stato, un grinder: ho sempre giocato più di qualità che di quantità”?
Gabriele Lepore: Intendevo dire che non sono un super grinder, tutto qua. In realtà ho grindato parecchio nei primi anni di carriera, specialmente quando giocavo sit&go. Poi ho deciso di diminuire un po’, alternando il live all’online. Tuttavia non ho diminuito il numero di tavoli, faccio semplicemente meno sessioni e gioco solo quando mi sento al 100%. Il numero di tornei totali è comunque diminuito perchè prima giocavo cinque giorni a settimana e ora ne gioco due o tre.
IPC: Quindi in buona sostanza il tuo segreto sta nella condizione psicofisica, nella freschezza.
Galb: Ti dirò di più. Quando sono al top della forma fisica e psicologica è un po’ come se avessi un Fuoco Sacro. Credo che, oltre alla preparazione tecnica, per un giocatore vincente sia fondamentale ricercare e coltivare questo stato interiore.
IPC: E per quanto riguarda la badrun? Come si fa quando, nonostante tutto, le cose proprio non vogliono andare per il verso giusto? Giocando di meno c’è il rischio che i downswing durino di più…
Galb: Ok, i periodi di buona e cattiva sorte saranno più lunghi, ma giocando con meno frequenza verranno tollerati meglio. Quando la run incide negativamente sui risultati c’è il rischio che lo faccia anche sul gioco. Succede anche ai professionisti. Io non faccio altro che evitare di giocare quando non sono motivato, sono stanco o non ho il morale giusto per affrontare al meglio la sessione. Anche io ho passato un periodo molto negativo, durato quasi due anni, in cui sono andato un po’ al manicomio (ride)… In compenso per mia fortuna non ho mai rischiato di andare rotto, anche grazie ad un’accorta gestione del bankroll.
IPC: Nell’intervista a Volpicelli si parlava del fatto che un grinding non incentrato sulla massa, per essere profittevole, necessita di sviluppare un considerevole incremento di edge sul field. Credi che ci sia ancora tutta questa dead money nei tornei online delle .it?
Galb: E’ vero che il livello delle .it si è alzato, ma per quanto mi riguarda vedo un sacco di gente fare ancora errori molto grandi. I giocatori amatoriali, anche se in minor misura, continuano ad avere leak molto pronunciati. I regulars invece, tranne quelli veramente bravi, sembrano spesso dei robottini che adottano linee di gioco molto prevedibili. Chiaramente la gente non ti lancia più gli stack addosso come una volta, salvo rari casi. Diciamo però che spesso te le tirano in maniera diversa…
IPC: Chiudiamo con una domanda tecnica. Generalmente come ti comporti con i marginali a valore atteso leggermente positivo?
Galb: Credo che ognuno dovrebbe prendersi i marginali che ritiene opportuno in base all’edge che ha. Quando ho giocato all’EPT, o in altri tornei molto duri, mi sono sempre preso gran parte dei marginali. Visto il livello molto alto, da quelle parti non c’era moltissima edge disponibile. Nei live italiani o negli mtt delle .it, invece, c’è quasi sempre un bel po’ di dead money che ci aspetta, basta solo sapersi creare le situazioni giuste.