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Il Dimensionamento del Bluff
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Il bluff è uno degli elementi più rischiosi e, di conseguenza, più affascinanti del gioco del poker. Nessun giocatore degno di questo nome vi dirà di non essersene mai avvalso, anzi. A volte riesce, a volte no, ma quando riesce ci si sente dei campioni.
Quante volte avrete sentito “sono andato all-in e lui ha foldato e io non avevo niente”. Di per sé sembra tutto corretto, ma la vera domanda è: il bluff è stato fatto nel giusto modo? Quanto c’era nel piatto? Quante chips ha rischiato il giocatore che ha poi vinto la mano?
David Sklansky è solito dire: “Punta abbastanza per fare il lavoro, ma non di più”.
Gli elementi di un buon bluff sono fondamentalmente due: cercare di intuire quale mano (o ventaglio di mani) potrebbe avere il nostro avversario e puntare abbastanza per farlo foldare qualora avesse esattamente quello che pensiamo.
Non si bluffa semplicemente per far foldare l’avversario, ma si bluffa per fargli foldare quello che pensiamo lui possa avere. E’ ovvio che se il nostro avversario avesse i nuts non ci sarebbe modo di farlo foldare. Ed è per questo che è indispensabile fermarsi a riflettere su cosa potrebbe avere in mano, in base al tipo di giocatore che ci troviamo di fronte, a come ha giocato fino ad ora, alle sue puntate…
Nel caso pensassimo di trovarci di fronte non ad un punto mostruoso ma medio, ecco che allora il bluff diviene un utile strumento per portarsi via il piatto. Tuttavia bisogna essere molto attenti a non rischiare più del necessario e quindi ad imparare a dimensionare il nostro bluff, in base alle nostre chips, alle chips del nostro avversario ma, soprattutto, in base alle dimensioni del piatto.
Facciamo un esempio di errato dimensionamento del bluff: Finale delle World Series Of Poker del 1979, heads-up, Hal Fowler contro Bobby Hoff. Entrambi con circa $200.000 dollari davanti. Prima del flop un raise ed un call, piatto di $20.000, ecco il flop:
q a k
Check di entrambi, turn: t
Ancora check e check, river: 7
A questo punto Fowler è andato all-in versando in un piatto di $20.000 ben $190.000 e Hoff ha foldato. Fowler orgoglioso ha quindi mostrato il suo bluff.
Anche se la mossa ha avuto successo il dimensionamento del bluff è stato errato. Qualunque Jack in mano a Hoff avrebbe dato a quest’ultimo i nuts e, di conseguenza, la vittoria del torneo. Rischiando una cifra pari o di poco superiore al piatto avrebbe ottenuto lo stesso risultato nel caso Hoff non avesse avuto scala, in caso contrario non avrebbe rischiato di perdere il torneo qualora il suo avversario avesse chiuso il punto.
Come commentò Sklansky, “…questa mano è andata persa nei meandri della storia proprio perché Hoff non aveva un jack, se l’avesse avuto questa giocata sarebbe oggi ricordata come uno dei più grossolani errori in una finale delle WSOP”.
In conclusione, ben vengano i bluff ma ricordatevi due cose: pensare sempre cosa potrebbe avere il nostro avversario e, soprattutto, non rischiare più di quanto basterebbe per fargli foldare la mano che voi gli fate.