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Poker tips: cold-call e cold 4-bet, parola a Galb
Dopo aver interpellato Gianpaolo Eramo sul check/raise river, torna il nostro appuntamento con la strategia.
Oggi abbiamo provato ad approfondire due possibili move pre-flop attuabili quando ci sono già stati due rilanci prima di noi.
Stiamo dunque parlando del cold-call alla 3-bet e della cold 4-bet, due azioni tra loro antitetiche.
La prima piuttosto passiva, ma non sempre sbagliata; la seconda decisamente molto aggressiva.
Per cercare di capire le situazioni in cui sono più profittevoli abbiamo contattato il Team Pro Sisal Poker Gabriele Lepore, che ci ha spiegato come e quando utilizzare questo genere di mosse in un torneo live.
“Partiamo da un presupposto: da un po’ di tempo a questa parte gli stack di partenza negli MTT live in Italia sono davvero profondi e nei primi livelli del torneo vi è una giocabilità che permette tantissime mosse diverse. Nella concezione del gioco odierna, un’apertura consona è di 2-2.5bb e la tribet è intorno ai 6bb. Un tempo le aperture erano decisamente più lunghe, pari quasi a una tribet odierna. Cosa fare, dunque, se ci troviamo in posizione con coppia di 8? Per quanto ci sia un original raiser che potrebbe rilanciare ulteriormente, flattare la tri-bet può essere sicuramente una opzione. Sarebbe un po’ come chiamare un rilancio old style, con l’handicap di un player che deve ancora parlare. Ma se i blinds non sono ancora incisivi, il cold-call può essere preso in considerazione visto che original raiser 4-betterà molto spesso solo da vero, presumibilmente intimorito dalla nostra giocata inusuale”.
La complessità di questa move sta nel saperla bilanciare:
“Questa mossa diventa bruttina quando la facciamo solamente con il classico range di mani che va da 7-7 a J-J, fino ad A-Q. Se vogliamo cold-callare una tribet dovremo essere bravi a farlo anche con una premium. Quando vediamo questa mossa fatta da un fish, solitamente viene attuata esclusivamente per set mining o comunque per hittare il flop. Un reg può sicuramente ampliare la profondità di pensiero su una scelta del genere: bilanciando il range di cold-call con monster o addirittura suited connectors potrà outplayare tante volte i propri avversari avendo il vantaggio della posizione”.
Le cose, difatti, cambiano quando giochiamo fuori posizione. Ed è qui che si apre il capitolo della cold 4-bet.
“Se apre mp, tribetta hijack e noi siamo cutoff, il cold-call con 10-10, come detto, ci può stare. Se invece siamo small blind può sicuramente essere preferibile cold 4-bettare. Sicuramente dipende tutto dagli stack e dagli avversari. E’ chiaro che tutto dipende dalle dinamiche del tavolo e da tanti altri fattori. Su un’action del genere una coppia è spesso un comodo fold. Se vogliamo essere più creativi o pensiamo di poterci prendere dei vantaggi sui nostri avversari, la cold 4-bet può essere una scelta interessante. Eppure, personalmente, preferisco fare questa mossa con un range molto più ‘finto’: cold 4-bettando fuori posizione stiamo rappresentando davvero tanta forza e faremo passare i nostri avversari molto spesso.“
La forza di questo genere di azione aumenta esponenzialmente con l’incedere del torneo:
“Nei primi livelli ha davvero poco senso inventarsi queste mosse: farlo in middle e late stage può aiutarci ad incrementare sensibilmente il nostro stack. Ad ogni modo credo che questa mossa sia sicuramente più incisiva se fatta fuori posizione: ciò che può indurci al quarto rilancio pre-flop è dato dalle dinamiche e soprattutto dalle posizioni dei primi due raiser. Se apre utg e tribetta utg+1 non potremo praticamente mai inventarcela finta da small blind. Se apre Cutoff e tribetta bottone le cose cambiano sensibilmente.”