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Alec Torelli: “Non modificate il vostro mindset sul finale di sessione!”
In un nuovo video pubblicato su Youtube, il professionista americano Alec Torelli ha analizzato un complesso spot giocato da un suo fan sul finire di una sessione di cash game live 1-2$.
Prima di entrare nel dettaglio tecnico della mano, Alec ha fatto una doverosa e tutt’altro che scontata premessa:
“Molto spesso, quando siamo in procinto di quittare una sessione, alteriamo più o meno volontariamente il nostro gioco: se siamo in profit tenderemo a giocare in maniera più tight per preservare il guadagno ottenuto, se siamo in perdita, allargheremo i nostri range cercando di recuperare il loss temporaneo. Beh, non c’è niente di più sbagliato: la differenza tra un buon giocatore e un professionista si vede anche in questi frangenti. Pensate cosa accadrebbe se un giocatore di NBA si rilassasse sul finale di gara. Modificare il proprio approccio al gioco a causa del ‘momento’ della partita è una scelta sempre sbagliata. E’ proprio in questi frangenti che si vede di che pasta siamo fatti.”
L’appunto di Torelli nasce infatti dalla premessa di hero, che ammette di aver già dichiarato al tavolo di quittare una volta tornato in posizione di bottone:
“Oltre ad essere una scelta quantomeno curiosa – ‘io non quitterei mai il bottone!’, rivela Alec – non possiamo pensare di giocare questa mano diversamente da come faremmo di solito. Dopo l’open Utg+1 di player lag a 8$ ci sono 4 call e hero (stack 298$) si ritrova con QJ da small blind. E’ chiaro che siamo invogliati da giocare in flat in modalità hit or folr, ma questo è proprio il metodo più rischioso. Credo che un fold sarebbe stata la scelta preferibile! Alternativa migliore al call è la tribet, che anche se non workerà con alta frequenza potrebbe assumere maggior valore considerando proprio il momento della partita.”
Anyway, passa al bb e siamo in un 5-way su flop JQK.
“Su questa texture mi piace molto donkbettare: in primo luogo per protection, per non regalare free cards agli avversari. In secondo luogo perché checkando saremmo costretti al check/call in tutte le street, sperando non esca una delle tante scary che rovinerebbe il valore della nostra mano. Allo stesso tempo, qualora la nostra donkbet, sicuramente percepita come strong, venisse raisata, sarebbe un comodo fold. Jeff decide invece di check callare la bet 30$ del primo flatter, che sappiamo essere sensato”.
Il turn è un 8:
“Questa carta è sostanzialmente una blank. Qualora avessimo donkbettato sarebbe ottima per una secondbarrell, avendo scelto la linea del check call, come detto, siamo nuovamente ‘costretti’ a check/chiamare una nuova, eventuale puntata di oppo. La puntata arriva: 60$. Rilanciare sarebbe una follia, e nonostante le tante scary, hero, a questo punto giustamente, gioca nuovamente in check-call.”
Il river è un 9:
“Hero checka e passa sull’all-in di oppo. Il fold, a questo punto, è sicuramente corretto, visto che nel range avversario ci sono tantissime combo di 10-x. Poco importa che mostrerà 3-3, per una linea a dir poco spewer: l’errore principale in questo spot è stato il call preflop, sapendo di giocare la mano in ‘pot control forzato’ per l’anticipata decisione di abbandonare il tavolo la mano seguente!”