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il 31 Ago 2010

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Giocare le monster hand preflop e postflop

Giocare le monster hand preflop e postflop

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Quando si gioca un torneo, specialmente un grande torneo, e magari non si ha uno stack tale da permettere un gioco un po’ più loose, ecco che ci vediamo costretti ad aspettare una mano “decente”, meglio ancora una monster hand come A-A o K-K.
A volte purtroppo tale monster hand ci capita nei momenti meno adatti, come quando siamo UTG. In questo caso possiamo sia limpare, sperando che qualcuno in late position rilanci così da poter piazzare il nostro reraise, oppure rilanciare direttamente.
I pericoli insiti in queste due scelte sono chiari: potrebbe sia capitare di ritrovarci al flop con molti avversari (qualora avessimo solo limpato da UTG), situazione di non facile gestione in quanto A-A gioca molto bene contro uno o due avversari ma è notevolmente sfavorita contro molti avversari, soprattutto se non scende un asso al flop.

Oppure potremo guadagnare solo i bui se il nostro rilancio da UTG avesse spaventato l’intero tavolo.
Ma veniamo al caso ideale: siamo in late position e ci arriva A-A. Decisamente un bel regalo, non solo per la mano più forte preflop ma anche perché, parlando fra gli ultimi, possiamo fare la nostra mossa in base a come si comporteranno i nostri colleghi costretti a giocare prima di noi.

Tocca a noi parlare, nessuno ha rilanciato e noi piazziamo un bel raise così da rimanere al massimo contro uno o due avversari. Un solo call. Al flop scendono Q-8-3 di semi diversi, il nostro flop ideale con A-A, nessun pericolo imminente di scale e/o colori. Siamo certi che il nostro avversario checki per lasciarci la parola ma invece ci piazza una puntata molto sostanziosa, cosa fare?

Questa è decisamente una bella domanda. Inutile dire che non c’è una risposta univoca e valida nel 100% dei casi, del resto nel poker non c’è mai, è uno dei giochi più belli del mondo proprio per questo. Dobbiamo quindi fare la scelta giusta al fine di non farci sbattere fuori dal torneo.

Iniziamo con l’analizzare la situazione: nel 90% dei casi, quando vi è un aggressore preflop (raiser), nel postflop gli si cede molto spesso la parola. Ecco perché vi aspettavate un check da parte del vostro oppo. Questa è la cosiddetta situazione standard.

Due eccezioni a questa consuetudine sono rappresentate da una piccola puntata o da una grossa puntata, alle volte addirittura un all-in, da parte del vostro avversario. Nel primo caso si vuole tentare una “blocking bet” (puntata di blocco), ossia il vostro oppo ha un certo interesse per il flop ma non vuole pagare una cifra esorbitante per vedersi il turn e magari anche il river.

Così effettua una puntata abbastanza contenuta sperando in un vostro semplice “call”. Qui è caldamente consigliato rilanciare in modo da non dare un’altra carta ad un costo contenuto. Se il nostro avversario vuole giocarsi un progetto, magari fuori odds, dobbiamo cercare di fargli pagare il massimo.
Nel secondo caso l’oppo cerca di farvi foldare prendendosi il vantaggio dell’aggressione. Anche con A-A in mano ed un flop Q-8-3 di fronte all’all-in del nostro avversario dobbiamo soffermarci a riflettere perché ci sone buone possibilità che i nostri American Airlines siano già battuti.

Le analisi statistiche ci dicono che spesso questo tipo di aggressione preflop nasconde un bluff, specialmente se effettuato da parte di un giocatore aggressivo. Ma potrebbe anche nascondere un set di donne, otto o tre. Cosa fare dunque?

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Qui dobbiamo concentrarci esclusivamente sull’analisi del giro di puntate preflop e, soprattutto, del nostro avversario. Innanzitutto guardiamo dove è seduto l’altro giocatore. Se è in UTG potrebbe aver limpato con Q-Q nella speranza di un raise da LP, cosa che poi è avvenuta. Se fosse un giocatore aggressivo probabilmente vi avrebbe controrilanciato. Se invece è seduto più avanti è facile pensare che con una coppia di donne avrebbe rilanciato lui stesso preflop, cosa che non è avvenuta, quindi possiamo escludere con una certa approssimazione la coppia di donne in mano.

Più difficile è il caso di 3-3 o 8-8 normalmente giocati con un semplice limp in un tavolo completo da otto, nove giocatori. Qui entra in gioco l’analisi del giocatore: è aggressivo? È tight? Gli avete visto giocare mosse simili in precedenza? E’ solito andare all-in al flop?

Nel primo caso è più che probabile che il suo all-in nasconda una mano marginale (anche se non dovete dimenticare che, magari una volta su dieci, i giocatori loose aggressive hanno veramente un grosso punto in mano, è proprio il giocare sempre aggressivi che rende difficoltosa la loro lettura, anche quando sono veramente blindati e non bleffano).
Nel caso si tratti di un giocatore tight l’all-in sarebbe una mossa molto insolita, i giocatori prudenti non rischiano tutto il loro stack se non sono più che certi di essere davanti. Più probabile che con una mano blindata optasse per un check nell’attesa della vostra continuation bet.

Il fatto di avergli visto giocare piatti simili in precedenza qui risulterebbe molto utile per farsi un’idea.
Anche l’utilizzare l’all-in spesso oppure no può essere determinante in questa situazione. Un giocatore che non avete mai visto andare all-in fino ad ora fa molta più paura rispetto ad un altro che lo utilizza soventemente.

Ultime due importanti considerazioni: Con che mani gioca solitamente? Qual è il buy-in del vostro torneo? In realtà queste due domande sono molto collegate. In tornei e sit & go a basso buy-in se ne vedono di tutti i colori e quindi non si potrebbe escludere un call al vostro raise con mani spazzatura tipo 8-3, Q-3 eccetera (tutte mani che qui darebbero una doppia coppia), cosa invece notevolmente più difficile quando il buy-in più alto ha l’effetto di selezione naturale di un certo livello di gioco.

Nessuna risposta univoca dunque, ma una serie di domande che se prederete l’abitudine di farvi in queste situazioni vi permetteranno di massimizzare le vostre mani.

Buon gioco!!

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