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Mateos scudiscia Carrel nella semifinale del WSOP Championship Heads-Up con un hero call da antologia!
Quando il gioco si fa duro…
Ecco scendere in campo, pardon, sedersi al tavolo da gioco, due tra i più brillanti esponenti del poker internazionale. Entrambi giovanissimi, stravincenti e con una voglia matta di dimostrare a tutti, per l’ennesima volta, che quando ci sono loro non ce n’è per nessuno.
A differire sono però gli stili: molto più conservativo quello di Adrian Mateos e decisamente più ‘spewy’ quello di Charlie Carrel, sebbene si parli comunque di uno che i soldi col giochino ha imparato a farli per davvero.
La semifinale del Championship heads-up da 10.000$ di ieri sera è stata quasi una finale anticipata. Non ce ne voglia l’ottimo John Smith, capace di centrare un clamoroso back to back al final table del suddetto torneo a distanza di dodici mesi, ma il suo poker tutto cuore e istinto non regge assolutamente il confronto con l’agilità mentale dei nostri protagonisti.
Ecco quindi che dopo nemmeno una trentina di mani arriva il colpo che non ti aspetti. O che forse, dal momento che sei stato sveglio fino alle 4 di mattina per seguire l’action, speri che capiti quanto prima. Siamo al livello 12K/24K e Mateos apre le danze a 50.000 con J 8
, Carrel tribetta a 175.000 con 7
3
e lo spagnolo flatta. Fin qui nulla di strano, eccezion fatta per la mano con cui Charlie ha scelto di 3-bettare: la deepness sicuramente lo consente, ma a intestardirsi troppo poi capita che…
…Capita che su flop 9 8
4
Charlie sia quasi obbligato a c-bettare e Mateos a chiamare. Sul 2
turn, carta praticamente ininfluente se non per il fatto che si apre un draw a fiori, capita che l’inglese continui sulla sua linea e ne metta altre 300.000 sul piatto. Call.
Capita infine che su Q river il vincitore del main event SCOOP 2017 sul ‘dot com’ decida di mettere una bella pila da 648.000 gettoni, mandando l’avversario in the tank. Combinarla a uno come Mateos, che a 23 anni ha già vinto 3 braccialetti e circa 9 milioni di dollari nei circuiti live, non dev’essere proprio la cosa più facile del mondo.
Lo spagnolo non sembra capacitarsi dell’accaduto sebbene non dia troppo a vedere, mentre Carrel attende quasi imbalsamato, con le dita affossate nella scapola e il pollice a coprire la giugulare, il suo verdetto. Pensa che ti ripensa Mateos alla fine le mette al centro e azzecca il call. Da quel momento l’inerzia dell’heads-up passa dalla sua parte e nel giro di una decina di mani chiude la pratica.
Proviamo insieme a capire le ragioni di questo hero-call effettuato in una fase decisamente importante del torneo, a dimostrazione del fatto che il ragazzo tutto può essere fuorché money scared: il flat preflop in posizione, sulla 3-bet di uno come Carrel a cui piace inventarsela ogni tanto, non ha nemmeno bisogno di essere commentato.
Stesso discorso per la chiamata al flop, con middle pair su board 9 high non c’è ragione per fare altrimenti. Il discorso cambia decisamente al turn: quando Mateos effettua il call significa che nella sua testa ha già pianificato di chiamare diversi river. Potrebbe foldare su fiori – non è da escludere che Carrel possa aver 3-bettato con A-x a fiori, c-bettato su quel board e sparato una second-barrel dopo aver guadagnato equity al turn – così come su Asso o Kappa, o addirittura nel caso in cui cascasse una undercard, anche se in questa sede parliamo solamente in linea teorica.
La Q al river però è davvero la carta ideale per effettuare il call: considerato che J-10 è perfettamente nel range di Mateos, shovare proprio sulla Dama è una leggerezza non da poco da parte dell’inglese. Sostanzialmente sta raccontando di aver 3-bettato, sparato la prima in bianco, sparato la seconda in bianco e aver pescato la gutshot proprio al river. Si perché, salvo una history particolare tra i due, Carrel avrebbe difficilmente fatto la stessa action con Kappa e Assi – dopo due barrel avrebbe al limite check-callato il river – mentre con set ci viene difficile pensare a una linea così strong considerato il board che non presenta grandi insidie.
Insomma, di combo plausibili ne rimangono poche, forse A-Q, magari anche a fiori, ma pure in questo caso andarci così pesante in assenza di metagame sarebbe azzardato, dato che Mateos potrebbe benissimo aver deciso di trappare con una monster hand.
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La reazione stizzita di Carrel dopo il call di Mateos
Come dichiarato al termine della sfida alla bella Tatjana Pasalic: “Ho studiato tanto il gioco di Charlie a casa, prima di affrontarlo, ed ero cosciente del fatto che su alcune texture avrebbe potuto combinarmela. Ci ho pensato a lungo ma alla fine c’erano troppi bluff nel suo range e non potevo più passare.”
E bravo Adrian, che dopo questa spazzolata ha avuto strada libera per raggiungere la finale e metter le mani sul suo terzo braccialetto in carriera. E voi al posto suo avreste trovato il coraggio di chiamare?
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