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Istruzioni per l’uso: la thin value-bet nel cash game
Per thin value bet si intende una puntata per valore molto marginale effettuata in alcune situazioni limite con lo scopo di ottenere un leggero profitto, e che a volte può portare a soccombere a mani migliori.
Gli specialisti cash game più forti sono maestri in questo tipo di bet: saper estrarre il massimo valore possibile da mani marginali è sicuramente uno dei paletti che separa un buon giocatore da un top player!
Prima di tutto, è necessario distinguere questo tipo di action da una semplice value bet.
Quando siamo in game, capitano molto spesso situazioni in cui è piuttosto intuitivo capire che bisogna puntare. Esempio molto banale può essere un set di 4 su board J 7 4 A 2; qui il valore di una puntata è estremamente alto e lampante.
In altri casi “grigi” invece, la nostra mano sarà buona rispetto ad una discreta fetta del range avversario e perderà contro la restante parte.
Esempio: apriamo da BTN con 68, flatta il BB, su board 8 A 9 check / cbet /call. Turn T check / check, river 6 decidiamo di bettare: qui stiamo effettuando una thin value bet!
Capire l’utilizzo di questa move è fondamentale, considerando il fatto che nel lungo periodo spot simili saranno molto ricorrenti e profittevoli e che, in linea generale, gli avversari al river sono sempre tentati dalla voglia di bluff catchare.
Altro aspetto molto importante: quali sono i player più vulnerabili sotto questo punto di vista?
I giocatori occasionali sono bersagli ideali per le thin value bets in quanto tendono a chiamare troppo spesso con mani in grado di battere solo un bluff, come top pair senza kicker o mani peggiori.
In generale quindi, contro fish registreremo la probabilità maggiore di successo, ma lo stesso discorso non è da escludere quando parliamo di avversari esperti.
Una buona lettura e buone capacità di interpretazione della texture ci aiuteranno ad intuire quando una puntata è preferibile ad un più prudente check, anche contro i regular presenti al tavolo.
Ultimo elemento da considerare, non per importanza, è la size della bet; a seconda del proprio avversario e della propria immagine si possono modulare diversi importi.
Contro gli avversari più passivi, una bet più piccola di metà piatto può funzionare. Offrire un buon prezzo al proprio avversario è il modo più semplice per allargare il suo range di call: players di questo tipo non sanno tramutare in bluff le proprie mani più deboli e potrebbero farsi ingolosire da uno showdown economico.
Contro reg invece, utilizzare una size leggermente più grande potrebbe essere l’ideale: lo scopo di una bet più sostanziosa con una mano media è quello di impoverire i bluff catchers avversari. C’è però da dire che molto spesso la size della thin value bet è più “sottile”, ovvero piccola in rapporto al pot, sia per indurre l’avversario a chiamare da sotto con il suo poco valore (o in bluff-catch), sia per limitare le perdite nei casi in cui il nostro valore medio-basso non sia sufficiente a prendere il pot.
Ma attenzione a non abusare troppo del thin value: è sì un’arma molto efficace, soprattutto ai microlimiti, ma i giocatori più preparati sono in grado di riconoscerla e di attuare le dovute contromisure!