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L’importanza delle strade di gioco nel poker: il preflop
Nel Texas Hold’em l’azione si divide in quattro fasi principali, che corrispondono ai quattro giri di puntate.
Ognuna di queste corrisponde a una “strada”: preflop, flop, turn e river.
Quest’oggi passeremo in rassegna la fase successiva alla distribuzione delle carte, il preflop.
Descrizione e definizione
Come spesso accade per il gergo pokeristico e non solo con l’italiano, sono tanti i termini presi in prestito dall’inglese.
Il preflop, ovvero il momento precedente alla stesura del flop – le prime tre carte sul board – è quello nel quale i partecipanti danno inizio al giro di puntate a partire dal giocatore subito alla sinistra del Big Blind.
Il rilancio minimo nel Texas Hold’em è sempre almeno il doppio del Big Blind, mentre la 3-bet deve essere il doppio del minimum raise meno l’entità del Big Blind.
Cosa succede in questa strada
Molto banalmente, in questo frangente i giocatori scelgono se e come entrare in gioco.
Il se è legato all’opzione “fold”, il come invece a una semplice chiamata o un eventuale rilancio, sia da primo che sul rilancio di qualcun altro.
- call: entrare in gioco limitandosi a mettere l’importo del big blind (limp) o chiamando un rilancio (flat).
- fold: passare la propria mano
- raise: rilanciare minimo il doppio del big blind se primi a fare azione (opening raise) o effettuare una 3-bet/4-bet/… (il doppio del rilancio effettuato meno il big blind).
In genere accade che a seguito di un rilancio uno o più giocatori prendono parte al piatto, sia limitandosi a chiamare l’entità del rilancio che effettuando un controrilancio.
Se non si arriva a uno showdown (ovvero due o più giocatori hanno messo tutte le loro chip in mezzo) la mano procede e si va al flop, in caso contrario i giocatori coinvolti girano le proprie carte e il dealer stende il board. –
E’ possibile anche che uno o più giocatori siano all-in e altri due o più siano ancora in gioco con delle chip. In questo caso si formeranno due o più pot, e il dealer procederà con il flop.
Come migliorare il proprio gioco preflop
Una conoscenza discreta dei range, ovvero del ventaglio di mani sul totale delle possibili carte distribuite, è un requisito fondamentale per approcciare qualsiasi disciplina del Texas Hold’em, dai tornei a cash-game, dagli Spin&Go agli Heads-up e quant’altro.
Il concetto fondamentale è che ogni combinazione formata da due carte ha la propria “forza” (equity) e a seconda della posizione, aspetto capitale nella strategia del gioco, sarà più o meno vantaggioso giocare una mano in un certo modo.
I range coi quali entrare in gioco non sono qualcosa di assoluto ma sono la conseguenza delle tendenze/abitudini del field. Questi variano anche in base a delle info specifiche su un dato giocatore (es. se un avversario tende a passare troppo spesso quando subisce un rilancio sul big blind, il nostro range di apertura sul suo buio potrebbe essere più largo del normale), agli stack in gioco, alla fase del torneo, al fattore ICM…
Grazie a dei software appositi è possibile conoscere la strategia di base ottimale, a patto che i nostri avversari giochino seguendo gli stessi principi. La GTO (Game Theory Optimal) infatti, dà il suo meglio contro chi gioca una GTO peggiore, ma se i nostri avversari mostrano delle tendenze specifiche sulle quali possiamo trarre vantaggio (exploit) non approfittarne sarebbe un delitto.
Per quanto riguarda i range coi quali entrare in gioco preflop, di norma questi saranno più stretti nelle prime posizioni (UTG, UTG1, UTG2), un po’ più larghi in quelle intermedie (MP, MP1), progressivamente più larghi in quelle più lontane (HJ, CO, BTN) e nuovamente stretti da SB e BB (sui blind il discorso cambia in caso di blind war, ovvero quando nessuno fa azione e SB ha la parola sul BB).
Lo studio e la review diventano imprescindibili per capire in che modo implementare il proprio gioco. Chi gioca regolarmente i tornei online, così come chi gioca cash o Spin&Go, non può esimersi dall’utilizzo di un software di analisi (HUD).
Soltanto riavvolgendo il nastro e osservando a mente fredda in che modo ci si è comportati in una determinata situazione si possono fare dei passi concreti in avanti nella conoscenza del gioco.
Mosse preflop da implementare
La maggior parte degli errori che si commettono nel poker hanno origine proprio nel preflop.
Capire contro quali range andremo a scontrarci è fondamentale per impostare una strategia vincente. Per fare un esempio banale, 3-bettare da late position le aperture di UTG con il 40% del range ci porterà sicuramente a perdere dei soldi nel lungo periodo, perché andremo a scontrarci contro un range decisamente più forte del nostro.
Il nostro range inoltre, dovrà essere il più possibile bilanciato al fine di dare meno indizi possibili ai nostri avversari. Se su 200 mani ne abbiamo giocate 10 aprendone 8, probabilmente non stiamo difendendo a sufficienza il big blind. Allo stesso modo, se apriamo tutti gli “unopened” (i piatti nei quali siamo i primi a fare azione dopo uno o più fold avversari) qualcuno potrebbe approfittarne 3-bettando più largo del previsto.
Molti amatori tendono a utilizzare size diverse in base alla forza della propria mano preflop: questo è uno degli errori più comuni che “face-uppa” il range agli occhi dei più esperti. C’è anche chi si ostina a voler vincere per forza con una buona starting hand preflop, nonostante il board e la situazione di gioco non siano delle migliori: il poker è un gioco di strategia e sapersi adattare alle situazioni è il segreto per risultare vincenti.
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