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Bullare Phil Ivey
E’ il Roger Federer dei pokeristi, basta il suo nome per incutere deferenza e timore reverenziale. Figurarsi quando lo si trova al tavolo verde in carne e ossa, pronto a ‘bullare’ gli avversari per accumulare le loro chips…
Eppure anche un mostro sacro come Phil Ivey può a sua volta essere bullizzato: in fin dei conti stiamo parlando di un essere umano che non può vincere tutte le mani, tanto più in un gioco come il Poker Texas Hold’em, dal cui dizionario le parole “mai” e “sempre” sono bandite.
Ma come si fa a ‘bullare’ IL RE? Decisamente sembra più facile a dirsi che a farsi… A spiegarlo bene hanno provato i poker pro Grant Denison e Jonathan Levy nel libro “How can he fold?”, di cui pubblichiamo un estratto ripreso dal portale statunitense CardPlayer.
La mano
I due autori analizzano una mano in cui Ivey folda da meglio contro Isaac Haxton nella bolla piena del 250.000AU$ High Roller Aussie Millions 2014.
Blinds 20.000/40.000, Ivey ha uno stack di due milioni di chips e difende il grande buio con A2 sulla apertura di ‘Ike’ da early position.
Il regular high-stakes ha uno stack di 3 milioni 400 mila e ha rilanciato 95.000 con AT.
Flop 249 Ivey check-chiama la cbet 160.000 di Haxton.
Turn 5 Ivey checka di nuovo, Haxton spara 500.000, dopo una bella tankata il Re opta per il fold.
Il raise flop
Denison e Levy discutono del mancato raise flop di Ivey, che con le tre prime carte comuni ha trovato bottom pair e progetto di colore nuts.
Per i due professionisti Ivey si limita al call un po’ perchè ha comunque valore di showdown, un po’ perchè non vuole ‘gamblare’ la bolla del torneo High Roller:
“Non sarebbe affatto terribile mettere altre chips in mezzo con una mano così mostruosa – dice Grant – è possibile che la bolla sia ben presente nella testa di Phil e che non voglia flippare contro una overpair avendo lo stack più corto dei due nella mano”
“Sì sono d’accordo, la maggior parte delle volte Isaac giocherà con tutte le overpair al 50% di equity contro la mano di Phil – dice Jonathan.
Ovviamente tutto questo per quanto riguarda la parte del range di valore di Haxton, quindi le mani con cui avrebbe seguito il raise di Ivey. Nella mano specifica però un raise sarebbe bastato a garantire al Re il pot:
“Se Phil avesse rilanciato avrebbe vinto un pot significativo senza dover migliorare o heracallare nel prosieguo della mano – conclude Grant.
Massimizzare la fold equity
Per i due autori la chiave del fold di Ivey è la size scelta da Haxton al turn. Puntando 500.000 su un piatto di 565.000 Ike vuol far foldare una coppia debole o un progetto, che è esattamente quel che succede.
Dal canto suo Ivey potrebbe anche andare all-in: secondo Denison e Levy evita perchè crede di avere poca fold equity e con una sola carta che deve scendere a equity non sarebbe messo bene contro i set e le overpair che Haxton rappresenta con la sua azione.
“Se questa mano si fosse verificata due ore prima della bolla Ivey non avrebbe mai preso questa linea nel modo più assoluto – dice Jonathan.
I due elogiano poi la giocata di Haxton:
“Ha dimensionato in modo da intimidire un grande giocatore nel momento giusto. Al posto di Isaac tanti giocatori avrebbero checkato al turn o puntato una dimensione standard, intorno ai 300.000. Isaac ha realizzato che puntando close-to-pot avrebbe sia rappresentato forza che messo Phil di fronte a una scelta critica”.
Con quella size infatti ‘Ike’ fa intendere anche che molto spesso andrà all-in al river e in quella specifica situazione di gioco non c’è modo che Ivey chiami se non migliora la sua mano:
“E’ una situazione di grande consapevolezza situazionale da parte di Isaac. Questa giocata probabilmente non avrebbe funzionato in ogni altro momento del torneo, e dubito che Isaac l’avrebbe tentata in uno di questi momenti”.
La conclusione
Giova ricordare che a far foldare Ivey da sopra in questa mano è un professionista al top come Ike Haxton. In generale i giocatori occasionali farebbero sempre meglio a stare alla larga da chi ha più skill, perchè i risultati possono essere disastrosi…
E perchè contro il Re si può vincere una battaglia ma non la guerra, come verrebbe da dire stando a come è andato il prosieguo del torneo.
Già, perchè dopo lo scoppio della bolla con Erik Seidel, escono di scena Tom Dwan, Fabian Quoss, Daniel Negreanu e Mike MacDonald prima che i due protagonisti di questa mano si ritrovino al testa a testa conclusivo. Dove ad avere la meglio, a differenza della mano che abbiamo appena raccontato, non è affatto Haxton 🙂
Foto by King’s Casinò Rozvadov