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La mano preferita nel poker è perdente: le Monster Hand sono quelle vincenti
Ogni giocatore di poker ha la sua mano preferita. Che si tratti di un grinder online o di un poker player live, state sicuri che ognuno ha una starting hand cui tiene di più.
Vuoi perché ricorda una bella mano giocata, vuoi perché con quelle due carte ha vinto l’heads up del suo primo torneo finito in gloria, vuoi perché in certi casi è amore a prima vista.
Fin qui niente di male, in fondo il poker è fatto anche di emozioni. L’errore arriva quando, con la mano preferita si tenta l’impossibile, o meglio la cosa più illogica.
Quante volte avete sentito dire: “Mi sono giocato tutto lo stack, ma 4-3 è la mia mano?” Tantissime volte, ne siamo sicuri. Ecco non esiste niente di più sbagliato nel gioco del poker. Per quanto bella possa essere la vostra mano ideale, non commettette mai l’errore di amarla fino in fondo.
Oggi cercheremo di spiegare un concetto all’apparenza semplice, ma che nasconde un livello di pensiero molto fine. Fine come la differenza che passa fra la mano preferita e la Monster Hand. Due concetti diversi e che portano a strade diverse.
La mano preferita non è una Monster
Nel gioco del poker sappiamo benissimo che le Monster hand sono le migliori mani di partenza: A-A, K-K, Q-Q, in certi casi anche J-J. Ecco, per un momento dimenticate queste mani e pensate a quante starting hands amiamo, fra le mani meno “forti”. Tra amare e affidarsi ciecamente a queste mani c’è una bella differenza.
La verità è che la maggior parte di queste mani preferite dai giocatori non hanno mai un valore che porterà a chiudere positivamente le varie sessioni, nel caso in cui si abusasse della loro “presenza”. Per questo motivo non dobbiamo mai perdere la testa dietro a queste convinzioni.
Non dimenticate mai che sono mani mediocri e come tali vanno prese in considerazione da late position, se proprio da BB non potete foldare, perché hanno mini raisato da early e hanno chiamato in 6, oppure per affidarvi a qualche tentativo di steal da bottone o da SB a seconda di chi occupa il Grande Buio.
La Monster però porta risultati
Se la mano preferita spesso è sinonimo di problemi e piatti persi, con le monster hand tutto questo cambia. Certo, ci saranno momenti in cui saremo scoppiati, ma nel lungo periodo sappiamo che i nostri Assi, i nostri Re o le nostre Dame hanno sicuramente una marcia in più rispetto agli altri range.
Capiterà anche il classico cooler con K-K vs A-A, ma anche questo rappresenta una minima percentuale dei casi. Insomma per quanto possa essere più bello shippare un piatto con 7-5 a picche, le monster rappresentano una sicurezza nel lungo percorso di un giocatore.
E allora dobbiamo imparare a foldare con maggiore frequenza la mano preferita e trovare invece le giuste size per massimizzare la monster hand.
Sembra un discorso quasi scontato, ma anche nel poker di oggi errori così marchiani sotto questo profilo non sono affatto rari, anzi si vedono spesso. Saper foldare è la prima qualità di ogni players che rispetti, con buona pace di affetti e amori verso le mani che preferiamo.
Perché se il poker è anche un gioco di emozioni, alla fine contano soprattutto le vittorie e i profitti. Cose forse più fredde, ma sicuramente più redditizie.