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il 20 Gen 2021

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Le parole nel poker e la gestione dei blinds: quando i termini errati costano cari

Le parole nel poker e la gestione dei blinds: quando i termini errati costano cari

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Quanto conta il gioco da big e small blind? Tantissimo, così tanto che ha creato negli anni un lungo dibattito fra “difensivisti” e “attaccanti”. Sempre nel corso dell’ultimo decennio anche la letteratura dedicata al poker ha visto aumentare capitoli e libri dedicati a questo delicato aspetto.

Da qualunque punto si guardi il discorso, una cosa è certa: il gioco dai bui fa e farà ancora parlare tanto.Ci ha provato ultimamente David Bass a dare un’idea più chiara della situazione. Per chi non lo conoscesse, Bass è un noto pro di cash game al di la dell’oceano e dal 2012 ha iniziato a pubblicare  articoli e libri sul No Limit Hold’em.

Il player a stelle e strisce nel suo ultimo articolo tenta di fare luce sul gioco dai blinds e pone tre obiettivi per questa particolare strategia. Vediamo come.

Le parole sono importanti

Secondo David Bass per troppi anni siamo stati abituati a sorbirci dei termini errati sul gioco dai bui. Per esempio, l’americano pone l’accento sul termine difendere. “Difendere rischia di diventare un qualcosa di passivo nella testa dei players. Difendere non è più foldare, ma per molti è diventato callare any two cards. Se già il gioco fuori posizione è alquanto problematico, figuriamoci quando chiamiamo dal grande buio con una mano marginale e senza un piano ben preciso per il post flop“.

Per David è il termine stesso ad ingannare i giocatori. Una parola confusa dagli stessi player e che si avventurano in dei call poco sensati. “Nella maggior parte dei casi vedo giocatori chiamare dai blinds, per poi mollare il colpo nel post flop. La sequenza è sempre la stessa: check-Bet-foldRegalano fiches in continuazione, con la scusa di difendere il proprio buio“.

Ecco allora la soluzione di Bass. Forse banale per alcuni, ma ben precisa nella sua linea. “Dobbiamo imparare a sostituire il termine difendere, con attaccare. Solo così possiamo evitare di cadere nella passività completa e allo stesso tempo diamo una scossa al nostro gioco. Per attaccare intendo ovviamente 3bettare. La 3bet sta diventando sempre più tabù dai blinds. Ma si tratta della miglior arma in quella situazione. Ovviamente non va utilizzata a caso. Dobbiamo porci tre obiettivi, quando 3bettiamo“.

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La tripla missione

Secondo David Bass, il primo obiettivo da raggiungere con la 3bet da big blinds, è quello di far passare il rivale che ha rilanciato. “La 3bet è sinonimo di forza. Dunque, una giocata che in qualche modo non può passare inosservata, soprattutto da coloro che hanno aperto il gioco. La situazione più classica è il rilancio da late position e una netta 3bet dal big blind: probabilmente il nostro avversario, in assenza di una mano vera, sarà costretto a mostrare bandiera bianca. Una 3bet dai blinds spesso ci fa vincere diverse chips, senza dover giocare con lo svantaggio di essere fuori posizione nel post flop”. 

Il secondo obiettivo, per il player americano, concerne nel disporre di una mano forte. “La 3bet non deve sempre essere fatta in bianco. Anzi, più importante è il range della nostra mano e meglio sarà, se il nostro rivale decide di callare. Avremo dei buoni motivi per continuare a bettare nel post flop: certe volte miglioreremo la nostra mano, altre volte avremo dei progetti sul flop. Insomma, 3bettare si, ma con qualcosa di importante in mano. Attaccare, non significa sfracellarsi“. 

Infine, il terzo obiettivo riguarda l’aspetto psicologico del gioco. “La 3bet è sinonimo di forza. Ma soprattutto è una sorta di messaggio in codice verso i tuoi rivali. 3bettare significa anche non essere disposti a farsi calpestare dagli avversari e 3bettando stai mandando proprio quell’avvertimento. Non sei disposto a farti mangiare lo stack in continuazione. Un messaggio che verrà recepito dagli altri giocatori al tavolo”. 

Conclusione

Il finale di David Bass, racchiude tutto il discorso: “Nel momento in cui un player imparerà a sostituire la parola difesa con attacco dai blinds, sarà già ad un buon punto nella sua crescita come giocatore. L’attacco ragionato e con mani decenti, è una mossa positiva e nel lungo termine le 3bet porteranno valore nella tasche del giocatore“.

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