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Il segreto di Fedor Holz sta nel Mental Game. Ecco come tornare subito nel giusto stato mentale
Anche se si era ritirato dal poker, non è passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo scritto di Fedor Holz.
L'(ex?) enfante prodige tedesco è appena uscito vincitore da una sfida Heads-Up -che lo vedeva teoricamente sfavorito- contro Wiktor ‘limitless’ Malinowski.
In un’intervista precedente alla sfida, Holz ha raccontato come si stava preparando allo scontro, e sorprendentemente solo una piccola parte riguarda studio e teoria del gioco.
L’aspetto su cui Fedor si è concentrato di più è quello mentale, e a giudicare dai risultati ottenuti pare che si sia rivelata la scelta giusta.
Priorità al Mental Game
“Da una parte devo chiedermi quanto posso imparare in 7-14 giorni, quindi proverò a concentrarmi sulle parti più rilevanti, come il preflop e il flop, e provare ad avere una comprensione del gioco abbastanza solida, visto che non gioco Heads-Up da un po’ di tempo. Non ambisco ad avere una preparazione perfetta teorica per tutti gli spot, è più una questione di sentirmi confident, che appunto è la seconda parte del discorso.
Per me la preparazione si basa soprattutto sul sentirmi bene quando gioco, perché incide su quanto finirò per deviare dalla strategia corretta. Non è tanto ‘per quanto posso giocare A-game’, ma ‘per quanto posso non scendere in B-game o C-game’.
Tutto sta nel non tiltare e non essere troppo emotivo. Se perdo 5 buy-in devo continuare a concentrarmi sul fare le decisioni migliori e restare confident.”
Mai permettere alle emozioni di prevalere
“Mi viene in mente un esempio: una volta ho vinto 10 stack contro il mio avversario in circa 700 mani. Il giorno dopo si è ripreso tutto nell’arco di sole 200 mani. Dopo aver perso 6 o 7 stack ho cominciato a dubitare delle giocate che stavo facendo.
Ho cominciato a chiedermi se avesse delle forti read su di me, ero entrato in quello stato mentale. Avrei dovuto ascoltare più la mia intuizione, perché ogni domanda che ti fai in quel mood sono energie sprecate che avrei dovuto mettere nella concentrazione e nel mio gioco. Secondo me la cosa più importante è non scivolare in questo stato mentale.”
Come tornare nel giusto stato mentale
“Provo a rinforzare il posto in cui mi voglio trovare. Quando ti perdi è importante conoscere bene il posto dove vuoi essere, rende più facile ritrovare la strada per tornare lì.
È forse più importante della teoria il modo in cui mi sento quando sono completamente assorto nel gioco, e quando esco da questo stato devo essere abile a tornare in un secondo sui binari giusti.
Quando sento che mi sto allontanando dallo stato mentale che voglio, e magari comincio a fare certe cose perché voglio dimostrare qualcosa o perché ho paura, perché ci sono le emozioni, la tensione o qualcosa, prendo un bel respiro e provo a tornare in quello stato dove dico ‘mi sento bene, sono confident’.
Quando le emozioni prendono il sopravvento rimpiazzano la logica con una logica differente. Per esempio non pensi più ‘oh questa mano è nel mio top 25% dovrei 3-bettarla’, ma pensi ‘devo dimostrare qualcosa al mio avversario’.
Fai delle cose senza avere valide ragioni per farle, ma ti costruisci le finte ragioni per giustificarle, come ‘ah devo recuperare, devo vincere, allargo il mio range per giocare di più’.
Bisogna essere capaci di riconoscere questa sensazione il prima possibile e conoscere bene la sensazione che invece vuoi provare per giocare al tuo meglio.
Io provo ad ancorare questo sentimento a delle specifiche situazioni, ad esempio ricordo quando stavo giocando 3-handed con Timothy Adams e Sam Greenwood, non mi sono mai sentito così concentrato. Richiamo alla mente come mi sentivo in quel momento, e in un secondo torno sui binari.“