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Quando ignorare la teoria del poker
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Sappiamo che il poker è un gioco a base matematica.
Seguendo la teoria di base è possibile piazzare giocate a valore atteso positivo, ossia in grado di garantirci un guadagno sul lungo termine.
Ma c’è un neo: i principi teorici del poker, infatti, partono sull’assunto che gli avversari giochino in modo ottimale.
Quando ciò non accade si può ignorare la teoria alla base del gioco per piazzare delle azioni cucite a misura degli avversari, come ha spiegato Pete Clarke in un bel contributo sul blog internazionale di PokerStars.
Vediamo subito quando si può ignorare la teoria del poker al tavolo verde.
Contro le calling station
Spot di esempio per capire come regolarsi contro giocatori che chiamano più del dovuto.
Apriamo JT da early position in una partita di cash game live. Un giocatore passivo e tiltato che odia foldare chiama da big blind.
Flop A64, oppo check, proseguiamo 16€ su pot di 23€, oppo chiama.
Turn 7, a questo punto la teoria del poker ci direbbe di puntare con un range polarizzato, ossia composto da buone mani di valore e da qualche bluff, spesso in draw. La nostra mano appartiene a questa seconda categoria perché ha degli outs per diventare una mano di valore e a volte, quando il nostro bluff ha successo, ci permetterà di vincere un piatto grande.
Questo è il momento perfetto per ignorare la teoria. Sappiamo che molto difficilmente il nostro avversario folderà la nostra bet al turn. Se ha un asso ci possiamo dimenticare di avere fold equity.
Se ha una coppia bassa avrà qualche incentivo extra per chiamare con progetto di scala se coppie come i 3, i 5 i 7 e così via. Ma anche se l’avversario dovesse avere qualche mano del bottom del suo range come K4s, è davvero difficile che foldi, a seconda di quelle che sono le sue tendenze e il suo stato d’animo.
Siccome abbiamo poca fold equity, e puntando potremo ricevere un raise, e la nostra mano è sfavorita di gran lunga rispetto al range di call dell’avversario se dovessimo bettare, abbiamo un chiaro check behind al turn e faremmo bene a checkare dietro il 100% delle volte con questa mano.
Secondo la teoria stiamo perdendo EV, ma in realtà la stiamo guadagnando.
Contro i giocatori ABC
Contro gli avversari che hanno uno stile di gioco ‘straightforward’ ci sono molti exploit possibili. Se ad esempio l’avversario fa una azione estremamente aggressiva, potremo decidere di foldare una mano particolarmente forte. Se viceversa percepiamo debolezza potremo optare per un bluff.
Siamo a un tavolo NL50, il nostro avversario che gioca “abc” apre da bottone 1,5$, chiamiamo da big blind con 98.
Flop T43èc], dopo il nostro check l’avversario checka dietro.
Turn 2, dopo il check dell’avversario al flop sappiamo che non ha legato alcun punto: qui può avere carte alte o aria completa.
La teoria ci suggerirebbe di non bluffare con una mano senza speranza come 89 su questo board, visto che non abbiamo degli outs forti nè blockeriamo eventuali progetti a colore avversari. Ma dal momento che sappiamo di avere tanta fold equity, la cosa migliore è puntare il turn per puntare di nuovo sui river bassi che non chiudono progetti di colore.
La teoria non è rilevante quando abbiamo delle buone read sull’avversario e sappiamo che è completamente sbilanciato.
Contro i maniacs
Contro avversari che bluffano troppo potremo chiamare le bet con mani che secondo la teoria dovremmo lanciare nel muck. Vediamo un esempio.
Siamo a un tavolo cash con blinds 2€/5€ e un avversario davvero loose apre 20€ da middle position, noi spilliamo coppia di sette da bottone e chiamiamo.
Flop 922, l’avversario punta 30€, chiamiamo.
Turn 4, l’avversario punta 80€ su pot di 107€, chiamiamo ancora visto che il range di bluff del nostro avversario non si è ridotto di quanto avrebbe dovuto.
River T e l’avversario punta velocemente 200€ in un pot di 267€. Secondo la teoria qui dovremmo foldare in quanto è difficile che l’avversario abbia un bluff tipo 87s.
Nella pratica però ci serve meno del 33% di equity per rendere il call profittevole e contro un avversario con questo stile di gioco potremo vincere addirittura più di una volta su due.
In conclusione, di sicuro non possiamo sempre abbandonare la teoria del poker, ma molta teoria si basa su avversari che giocano in modo ottimale e sappiamo che non è sempre il caso: adattando il nostro gioco a un livello meno teorico, e all’exploit delle tendenze degli avversari deboli, avremo enormi benefici.
Foto in alto: Danny Maxwell / PokerNews