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Sconfiggere il Self Serving BIAS al tavolo da poker: i consigli di Greg Raymer
Sappiamo che il poker è un gioco a forte componente mentale e matematica.
Chi si trova al tavolo verde deve prendere continuamente delle decisioni basandosi sulla stima del valore atteso di quello che sta facendo.
Il ragionamento umano, però, è spesso distorto dai bias cognitivi, ossia da schemi di comportamento mentale che, da una parte, permettono di agire più efficacemente, o prendere decisioni in modo più veloce in determinati contesti, mentre dall’altra possono indicare dei meccanismi mentali inadeguati o applicati in modo errato.
Degli effetti nefasti che questi BIAS possono avere al tavolo verde, e come sconfiggerli, ha parlato Greg Raymer sul portale statunitense Card Player.
Cosa è il Self Serving BIAS
Raymer si concentra su un BIAS in particolare, il ‘Self Serving BIAS’, che ci porta ad attribuire a noi stessi il merito dei nostri successi mentre assegna a cause esterne la responsabilità dei nostri fallimenti.
Per dirla con le parole di ‘FossilMan’: “Il ‘Self Serving BIAS’ ci fa collegare i fallimenti alle circostanze e/o all’ambiente esterno, e i nostri successi esclusivamente a noi stessi e alle nostre capacità. Questo bias presenta dei benefici: per iniziare, protegge la nostra psiche dalla auto flagellazione quando le cose non vanno bene. Ma nel lungo periodo questo bias porta più danni che benefici nella misura in cui ci impedisce di guardare in modo chiaro alla realtà dei fatti.”
Le conseguenze del Self Serving BIAS al tavolo verde
Secondo Raymer gli effetti del ‘Self Serving BIAS’ al tavolo verde possono essere molto nefasti:
“Quanti pokeristi conosciamo, inclusi noi stessi, che danno la colpa delle loro sconfitte alla fortuna? E pieno credito a loro stessi o alle loro skill quando vincono? Nel breve periodo questo bias non è un problema, ma sul lungo periodo può fare grandi danni, principalmente sulla nostra capacità di migliorare. Se i risultati sono causati dalla malasorte non c’è un reale incentivo a lavorare sul proprio gioco e migliorare. Chiaramente, visto che perdiamo solo a causa della sfortuna, sappiamo già giocare perfettamente a poker. Se solo non fosse per quegli idioti che ogni volta sono spinti dalla fortuna vinceremo sempre, non è vero? Se vedi le cose così perché dovresti lavorare sul tuo gioco? Giocare meglio non influsice sulla sfortuna, quindi quale è il punto?”
Secondo Raymer, in base alla sua esperienza, almeno il 90% dei giocatori credono di essere i migliori del tavolo ogni volta che si siedono. E questa attitudine, con ogni probabilità. ha l’effetto di non far studiare gli avversari nella misura in cui sarebbe consigliabile.
“Se gli altri sono degli idioti che vincono grazie alla fortuna non c’è niente che tu possa fare, vero? Ma questo punto di vista significa che non stai cercando di capire le loro mosse, come leggerli, capire quando è il momento migliore per bluffarli e così via”. Un atteggiamento davvero esiziale.
Sconfiggere il Self Serving bias
Raymer però spiega che è possibile sconfiggere questo bias ed evitare che abbia effetti deleteri al tavolo da poker. La ricetta di ‘FossilMan’ è tutto sommato semplice:
“Per evitare di cadere in questo bias devi annullare il tuo ego. Devi credere che tutto sei fuorché perfetto, che fai errori, che puoi imparare e migliorare. E poi devi anche capire che gli avversari non vincono, o perdono, solo per causa della buona o della malasorte. Vincono o perdono in base alle decisioni che prendono, e se vedi che qualcuno prende delle decisioni brillanti magari puoi imparare qualcosa e cercare di incorporarle al tuo gioco per diventare ancora più forte”.
Chi crede di non avere più nulla da imparare a poker è perduto.