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La difesa del Big Blind nel poker moderno
In alcuni dei tanti software di ausilio che si utilizzavano tempo fa, chi ha una certa età se li può ricordare, al termine di ogni sessione comparivano, nelle sezioni adatte, dei consigli diretti e talvolta strampalati e fini a sé stessi, sull’approccio alla sessione successiva.
“Apri di più da late position“, “stai chiamando troppe 3Bet fuori posizione” e cose di questo genere. Tutte nozioni che i software migliori dell’ultima generazione, analizzano in maniera molto più efficace e supportata dai numeri.
Tra gli errori che però venivano messi maggiormente in evidenza, veniva stigmatizzato il campo “stai chiamando troppo da Big Blind“.
Più skill = Più mani
Le dinamiche che maggiormente hanno variato il modo di interpretare il Texas Hold’Em, soprattutto quello online, hanno negli ultimi anni soprattutto, fatto capo ad una maggiore aggressività da parte di chi, oggettivamente e non a parole, detiene un forte vantaggio in termini di skill pokeristiche, rispetto al field con cui si interfaccia e al livello che batte con costanza nel medio e lungo periodo.
La proporzione che chi ha la famosa edge sui propri avversari, debba essere commisurata ad un maggior numero di mani giocate e di conseguenza all’apertura dei propri range, è quindi consigliabile sempre e comunque, perché, molto banalmente, più marginali ti prendi contro un field medio scarso e maggiore sarà la possibilità di fare chips.
Questo vale, ovviamente tenendo conto di ogni specifica situazione, degli avversari, del flow della partita e della sostanziale misura degli stack in gioco, sia per il torneo che per il cash game.
Le contromisure
L’enunciato di cui sopra è valido nel momento in cui hai a che fare con un tavolo in cui le capacità di un giocatore al di sopra la media, siano verificabili dalla presenza di avversari non all’altezza.
Il mondo non è però perfetto, e a qualsiasi livello si stia giocando, anche se lo si batte con frequenza, la possibilità di incontrare altri reg, o semplicemente dei giocatori sensati, è praticamente certa.
Le battaglie mentali tra due giocatori sensati, non parliamo essenzialmente di metagame, ma anche solo e semplicemente di conoscenza dei range, delle size di bluff e di quelle per valore, sono ovviamente le più affascinanti e meritano un approfondimento molto maggiore, soprattutto quando c’è da prendere delle contromisure per fronteggiare l’aggressività altrui.
La difesa da Big Blind
Una di queste riguarda la difesa da Big Blind. Se doveste avere tempo durante le vostre giornate di grinding, il consiglio è quello di prendervi la briga di andare a rileggere qualche articolo che fa capo alla disciplina della difesa da Grande Buio.
Vi accorgerete che anche in questo caso, il consiglio era quello di attaccare molto di più da late position per bilanciare quelle volte che da Grande Buio “NON SI DOVEVA DIFENDERE“.
Il compito dei giocatori sensati nel 2022 è invece esattamente l’opposto, quello di difendere con una certa frequenza da Big Blind, intanto per non perdere quella parte di equity che abbiamo già lasciato andare pagando una tassa che gli altri non pagano e, in secondo luogo, per scoraggiare il nostro amico reg che vorrebbe rubare il nostro grande buio con troppa facilità.
Il tutto viene moltiplicato all’ennesima potenza nei tornei di Texas Hold’Em Live, in virtù dell’introduzione, da qualche anno a questa parte, del Big Blind Ante, che raddoppia l’entità del nostro pagamento. Va da sé che il discorso dell’Ante andrebbe commisurato al fatto che tutti i componenti del tavolo debbano passare sotto la tagliola del BB Ante, ma un atteggiamento troppo passivo è comunque deleterio.
Difendere con tutto?
Con il discorso appena affrontato è ovviamente lecito fare una distinzione su una difesa intelligente del Big Blind e una totalmente sconsiderata.
A fronte di una possibilità oggettiva che le combinazioni al flop siano praticamente illimitate, l’idea di una difesa “con tutto” potrebbe non essere poi così male, ma il board è fatto di 5 carte e tre street e sarebbe praticamente impossibile arrivare allo showdown con mani trash difese ogni santissima volta.
Effettuare una stima delle percentuali corrette di difesa del nostro Grande Buio, è praticamente impossibile, in virtù delle frequenze di apertura dei nostri avversari che cambiano di caso in caso.
Difendere la nostra brutta posizione di partenza con un range che impedisca a chi apre con insistenza di realizzare un profitto automatico, è un buon punto di partenza.
Se il giocatore che apre ha invece una frequenza di apertura piuttosto alta, da qualsiasi posizione esso decida di raisare, oppure se lo abbiamo annotate come il fish della compagnia, e noi sappiamo quello che stiamo facendo, quella frequenza può addirittura aumentare.
Avremo modo di approfondire l’argomento.