La fallacia dei costi irrecuperabili che esalta il calling station nel poker

La settimana scorsa vi abbiamo proposto un articolo nel quale si era parlato delle caratteristiche che i nostri avversari possono palesare al tavolo da poker, elencandovi una breve lista di quelli che sono i più frequenti atteggiamenti.

Da oggi proviamo a scendere nel dettaglio, prendendo in esame ognuna di queste categorie, in modo da affrontarla al meglio, partendo dai Calling Station.

I Calling Station

Se volessimo fare riferimento ad una mera e semplice traduzione dall’inglese all’italiano, il termine “Calling Station” suonerebbe più o meno come “stazione di chiamata“, che detto così non ci sarebbe esattamente di aiuto per identificare lo stile di un qualsiasi giocatore.

In realtà è un pochino più complicato di così, anche in relazione di una caratteristica di questi giocatori, quella, cioè, di chi si diverte a chiamare tutto a prescindere da quello che ha in mano e, spesso, da quello che viene girato sul tappeto verde.

Con chiamare tutto, intendiamo quelle mosse atte a non abbandonare praticamente mai la mano che il Calling Station, da adesso in poi lo chiameremo “CS”, decide di giocare. Non esistono starting hands, o meglio, per capirci, ogni scusa per lui è buona per infilarsi in tutti gli spot disponibili.

Parliamo di quei giocatori che nella fase in iniziale del torneo pensano che giocare tante mani sia profittevole alla luce del gigantesco quantitativo di bui di cui i giocatori di solito dispongono, spesso dai 100 ai 300 BB.

Nella fase immediatamente successiva a quella iniziale, la decisione è quella di giocare sempre per via delle prime scaramucce che si sono gioco forza avute contro chi gli ha fatto perdere un piatto, magari bettando tre strade.

E nella fase conclusiva del suo torneo, invece, si gioca perché non si vuole perdere l’opportunità di risalire la china dai 20 BB ai quali, di solito, scende piuttosto presto.

La fallacia dei costi irrecuperabili

I CS vincono in rarissime occasioni, visto che in questo gioco le starting hands e la loro selezione, hanno un’importanza che dovrebbe andare ben oltre una semplice analisi breve e passeggera.

La verità è che nella stragrande maggioranza delle volte, i CS non escono per un coin flip, oppure per un colpo sfortunato, oppure per una distrazione, come capita alla maggior parte degli altri esseri umani. La verità è che si cacciano in situazioni di difficile interpretazione e ancor più difficile soluzione e, visto che ci sono, non abbandoneranno nemmeno se è palesemente sbagliato rimanere dentro il colpo.

Sono i più sbagliati interpreti della cosiddetta fallacia dei costi irrecuperabili, che li mette spesso i fronte alla situazione descritta in precedenza, portandoli a valutare le proprie decisioni al tavolo non tanto in virtù della scelta ponderata migliore da scegliere, ma alla luce di un bias cognitivo che li porta a basare le proprie scelte dopo aver messo in conto ciò che hanno speso, o in questo caso investito durante la mano e, seppur non essendo committed, pensano di dover buttarsi a capofitto con la speranza di chiudere il loro punto al river, magari con percentuali ridicole e totalmente fuori odds.

Nel prossimo articolo cercheremo di capire come affrontare questi amici al tavolo, laddove “amici” è un termine che si presta a mille interpretazioni, tra le quali quella a noi più cara, quando parliamo di mero profitto al tavolo.