Thursday, Nov. 21, 2024

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il 1 Mar 2023

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Overbettare al river in bluff contro un avversario loose-passive: a lezione da Jonathan Little

Overbettare al river in bluff contro un avversario loose-passive: a lezione da Jonathan Little

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Processi di pensiero da numeri uno. Jonathan Little ha spiegato il suo ‘tought process’ in una mano recente andata in scena nelle prime battute di un torneo da 3.500$ di buy-in.

Sulle pagine del portale CardPlayer il rispettato coach statunitense ha spiegato come ha cucito la sua action sull’avversario per portarlo al fold.

Le cose, ha scritto Little, sarebbero state diverse contro giocatori di altro tipo…

 

L’avversario

All’inizio della analisi Little spiega chi è l’avversario in questo spot.

“Un 50enne che sembrava in qualche modo loose e passivo. Sembrava anche overvaluare molte mani premium, che è un tratto comune che mostrano molti giocatori ricreativi”.

L’identikit è determinante. Come leggerete nella analisi in basso, contro avversari diversi Little avrebbe giocato la mano in un altro modo.

 

La mano

Su blinds 100-200 con bb ante e uno stack effettivo di 25.000 chips, Jonathan Little overlimpa da bottone 95 dopo l’openlimp avversario.

Su flop Q76 checkano i giocatori sui blinds, middle position bet 600 su un pot di 1.000, Little rilancia 1.600, foldano i blinds, chiama mp.

Turn T  mp bet 600, Little rialncia 3.000, call.

River 3 mp check, Little va all-in per 20.175, il doppio del pot, l’avversario folda mostrando T7.

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Il TP di Jonathan Little

“Preflop potevano andare bene tutte le opzioni: limpare, rilanciare e foldare. In questo caso ho preferito limpare perché la mia mano era abbastanza debole ma aveva potenziale per il postflop.

Cosa ancora più importante, sapevo che se mi fosse capitato di floppare un punto forte il mio avversario avrebbe chiamato con tutti i tipi di mani marginali. Se invece avessi pensato che il mio avversario giocava postflop in modo debole e passivo, avrei rilanciato. Se avessi pensato che il mio avversario sapeva giocare, avrei foldato.

Al flop ho trovato progetto di colore e gutshot per la scala: che fortuna! Dopo la bet dell’avversario su middle position erano opzioni accettabili sia il check che il raise. Ho preferito rilanciare, gli stack erano belli deep e volevo ingrandire il pot in modo che se avessi chiuso i miei progetti avrei potuto fare una bella size e idealmente venire pagato per tante chips.

Al turn quando l’avversario ha leadato un quarto pot ho visto un pattern che torna con molti pokeristi amatori, di solito lo fanno con una mano abbastanza forte ma non premium. Qui ho assunto che avesse qualcosa come K-Q, 7-6 o forse anche un set.

Non ero sicuro se poteva foldare su un mio raise ma ero abbastanza certo che se avessi rilanciato al turn, e poi puntato pesante al river, avrebbe foldato la maggior parte delle coppie, rendendo un mio bluff river estremamente profittevole.

Ho anche pensato che se avessi rilanciato al turn e puntato al river con una piccola size allora mi avrebbe chiamato, permettendomi così di massimizzare eventuali mie mani nuts. Al turn avrei rilanciato anche con mani premium come 9-8 e 7-7.

Sulla blank river è una buona idea bluffare, come spesso succede quando ti trovi al bottom del tuo range, specialmente se hai tante mani di valore. Mentre la maggior parte delle persone qui punterebbe una size grande, tipo 8.000 su pot di 12.000, sperando che l’avversario foldi, non ho pensato che questo specifico avversario avrebbe foldato top pair, o meglio, su una bet pesante più o meno standard.

Ho pensato che per prendere il piatto dovevo piazzare una bet che non giustificasse il call avversario, per questo sono andato all-in per una size pari a due volte il pot. Il mio avversario ha pensato per tre minuti, contando le chips più volte come se fosse sul punto di chiamare. Sono rimasto stoico per tutto il suo processo finché non ha foldato face-up T7, lasciandomi il pot. Che sollievo, il poker è divertente!”

 

Foto in alto by Katerina Lukina / PokerNews

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