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I 6 più comuni leak nel poker secondo Alex Fitzgerald
Con ‘leak’ nel poker si intende una carenza tecnica che deve essere corretta al fine di migliorare il proprio gioco.
Chi più (gli amatori) chi meno (i professionisti), tutti al tavolo verde hanno dei leak: il coach e pro statunitense Alex Fitzgerald ha elencato i sei più comuni da lui rilevati in oltre dieci anni di lezioni ai suoi allievi.
1 – Troppi call preflop
La tentazione di “gustarsi il flop” per vedere se la fortuna ha in serbo per le nostre misere carte una delle sue pirotecniche piroette in grado di consegnarci il nuts, è una sirena cui gli amatori cedono troppo spesso.
Per Alex Fixtzgerald “i professionisti imparano a resistere a quella sirena e a farlo bene. I ricreazionali invece chiamano troppo e sprecano chips. Le conseguenze nefaste di questo leak sono abbastanza ovvie: perdi un po’ di big blinds lì, perdi un po’ di big blinds qui, e dopo un’ora al tavolo ti chiedi come hai fatto a perdere il 20% dello stack”.
2 – Troppi hero call
‘Assassinato’ – questo il nickname usato online da Fitzgerald, riporta poi uno scambio di battute che si ripete spesso nelle sue lezioni, in cui chiede all’allievo le ragioni per cui ha chiamato la bet river dell’avversario.
“Le puntate al river sono le più grandi del gioco. Assicurati di pagare le bet river per una buona ragione. “Non so” non è una buona ragione. A tanti non piace foldare al river perché significa perdere il piatto. Se gli fanno vedere un bluff si sentono da schifo. Se chiamano è come se stessero freerollando per sembrare un genio. Se l’avversario ha una mano più forte, possono muckare le carte senza mostrare. Se lo trovano in bluff hanno una bella ricompensa in dopamina: si prendono il pot e il rispetto degli avversari al tavolo. Devi resistere a questa sirena: non pagare le grandi bet al river senza una buona ragione”.
3 – Troppi raise preflop
Succede spesso a chi non riesce a gestire la noia al tavolo e inizia ad aprire mani deboli per poi magari chiamare le tribet fuori posizione perché offrono buone odds per arrivare al flop. E a quel punto sono dolori…
“Il miglior modo per vincere a nlhe è giocare grandi piatti in posizioni con mani di forza superiore a quella dell’avversario. Il modo più veloce per perdere è giocare grandi piatti fuori posizione con mani deboli […] Prova a giocare con più attenzione ai range preflop nelle prossime sessioni. Dovrai essere un po’ più pazienta ma noterai che i pot che giochi sono molto più facili da maneggiare”.
4 – Incapacità di prendere ‘valore sottile’
Per Fitzgerald tutti sanno che punti dalla doppia coppia a salire sono premium e devono essere giocati per valore. Un altro fattore di differenza tra professionisti e amatori è la capacità di gestire mani con una coppia.
“Il professionista sa quando la sua coppia non è più buona e deve foldarla. Ma sa anche quando la sua second pair è la mano migliore e cercherà di estrarre ogni grammo di valore da essa”.
A forza di mancare le ‘thin value bet’, sul lungo termine si perde tanto valore:
“Se floppi una top pair solida o una second pair decente, non avere paura di valuebettarle”.
5 – Giocare troppo tight
I giocatori che entrano nella mano solamente con premium hand si rendono estremamente leggibili agli avversari.
Per costoro c’è la necessità di aggiungere un po’ di deception ai range:
“Se questi giocatori imparano a tribettare un paio di volte con suited-gapper in posizione allora possono complicare le letture degli avversari”.
6 – Pagare bet grandi nei multiway pot
Fitzgerald espone una situazione di gioco in cui original raiser prosegue al flop con una corposa cbet nonostante quattro avversari. Il giocatore ricreativo chiamerà con la sua second pair senza kicker o senza progetti anche in backdoor, per poi foldare su ogni bet al turn. Per lo statunitense meglio evitare:
“Tanti giocatori ricreativi non sanno che possono foldare a una bet anche se hanno hittato il board. Credono di venire exploitati se lo fanno […] Invece è foldando che si possono salvare chips preziose, che nel lungo periodo possono fare la differenza”.