Thursday, Nov. 21, 2024

Strategia

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il 2 Ott 2023

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Farsi pagare un quads: a lezione da Jonathan Little

Farsi pagare un quads: a lezione da Jonathan Little

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Saper estrarre il massimo valore quando si ha una mano estremamente forte è uno dei requisiti per essere giocatori di poker vincenti sul lungo periodo.

Solitamente la forza del punto è inversamente proporzionale alla facilità con cui l’avversario paghi – a meno di clamorosi cooler, va da sè.

Ma per farsi pagare dall’avversario quelle benedette volte in cui chiudiamo un quads, ci viene in aiuto Jonathan Little.

 

Set flop, quads turn

Sul portale Cardplayer il coach statunitense ha condiviso i suoi pensieri su come è riuscito a massimizzare un poker in un torneo live da 3.500$ di buy-in.

E’ la terza giornata di gioco su cinque, blinds 4k -8k con bb ante, con 450k di stack Little apre da MP 19k JJ, chiama il solo hijack, che viene definito un giocatore “loose e incline ai tuffi”.

Flop J76 Little bet 26k su pot di 59k, l’avversario chiama.

Turn J Little betta 40k su pot di 110k, nuovo call.

River 8 Little bet 57k su 191k, oppo rilancia a 157k, Little pusha 207k, oppo chiama e prima di gettare nel muck mostra A6.

 

Flop

Sulle prime tre carte comuni che gli danno top set, Little prende in considerazione l’ipotesi slowplay:

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“Il top set è la migliore mano da giocare in slowplay perché quando hai due delle carte più alte del board è altamente improbabile che il tuo avversario abbia una mano forte, con cui è disposto a mettere tante chips nel pot. Ciononostante, a causa della natura coordinata del board, è plausibile che il mio avversario abbia una mano chiusa marginale, o un draw. Se punto, questo avversario loose potrebbe persino decidere di bluffare, rendendo questo flop perfetto per bettare.”

 

Turn

SBAM! Sul turn che gli consegna il quads, Little non ha invece la minima esitaz<ione:

“Mentre giocare un quads in slowplay può certamente avere meriti, ho pensato che il miglior modo per far finire una larga parte del mio stack nel pot fosse di continuare a bettare. Se il mio avversario ha una mano marginale come 8-8 o middle pair, probabilmente checkerà dietro se io check, che sarebbe un disastro perché con quelle mani sicuramente chiamerebbe una bet turn.

E anche se il mio avversario dovesse decidere di bettare con una mano marginale, di sicuro non betterebbe nuovamente al river. E se dovessi giocare il turn in check-raise, probabilmente folderebbe. Nonostante sia convinto che il range del mio avversario sia pieno di mani che non hanno legato con il board, bettare è l’unica azione logica.

 

River

Little dice che dal momento che non assegna alla mano avversaria una grande forza, non crede abbia un senso piazzare una bet grande al river:

“Gli avversari con mani peggiori chiameranno solo una bet piccola al river. Discorso diverso se l’avversario fosse una calling station, in quel caso una bet grande sarebbe ideale”.

Secondo il coach statunitense l’avversario non è tanto da condannare per il raise river, quanto per il call al suo all-in:

“Credo che il suo raise river sia corretto specialmente perché potrei avere trips tante volte, e quanto meno prenderei in considerazione il call. Ma se decide di rilanciare come ha fatto avrebbe dovuto essere abbastanza disciplinato da buttare via le carte non appena è diventato chiaro che io avevo il nuts. Anche quando hai una mano molto forte, se il tuo avversario gioca come se avesse il nuts, devi essere abbastanza disciplinato da foldare, specialmente al river: in ultima strada la tendenza è non bluffare abbastanza spesso.”

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