Liv Boeree: i consigli per i primi tornei dal vivo. Occhio ai regular

Se non siete esattamente grinder dell’ultima ora, avrete senz’altro passato del tempo a osservare le gesta di una delle giocatrici che ha fatto la storia del poker dei primi anni dopo il boom seguito all’effetto Moneymaker di cui vi abbiamo dato conto in più di un’occasione, Liv Boeree. 

La giocatrice inglese, bellissima, oltre brava, ha sempre fatto parlare di sé anche per ciò che ha combinato nella sua vita privata: una ragazza molto alla mano che non si è mai messa grilli per la testa, nemmeno quando c’è stato da porsi agli onori della cronaca a seguito dei suoi numerosi risultati positivi.

I consigli della Boeree in via generale

Un articolo apparso sul Blog di PokerStars pochi anni fa, ci regala l’occasione per farvi conoscere più da vicino l’ex giocatrice del Team PRO della Picca Rossa, che buttò giù un paio di righe a favore di chi si stava approccia per la prima volta ai tornei live.

Il fattore principale dal quale un giocatore deve partire per provare la scalata al successo, deve essere quello di porsi un obiettivo, secondo la giocatrice inglese.

L’obiettivo deve essere innanzitutto realistico e non può trascendere da quello che è il momento della propria carriera pokeristica.

Per questo motivo il traguardo a breve e medio termine, non dovrà mai essere “devo vincere quel determinato evento“, ma, semmai “come posso creare le aspettative per vincere quel determinato evento“.

Il punto da cui partire sarà dunque quello di avere un rapporto piuttosto onesto con se stessi, ma allo stesso tempo tenere una mentalità positiva che porti ad avere una smisurata fiducia in sé stessi senza però perdere la bussola.

Il nostro avversario troppo aggressivo

In quel pezzo Liv entra poi nel dettaglio di situazioni concrete che si possono vivere in un torneo di poker, una di queste quella che fa capo alla possibilità di avere alla nostra sinistra un giocatore molto difficile da affrontare, cosa che, nel caso si arrivi a giocare le fasi cruciali di un evento, potrà capitare molto frequentemente.

La prima regola da seguire è quella di evitare di farci leggere da questo tipo di giocatori e per fare questo occorre mixare le mani di valore, che ovviamente si giocano a prescindere, a quelle che abbiano una certa giocabilità post flop, come tutti i connectors, se suited è meglio, evitando di farlo sempre e comunque da early position.

Da evitare invece come la peste, quei colpi di testa che ci portano a entrare in gioco programmando bluff astrusi con mani senza senso.

In questo caso dovremmo fare fronte ad un flop che spesso non ci aiuterà, al quale va aggiunta la capacità del nostro avversario diretto che sa come vanno giocate determinate fasi di un torneo.

Nel caso in cui il nostro amico che gioca subito dopo di noi, decida di 3Bettare con una certa continuità, osserviamo i suoi show-down e proviamo noi a carpire informazioni su di lui, visto che con ogni probabilità continuerà a farlo e allora noi sapremo, nel caso in cui dovessimo sentirci avanti al suo range di 3Bet, quando andare in 4Bet per evitare che lo faccia ancora troppo spesso.

La size della 4Bet deve essere corposa. Evitiamo di fare i sofismi da giocatore vissuto, poiché i nostri avversari sanno come giocare in posizione e metterci in difficoltà durante le street di ogni mano.

La size deve avere un prezzo da pagare che non incoraggi il nostro avversario a chiamare troppo spesso, a meno che non abbiamo i mostri e lo vogliamo tenere dentro per sfruttare al massimo la nostra equity.

Ma se capiamo di essere avanti con una combo che possa essere facilmente superata al flop, allora sarebbe meglio raisare almeno 3 volte il rilancio del nostro avversario, soprattutto se stiamo giocando deep, come ad esempio oltre i 60x, in modo tale da scoraggiare call con mani pericolose e, talvolta, outplayare il rivale con una mano peggiore della sua.