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Il bias dello scommettittore secondo Benjamin Rolle
In un gioco a forte componente mentale e matematica come il poker, è fondamentale capire il ruolo dei ‘bias cognitivi’, ossia di quegli schemi che ci fanno distorcere le informazioni in entrata e deviare dai principi di razionalità.
In passato ne hanno parlato tra gli altri Gaelle Baumann e Greg Raymer.
Con il coach tedesco Benjamin Rolle oggi affrontiamo il bias dello scommettitore che tante vittime miete ai tavoli verdi.
Cosa è il bias dello scommettitore
Conosciuto anche come ‘fallacia del gambler’ (gambler’s fallacy), il bias dello scommettitore ci porta a credere che se un evento è occorso numerose volte in passato, sicuramente avrà meno occorrenze in futuro.
“Hai perso tanti all-in di fila, ora è il tuo momento – ha scritto Rolle sul suo profilo X (ex Twitter) – Considerando quanto hai runnato male nelle ultime mani, credi che sicuramente vincerai QQ vs AK in late stage. Hai perso tutti quegli all-in precedenza, devi avere una possibilità più alta di vincere adesso, non è vero? NO. SBAGLIATO.”
Le probabilità sono sempre le stesse
Nel regno della casualità, ogni evento è scollegato sia a quelli che lo precedono che a quelli che lo seguono.
“Le statistiche non hanno memoria, è sempre un coinflip. Un bias comune per i principianti è credere che i risultati del passato abbiano una influenza su quelli del futuro. Se perdi dieci coinflip di fila, l’undicesimo sarà sempre e comunque un 50/50. Certo, perdere 11 coinflip di fila è altamente improbabile, ma una volta che hai perso dieci coinflip, l’undicesimo avrà le stesse probabilità dei precedenti, sempre 50/50.”
Liberarsi dal bias dello scommettitore
Secondo Rolle emanciparsi dal bias dello scommettitore ha grandi effetti benefici sulla aspettativa di vincita ai tavoli verdi:
“E’ normale cercare degli schemi e credere che una serie di perdite ti renda più probabile vincere in futuro, ma la probabilità non funziona in questa maniera. Sistemare questo bias è importante per restare razionali indipendentemente da quanto stai runnando male. Se capisci questo punto potrai capire il funzionamento della varianza molto meglio, gestirai meglio le tue aspettative e tilterai molto meno.”