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Uscire dalle Bad Beat? Non raccontatele e prendetevi una pausa
Quante volte vi sarà capitato di affrontare un periodo in cui non ve ne va bene una, quelli i cui sapete già che al river scenderà la carta che allontanerà le chips dalla vostra postazione, sia essa live oppure online, che andranno sempre e comunque dalla parte avversa di chi giocava al 5% di equity.
La maggior parte dei giocatori di poker, soprattutto quelli alle prime armi, non sono abituati a questo tipo di sollecitazioni mentali e, anche se qualcuno dei nostri lettori, può pensare che non sia una cosa di cui preoccuparsi ( d’altronde è solo un gioco… ), vi possiamo assicurare che periodi prolungati di bad beat, possono originare momenti di sconforto che influenzano anche il vostro modo di giocare e, di conseguenza, andare ad incidere sul vostro A-Game.
Ma come reagire alle Bad Beat e ai momenti di downswing?
Evitare di parlare solo di Bad Beat
Abbiamo spesso messo in evidenza come l’analisi delle mani che giochiamo durante una determinata sessione, sia un elemento necessario per la crescita di un giocatore e, soprattutto, per la sua maturazione.
Discutere delle nostre performance, soprattutto quelle negative, con qualcuno che ne sa più di noi, è un’arte che ci metterà di fronte ai nostri errori, di modo che si possa eliminarli, o correggerli.
Ma questo non significa utilizzare il continuo lamento per ciò che ci succede, non serve a noi e, soprattutto, romperebbe le scatole a chi è lì solo per darci una mano.
D’altronde le analisi post sessione servono per mettere a fuoco i nostri errori, non per confessare in Messa Cantata, i nostri struggenti stati d’animo per i continui colpi sfortunati che subiamo.
Servirà anche a voi per prendere coscienza che i giocatori passano questi momenti no, capita anche ai migliori al mondo, per cui toccherà a voi mettere in atto tutte le contromisure atte a superarli.
Lo studio e la disciplina
Qualora questo tipo di correzione non vi abbia del tutto soddisfatto, il passo successivo è quello di mettere il sedere sulla sedia e, semplicemente, studiare.
E’ chiaro che non la cosa vi risulterà difficile soprattutto quando tutto va male, ma non ci sono altre strade, se non quella di rimettersi in sella e cercare di rimettere in sesto il vostro gioco.
La verità è che gli swing negativi si presentano e ripresentano a cicli impossibili da prevedere e occorre essere preparati per quelli che non abbiamo ancora affrontato.
Siete giustificati solo se è la prima volta che vi capita, ma dalla seconda in poi, la necessità è quella di avere costruito quelle esperienze che ti portano a soffrire sempre di meno quei periodi “no”.
Prendersi una pausa
A mali estremi, estremi rimedi. Se tutto ciò che abbiamo scritto fino a qui, non vi convince, allora c’è l’estremo rimedio che va bene per tutte le stagioni: la buona, sana e vecchia pausa di riflessione.
Per pausa non intendiamo quella di alzarsi dal tavolo per andare a fare una passeggiata, dopo quel beffardo Asso al river, ma piuttosto una bella mezza dozzina di giorni da utilizzare per andare a fare altro e curare, seppur parzialmente, interessi altri della nostra esistenza.
Le pause non fanno mai male, non solo per migliorare le nostre prestazioni al tavolo, ma anche e soprattutto per non fossilizzarci in quello che è un gioco che necessita di altri interessi, per non affondare il nostro paradigma vitale su un, seppur bellissimo, gioco di carte.
Passione e studio sì, dimenticare il resto del mondo, no.