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Phil Galfond: “la matematica ci aiuta a capire quando quittare una sessione”
Se siete assidui lettori del nostro portale, avrete spesso notato che abbiamo dato parecchia importanza alle uscite pubbliche di Phil Galfond, che nell’ambiente è sempre stato considerato uno dei divulgatori più efficaci del nostro gioco, oltre che un diamante rosa quando si è trattato di mettere alla prova le sue caratteristiche indubitabili di campione al tavolo.
Nei giorni scorsi ha fatto ancora una volta parlare di sé, entrando in una delle questioni che più interessano i giocatori di tutto il mondo e, in questo caso, gli appassionati di cash game.
Quando uscire da una sessione
In realtà non sono tanti i giocatori professionisti che hanno affrontato di petto questa questione, anche e soprattutto perché nessuno si è mai arrischiato ad entrare dentro i meandri di una sezione del poker che è difficilmente misurabile in modo scientifico e/o matematico, visto che è esso influenzato da particolari soggettivi che fanno capo alla sessione in corso.
E’ giusto fermarsi quando si perde? In quale frangente? E’ giusto quittare una sessione se le cose stanno invece andando bene? E anche in questo caso… quando?
Phil Galfond ha provato a sciogliere qualche dubbio sulla materia, postando lo scorso 4 marzo un cinguettio su “X” nel quale si propone di individuare il corretto momento per abbandonare la disputa e i propri avversari.
Per fare questo, secondo Galfond, è necessario sapere qual è la nostra vincita oraria ai tavoli.
La percentuale di vincita
Sul suo post, Galfond fa un esempio chiarificatore, dove la percentuale di vincita, che sarebbe meglio chiamare winrate, è di 20 Big Blind per ogni 100 mani alla partita $5/$10, che equivarrebbe a $200 per 100 mani e, supponendo una frequenza di distribuzione della mani giocate pari a 33 per ogni 60 minuti, si otterrebbe un profitto di $67 all’ora.
Ora, se stai giocando una brutta sessione infernale con perdite per $ 5.000 – per fare un esempio estremo – è vantaggioso giocare un paio d’ore in più per cercare di recuperare ciò che hai perso?
https://twitter.com/PhilGalfond/status/1632143724426715136
Si potrebbe pensare che il tavolo sia profittevole, che ci siano alcuni pesci grossi che vale la pena sfruttare. Va tutto bene, ma bisogna essere realisti: quanto potremmo davvero guadagnare se continuassimo a giocare?
Come scrive Codigopoker, traducendo il Tweet di Galfond, considerando che il profitto medio è di $ 67 l’ora, avremmo bisogno di più di 70 ore per recuperare i $ 5,000 che stiamo perdendo.
Ricorda che nel poker non dovresti misurare quanto potresti essere fortunato a vincere un piatto specifico, ma devi pensare a strategie di lungo termine.
Vale la pena giocare un’ora in più, dove probabilmente non giocheremo il nostro A-Game a causa della stanchezza e dello stress, per vincere $ 67 nella migliore delle ipotesi?
Realisticamente, se dovessimo continuare a giocare, non faremmo altro che cercare di ottenere un colpo di fortuna che ci permetterebbe di recuperare.
Questa non è la mentalità giusta per un giocatore professionista (o che cerca di esserlo). In questo caso, secondo lo stesso Galfond, è meglio lasciare la sessione dov’è. Si può continuare in un’altra occasione, con la mente sgombra e le idee chiare per provare a giocare in condizioni ottimali.