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il 15 Apr 2006

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Comprendere gli errori attraverso la Prospect Theory – Parte 2 di 2

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La parte n. 1 di questa rubrica ha presentato la teoria della previsione, una teoria economica psicologica che aiuta a spiegare il comportamento delle persone in situazioni di rischio. E’ stata presentata anche la mia co-autrice Dr. Rachel Croson dell’Università della Pennsylvania che studia queste teorie e le loro relazioni con i giocatori di poker.

Per ricapitolare, la Prospect Theory spiega tre tipi di errori che la gente ed in particolar modo i giocatori di poker commettono:

  • L’avverisone verso la sconfitta (la sofferenza della perdita è di circa due volte più grande della gioia della vincita).
  • Preferenze di rischio asimmetrico (preferendo non giocare se si è in vincita, ma giocare di più se si è in perdita).
  • Errata valutazione delle probabilità (pensando che eventi a bassa probabilità siano più probabili di quanto lo siano in realtà).

La parte n. 1 ha approfondito l’avversione verso la sconfitta.
Questo articolo prenderà in considerazione gli altri due errori e offrirà una sintesi sul modo di usare queste informazioni per migliorare il proprio gioco.
Nella prima parte abbiamo presentato due giocatori. Qui osserveremo più da vicino il giocatore B che ha rilanciato prima del flop con JJ ed è stato visto dal grande buio.
Quando al flop venne scoperto un asso, il giocatore B aveva subito un check-raise ed era sicuro che il grande buio avesse un asso. Nonostante ciò ha chiamato ugualmente il rilancio dell’avversario nella speranza di pescare un jack, azione matematicamente perdente. Successivamente ha foldato una puntata alla quarta carta, non avendo pescato un Jack.
Ora ritorniamo ad esaminare la Prospect Theory riferita al poker.

Preferenze di rischio asimmetrico.

Quando si sta vincendo, la gente è avversa al rischio.
Se venisse offerta la possibilità di vincere 100$ con certezza o lanciare la moneta per arrivare a 200$ (oppure perdere i 100$ vinti), si tenderebbe a scegliere la vincita sicura. Tuttavia quando si perde, la gente preferisce il rischio. Si preferisce rischiare al 50% di perdere 200$ (oppure di recuperare i 100$) rispetto ad una perdita certa di 100$.
In un esempio più singolare, alcuni ricercatori universitari chiesero a 95 soggetti che cosa avrebbero preferito tra le seguenti possibilità:
A. Vincere 3.000$ di sicuro.
B. Vincere 4.000$ con una probabilità dell’80%.

Nonostante il valore atteso B (leggere il nostro articolo (Il Valore Atteso nel Texas Hold’ em) sia più alto del valore di A (3.200$ sono di più che 3.000$), tuttavia l’80% degli intervistati ha scelto l’opzione A. La maggior parte degli intervistati ha scelto comunque l’offerta meno conveniente.

E’ possibile che questi soggetti non amassero giocare? Le cose non stanno così perchè successivamente nella sperimentazione, a questi stessi soggetti venne data la seguente scelta:
C. Perdere con certezza 3.000$
D. Perdere 4.000$ con una probabilità all’80%
Il valore nel caso C è inferiore (come perdita) a quello atteso nel caso D ( -3.000$ è meglio di -3.200$), tuttavia il 92% delle persone ha scelto l’opzione D. Queste stesse persone amano il rischio, disponibili a sacrificare i $200 per partecipare al gioco.

In altre parole, la gente preferisce un profitto sicuro a un buon gioco, ma preferisce un brutto gioco ad una perdita certa.

Per i giocatori esperti questo è un risultato davvero sorprendente: la maggioranza degli intervistati ha scelto la proposta con il peggior EV (valore atteso). Tuttavia ai tavoli da gioco osserviamo sempre questo comportamento, come dimostrano i seguenti esempi.
Il giocatore B (quello con JJ che ha subito un rilancio dopo l’uscita di un asso scoperto al flop) mostra proprio questo comportamento errato. Se credeva di trovarsi contro un asso non c’erano le condizioni (matematiche) per un call.
Se non credeva che il suo avversario avesse un asso avrebbe dovuto rilanciare ulteriormente al flop, opure avrebbe quantomeno dovuto chiamare al turn. Il suo modo di giocare è stato completamente inconsistente, e tale modo di giocare è estremamente comune.
Se avesse foldato, avrebbe subito una sicura perdita.

La Prospect Theory ci dice proprio questo: che queste persone preferiscono un gioco sfavorevole rispetto ad una perdita sicura.

Facciamo un altro esempio: si può notare questo comportamento quando un giocatore entra in piatto nel preflop da una posizione media e, successivamente, ci sono un raise ed un re-raise che aggiungono altre due bets. Il giocatore si sente coinvolto e chiama le due puntate aggiuntive. Ora ci si chiede: come potrebbe tale giocatore avere una mano non sufficientemente buona per fare raise, ma allo stesso tempo sufficientemente buona per andare a vedere due extra-bets di avversari con mani probabilmente molto forti? Quasi certamente non può. Succede quindi di nuovo che il giocatore preferisca un gioco sfavorevole ad una perdita certa, specialmente quando il gioco potrebbe offrire una grossa vincita (anche se non sufficiente a compensare le perdite a lungo termine). Infatti un modo per riconoscere un buon giocatore è quello di osservare che sa mettere dei soldi e sa andare via nella stessa mano. Questo è il comportamento di un giocatore che ha superato il suo istintivo modo di prendere le decisioni.

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Ora osserviamo alcuni giocatori di poker che temono il rischio nelle vincite.

Un altro esempio finale è quello del momento in cui lasciare il tavolo. Quando i giocatori vincono, desiderano lasciare anche se il gioco è profittevole (un guadagno sicuro invece che un gioco favorevole). Se sono invece in perdita, tendono a rimanere anche se il gioco non è buono (meglio un gioco afavorevole piuttosto che una perdita sicura).

Giocatori con records eccellenti noteranno che la media delle ore di vincita è inferiore alla media di ore di perdita.

Il giocatore B ha JJ, fa raise e viene visto dal grande buio.
Al flop escono 9-8-4. Fa di nuovo bet e viene rilanciato dall’avversario (check-raise). Il giocatore B avrà piuttosto spesso gioco migliore rispetto ad un 9, un 8 o un progetto di scala con l’avversario che spera abbia due carte alte. In queste condizioni si dovrebbe rilanciare nuovamente (re-raise) per il fatto che molto spesso si ha la best hand. Ma ora cominciano i dubbi. E se il grande buio avesse una doppia-coppia o un tris? Se così fosse, il giocatore B perderebbe ancora più soldi. Allora il giocatore B spesso chiama semplicemente e continua a chiamare accontentandosi di quella che sembra essere una vincita piuttosto che azzardare per una vincita più alta con un valore atteso più alto.

Valutazione errata delle probabilità.

Molti giocatori trovano che le probabilità siano difficili da gestire, specialmente nelle battaglie. Ma gli psicologi hanno dimostrato errori consistenti nel modo in cui la gente percepisce le probabilità. In particolare gli individui tendono a sopravvalutare le probabilità basse, meno del 20%. Questo effetto è particolarmente accentuato se il risultato causato dalla probabilità bassa è uno per il quale speri (talvolta chiamato più desiderio).
Per ritornare al giocatore B con JJ e un asso al flop, se decide di istinto piuttosto che di testa, nel cercare il terzo jack, tende a sopravvalutare le sue probabilità.
Come può un giocatore giocare con una coppia bassa al river in un piatto da piccolo a medio quando ci sono tante overcards e tanti avversari, sperando di battere un tris? Questo succede perchè le memorie sono selettive, lui ricorda le rare vincite grosse, ma dimentica le vincite più piccole e più frequenti.

Come ci può aiutare tutto questo?

La Prospect Theory ci dimostra che la maggior parte delle persone ha una tendenza naturale di valutare le perdite più pesantemente che le vincite, di giocare di più in situazioni di perdita e meno in situazioni di vincita e di fare una errata stima delle probabilità in modo sistematico.
Possiamo passare alle raccomandazioni in due modi:

  • Osservare questi errori negli altri
  • Superare questi errori in noi stessi.Osservare questi errori negli altri

Nella prima parte abbiamo osservato avversari con timore della perdita, andandoli a vedere meno e leggendo le loro mani con più accuratezza. Da giocatori che amano il rischio nella perdita e lo temono nella vincita ci si aspetta che giochino più chiusi quando sono in testa e al contrario quando sono in perdita.
Fai attenzione al loro stack (sia in vincita che in perdita). Si cauto verso il loro gioco maggiormanete se sono in vincita e molto meno se in perdita. Qualche volta questi giocatori possono essere convinti a non mollare il gioco per il fatto che hanno bisogno di una o due vincite per pareggiare. Potrebbero rimanere nel gioco, sperando in un miracolo.
Giocatori che sbagliano nella stima di probabilità basse tendono a giocare troppo. Punta con gioco e questi giocatori seguiranno con progetti impensabili. Questi giocatori fanno bet al flop persino con carte minime. Considera meglio il loro raise al river, poichè qualsiasi carta potrebbe aver chiuso loro un punto. Congratulati con loro per il piatto appena vinto: ciò sarà gradito, e continueranno ad inseguire.

Superare questi errori in noi stessi

Fai alcuni di questi errori? Se sì, hai bisogno di superarli. Non puoi solamente sperare di giocare meglio. Vincere a poker richiede di capire e superare le tue stesse tendenze.
Preoccupati di riconoscere situazioni con valore atteso positivo, sia che tu sia supra che tu sia sotto. Partecipa a giochi nei quali le tue finanze ti permettano di studiare queste situazioni. Ricordati che il poker è un gioco “sul lungo periodo” e metterti nelle condizioni di far soldi è la chiave, perfino quando ciò porti sconfitte nel breve periodo.
Tratta ogni decisione indipendentemente da quella precedente, pittosto che rischiare di più quando sei inferiore. Valuta allo stesso modo perdite e vincite, piuttosto che sovrastimare le perdite rispetto alle vincite. Dopotutto, entrambe contribuiranno equamente alle tue finanze.
Non considerare solo i tuoi outs e le pot odds, calcolali per evitare di sovrastimare piccole probabilità.
E quando il risultato del tuo calcolo ti dice di foldare, fallo!

Artcolo tratto da CardPlayer
Understanding Poker Errors Through Prospect Theory — Part 1
by Barry Tanenbaum With Co-Author Rachel Crosen

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