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WSOP 2012 – Niccolò Caramatti: bottom set in MTT 6-max
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La mano in questione si è svolta nel Day 1 dell’Evento #23, il 3.000 $ 6-max No Limit Hold’em. Non ci sono giocatori shortstack e tutti sono circa in average, con il pro di Sisal Niccolò Caramatti che è più deep dei suoi avversari.
“Apre un ragazzo bravo da under the gun: un altro ragazzo capace chiama da small blind e io mi appoggio da big blind con 44“
Il flop è 10-5-4 rainbow, che porta un bottom set a Caramatti. Il giocatore sullo small blind esce puntando, con la classica donk-bet.
“Mi chiedo con cosa possa effettuare questa mossa: con un 10, con una mid pair, con un set, una doppia coppia oppure una straight. In pratica tantissime combinazione da leggere. Io decido di chiamare perché rilanciando gli faccio passare un sacco di mani che continuerebbero poi a puntare.” L’original raiser passa e così si rimane in heads up.
Il turn è un 8 che chiude un possibile straight draw. L’avversarsio punta ancora. “Scelgo una via più conservativa e scelgo di chiamate solamente perché una seconda puntata non la fa più con una mano come un mid pair (99, 77 o 66). Può puntare ancora con un 10 (tipo A-10) oppure con un set.” Ma oltre a questo, Caramatti ragiona pure su quello che il suo avversario potrebbe pensare della sua condotta nella mano. “Per lui io potrei aver chiuso scala.”
Il river è una Q e l’avversario esce puntando “lungo”. “Ora la scelta è cercare di capire con cosa potrebbe chiamarmi un rilancio con una mano peggiore. Q-10 è una probabilità, a meno che non si metta in modalità hero-call. Ma la mia linea è abbastanza strong, quindi è difficile che mi possa chiamare con qualcosa di marginale.”
Caramatti prende la sua decisione e decide di chiamare soltanto: l’avversario mostra Q-7, ovvero top pair no kicker che ha trovato un gutshot al turn. “Ha probabilmente pensato che io avessi un 10 e quindi ha puntato tanto apposta per farsi chiamare.”