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il 16 Giu 2012

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WSOP 2012 – Gianluca Speranza: “La gloria va soltanto al primo”

WSOP 2012 – Gianluca Speranza: “La gloria va soltanto al primo”

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Gianluca Speranza il braccialetto l’ha sfiorato qualche tempo fa, quando all’evento delle WSOPE a Cannes chiude al secondo posto un tavolo finale dominato dall’inizio alla fine, dove approdava da chipleader: “Quel tavolo l’ho giocato abbastanza bene, ero arrivato HU con circa 2/3 delle chip in gioco”. Un gran torneo disputato da “CrazyMoney”, che però dice “Purtroppo la gloria va soltanto al primo”. Cosa è cambiato dopo quel secondo posto nella vita di Gianluca? E quanto sarebbe cambiato se avesse vinto uno di quei colpi decisivi dove la sorte gli voltò le spalle?

C’è chi dice di preferire un braccialetto ai soldi, ma quest’ansia di vincerlo è fin troppa: non si può sperare soltanto di vincere un braccialetto”. Gianluca spiega che il braccialetto è sicuramente importante, “Può cambiare la tua immagine, aiutarti se non hai uno sponsor (come me in questo momento), ma alla fine in un torneo di 2.000 persone, la differenza fra l’arrivare primo o secondo è davvero poca”. Ed in effetti ha ragione, però i secondi posti vengono notoriamente sottovalutati e spesso cadono nel dimenticatoio.

Che cosa è cambiato dopo quel secondo posto? “Non penso abbia influito molto, in tanti neanche lo sanno”. Però ci sono opinioni che contano, e altre che contano meno: “Le persone di cui conta la loro opinione non penso abbiano cambiato idea da un giorno all’altro solo alla luce del mio risultato”. Tranne per qualcuno che, con quel piazzamento, ha potuto constatare l’oggettiva abilità di Gianluca.

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Onestamente: potevo arrivare come non arrivare”. Perché il passo fra un primo e un secondo posto, in un torneo del genere, come già detto, è molto breve: “Puoi essere bravo quanto vuoi, ma puoi arrivare in un anno o non arrivare in due anni, purtroppo i game live sono così, chi l’ha capito questo, bene, chi non l’ha capito, amen!”. Santa verità.

Perché Gianluca è qui a giocare le WSOP? “I braccialetti rendono +EV i tornei, e compensano il problema delle tasse che li rende meno convenienti”. In realtà, la scelta di giocare alle WSOP, non è professionale: “Per me è una vacanza, qui sto un mese senza accendere il computer, mi diverto e faccio ciò che mi piace, non tengo conto del profitto”. Certo, comunque i tornei si giocano, “Farò uno schedule di tornei abbastanza facile, giocherò molti tornei dal buy-in basso per diversificare l’investimento in modo da minimizzare la varianza”. E intanto Gianluca, fra un torneo e l’altro, si siede ai tavoli cash game nelle sale del Rio con ottimi risultati. In vacanza non si dovrebbe lavorare, ma le vacanze dei pokeristi qui a Vegas sono fatte così.

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