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WSOP 2012 – [Dario]: “Una value bet molto depolarizzata”
Evento #28, buy in da 2.500$, tavoli 4max: “Il primo tavolo che ho giocato era composto totalmente da reg”. Giocatori di livello medio-alto dove Dario Diofebi non vede sbavature, “Aggressivi negli spot giusti, probabilmente regular americani”. Il giocatore con cui [Dario] ingaggia la mano è “Quello che probabilmente apriva leggermente di meno preflop, ma post flop aveva tendenza a bluffcatchare parecchio: l’ho visto chiamare contro un altro giocatore anche 3 street con mani marginali”. Dario decide di giocare KJs da fuori posizione, e il suo plan di check-raise in bluff al flop fallisce quando oppo decide di checkare behind. Al turn cade un Jack, e da qui in poi il coach di Poker Magia cercherà di estrarre valore dalla sua mano, che apparentemente ne batterà poche altre al river.
LO SPOT – Entrambi i giocatori protagonisti della mano sono oltre 100x. UTG folda, apre il bottone di miniraise, e [Dario] flatta KJs.
Io ho immagine fantalag, un po’ come tutti al tavolo del resto, visto che siamo 4handed. Non avevo difeso moltissimo i bui, da SB era la prima volta che chiamavo il raise del bottone. Penso lui stimi il mio range abbastanza discretamente.
FLOP – Q 7 5, Dario checka, oppo anche.
Il mio plan è di check-raisare il flop per inventarmi eventualmente qualcosa sui turn e i river giusti, ma lui, con mia sorpresa, checka dietro. Il suo è un range abbastanza consistente di check behind, vista la texture iperdry. Non penso potesse c-bettare light su quel board, inoltre di Qx ne ho tante nel range.
TURN – J, Dario punta quasi pot, oppo chiama.
Potto per valore, perché qui il suo range di call è parecchio ampio: è vero che checka dietro qualche donna al flop, ma non credo foldi mai alla prima puntata in questo spot anche con mani che batto, come pair del tipo 88 o 99, oppure jack peggiori del mio, che nel suo range sono tanti: a partire da mani come J8, ma senza escludere anche carte più marginali come J3, che avrebbe potuto aprire tranquillamente da bottone visto il suo open-range estremamente wide. Inoltre, ci sono parecchi possibili draw, dalle scale ai colori, e voglio prendere valore da mani del genere bettando.
RIVER – T, Dario punta di nuovo close to pot, l’avversario clocka infinito e alla fine decide di chiamare.
La carta al river chiude tanti progetti. Lo spot è iper-sick perché prendo valore da poca roba bettando. Tuttavia, checkando andrei in tilt perché se poi punta oppo, mi tocca bluffcatchare con una mano marginale per farlo in questo spot. Potrei anche, ma ho la sensazione che non mi bluffi così spesso. Rischierei di check-callare troppe volte, lasciandolo puntare solo per valore. Però, guardando bene il board, potrei prendere più value di quanto sembra puntando: essendosi chiusi tutti i draw possibili, quella carta che esce polarizza il mio range su bluff e nut. Al massimo una two pair. Quindi lui difficilmente si aspetta che io betti con una mano che non sia un punto forte. Betto close to pot anche al river, lui clocka e mette. Io mostro jack, lui esclama “wow” e mucka. Probabilmente aveva un jack inferiore, oppure 88 o 99. Una giocata assolutamente comprensibile visto che ho effettuato una value bet molto depolarizzata.